Non chiamatele ronde. Sono solo rapporti di buon vicinato.
La redazione
Il sindaco di Caronno Pertusella, Augusta Maria Borghi, spiega che non avranno pettorine, non avranno stemmi, non andranno in giro in orari predefiniti. Ma saranno semplicemente dei cittadini che “guardano” l’abitazione di altri vicini.
La singolare iniziativa è partita direttamente dai cittadini della zona interessata e sono già una quarantina le adesioni. "L’idea è nata da un ingegnare della zona che era stato in Inghilterra dove da tempo si adotta questo sistema – spiega il primo cittadino. Un sistema basato semplicemente sui rapporti di buon vicinato, che oggi non sono più intesi come una volta. Non si tratta di ronde, ma solo di guardare la casa del vicino quando questi non c’è. Cose che una volta si facevano naturalmente. Il ruolo del comune è semplicemente quello di favorire la diffusione del buon vicinato. Un modo per aumentare anche la coesione sociale, dare maggiore sicurezza ai residenti".
Il primo cittadino spiega come questa iniziativa di “controllo del vicinato” sia "la risposta da parte dei cittadini all’inutilità delle ronde. Polizia locale e carabinieri hanno già il compito di controllare e vigilare. Ricreare i rapporti di buon vicinato è sicuramente un buon modo anche per aumentare la sicurezza. Speriamo che l’iniziativa riceva consensi e adesioni anche in altre parti del paese".
Di seguito l’intervento di uno dei promotori dell’iniziativa di “Controllo del vicinato” che in paese ha già raccolto quasi un centinaio di adesioni:
Egr. direttore,
come sa nel mio quartiere abbiamo adottato per primi in Italia il semplice sistema anglosassone del "Controllo del Vicinato" (Neighbourhood Watch) già dalla metà di luglio. L'idea è stata dapprima proposta ai vicini e approvata per maggioranza raccogliendo i consensi su dei moduli che ho distribuito passeggiando per le vie dell'area in cui risiedo, succcessivamente è stata portata al Sindaco nonchè al Comandante della Polizia i quali l'hanno entusisaticamente accolta in via sperimentale.
Dopo qualche mese ed opportune verifiche legislative sono arrivati i cartelli che recitano "CONTROLLO DEL VICINATO – non preoccupatevi se qualcuno vi chiede cosa facciate qui o segna il vostro numero di targa, l'area è sottoposta a CONTROLLO DEL VICINATO". All'apposizione dei cartelli è seguita una riunione in biblioteca civica con le autorità e il vicinato che spiegava i motivi della scelta e le semplici procedure che rendono tutti più consapevoli, responsabili e attenti nonchè gli evidenti benefici che sono di stampo sociale, psicologico e anche ovviamente pratico. Alla base del sistema di controllo del vicinato sta il fatto di far sapere a chi transita nell'area che la sua presenza potrebbe non essere passata inosservata. Pertanto se qualcuno gironzola per la strada guardandosi in giro non si potrà che passare per cortesi se gli si chiederà in modo estremamente gentile "Posso aiutarLa? cerca qualcuno?". Anzi si potrà essere d'aiuto a qualcuno. O se un'auto gira a bassa velocità oppure è parcheggiata con qualcuno a bordo e non è un'auto conosciuta, ci vuole poco sforzo a segnare il numero di targa… così come se si vede movimento dal vicino che si sa essere in ferie. Piccoli gesti che non richiedono eroismi particolari ma solo una maggiore consapevolezza e danno vita insieme ad altre piccole azioni e attenzioni ad una serie di immediati benefici quali:
– efffetto deterrente dei cartelli (che sono completi di ideogramma) nei confronti dei piccoli delinquenti
– maggiore coesione sociale e creazione (o miglioramento) dei classici rapporti di "buon vicinato" alla base del principio di aggregazione sociale
– incremento della consapevolezza di cosa accada nelle "proprie" strade, in buona sostanza del livello di attenzione
– aumento della "sicurezza percepita" specie da parte delle fasce più deboli come donne e anziani – che rimangono più spesso soli a casa
– maggiore tranquillità poichè si sa che dietro a un allarme che suona (magari della propria auto o della propria abitazione) non ci sarà il classico disinteresse ma qualcuno che "mette fuori la testa" e guarda, magari segnalando alle autorità il fatto
– diminuzione di piccoli crimini (questa si misurerà statisticamente solo nel medio-lungo termine) quali furti, atti di vandalismo, graffitaggio, spaccio in auto ed episodi analoghi
– infine aumento del rapporto con le autorità siano queste i classici vigili di quartiere o la Polizia locale o l'arma dei Carabinieri.
Moltissimi sono gli spunti da cui possono prendere vita tante iniziative così come già accade nei Paesi anglosassoni (v. sito www.neighbourhoodwatch.net) dove questa pratica è diffusissima con molte associazioni e oltre 10 milioni di "iscritti" sia in UK sia in modalità leggermente diversa negli USA.
Spero che da questa iniziativa possa nascere lo spunto per tanti piccoli Comuni Italiani e tante aree residenziali nelle grandi città per poter creare e diffondere anche in Italia un maggior sentimento di sicurezza sociale con questa pacifica "alternativa" alle ronde, quantomeno nelle più sensibili e spesso anche vulnerabili aree residenziali. Unico "contro" dell'idea infatti è che il traffico intenso la rende più difficilmente attuabile nelle zone con attività commerciali o con palazzi dove spesso è difficile stabilire dei contatti profondi e duraturi con il vicinato.
Cordiali saluti
7/08/2009
Gianfrancesco Cacciaredazione@varesenews.it
Egr. direttore,
come sa nel mio quartiere abbiamo adottato per primi in Italia il semplice sistema anglosassone del "Controllo del Vicinato" (Neighbourhood Watch) già dalla metà di luglio. L'idea è stata dapprima proposta ai vicini e approvata per maggioranza raccogliendo i consensi su dei moduli che ho distribuito passeggiando per le vie dell'area in cui risiedo, succcessivamente è stata portata al Sindaco nonchè al Comandante della Polizia i quali l'hanno entusisaticamente accolta in via sperimentale.
Dopo qualche mese ed opportune verifiche legislative sono arrivati i cartelli che recitano "CONTROLLO DEL VICINATO – non preoccupatevi se qualcuno vi chiede cosa facciate qui o segna il vostro numero di targa, l'area è sottoposta a CONTROLLO DEL VICINATO". All'apposizione dei cartelli è seguita una riunione in biblioteca civica con le autorità e il vicinato che spiegava i motivi della scelta e le semplici procedure che rendono tutti più consapevoli, responsabili e attenti nonchè gli evidenti benefici che sono di stampo sociale, psicologico e anche ovviamente pratico. Alla base del sistema di controllo del vicinato sta il fatto di far sapere a chi transita nell'area che la sua presenza potrebbe non essere passata inosservata. Pertanto se qualcuno gironzola per la strada guardandosi in giro non si potrà che passare per cortesi se gli si chiederà in modo estremamente gentile "Posso aiutarLa? cerca qualcuno?". Anzi si potrà essere d'aiuto a qualcuno. O se un'auto gira a bassa velocità oppure è parcheggiata con qualcuno a bordo e non è un'auto conosciuta, ci vuole poco sforzo a segnare il numero di targa… così come se si vede movimento dal vicino che si sa essere in ferie. Piccoli gesti che non richiedono eroismi particolari ma solo una maggiore consapevolezza e danno vita insieme ad altre piccole azioni e attenzioni ad una serie di immediati benefici quali:
– efffetto deterrente dei cartelli (che sono completi di ideogramma) nei confronti dei piccoli delinquenti
– maggiore coesione sociale e creazione (o miglioramento) dei classici rapporti di "buon vicinato" alla base del principio di aggregazione sociale
– incremento della consapevolezza di cosa accada nelle "proprie" strade, in buona sostanza del livello di attenzione
– aumento della "sicurezza percepita" specie da parte delle fasce più deboli come donne e anziani – che rimangono più spesso soli a casa
– maggiore tranquillità poichè si sa che dietro a un allarme che suona (magari della propria auto o della propria abitazione) non ci sarà il classico disinteresse ma qualcuno che "mette fuori la testa" e guarda, magari segnalando alle autorità il fatto
– diminuzione di piccoli crimini (questa si misurerà statisticamente solo nel medio-lungo termine) quali furti, atti di vandalismo, graffitaggio, spaccio in auto ed episodi analoghi
– infine aumento del rapporto con le autorità siano queste i classici vigili di quartiere o la Polizia locale o l'arma dei Carabinieri.
Moltissimi sono gli spunti da cui possono prendere vita tante iniziative così come già accade nei Paesi anglosassoni (v. sito www.neighbourhoodwatch.net) dove questa pratica è diffusissima con molte associazioni e oltre 10 milioni di "iscritti" sia in UK sia in modalità leggermente diversa negli USA.
Spero che da questa iniziativa possa nascere lo spunto per tanti piccoli Comuni Italiani e tante aree residenziali nelle grandi città per poter creare e diffondere anche in Italia un maggior sentimento di sicurezza sociale con questa pacifica "alternativa" alle ronde, quantomeno nelle più sensibili e spesso anche vulnerabili aree residenziali. Unico "contro" dell'idea infatti è che il traffico intenso la rende più difficilmente attuabile nelle zone con attività commerciali o con palazzi dove spesso è difficile stabilire dei contatti profondi e duraturi con il vicinato.
Cordiali saluti
7/08/2009
Gianfrancesco Cacciaredazione@varesenews.it
Fonte: www.comune.caronnopertusella.va.it