Noi ci saremo
Michele Cervo
"Cara Rai, i diritti umani hanno bisogno di te". Il 10 dicembre tutti alla manifestazione in Viale Mazzini, per chiedere alla televisione pubblica un’informazione libera, sincera e plurale, attenta ai bisogni vitali delle persone e dei popoli: il cibo, l’acqua, la scuola, la salute, un lavoro dignitoso.
Ci saremo tutti e in tanti il prossimo 10 dicembre davanti ai cancelli di viale Mazzini della Rai, per ribadire un concetto fondamentale: l'investimento in cultura che una nazione fa è un investimento per il suo futuro. E la Rai, da sempre considerata la prima azienda culturale italiana, è il principale mezzo attraverso cui diffondere i progetti culturali.
Certo negli ultimi tempi questo mezzo ha mostrato il peso degli anni, dovuto principalmente a scelte aziendali sbagliate dettate da volontà politiche che seguono la scia di un mai risolto conflitto d'interesse del Capo del Governo. Intendiamoci tali responsabilità sono da ricercare anche nello schieramento di centro sinistra che non ha mai saputo mettere sul tavolo proposte alternative concrete. Ora ci prova, quanto meno a chiedere un cambio di rotta, il mondo dell'associazionismo, Tavola della Pace, Articolo21 e tante altre associazioni, attraverso una manifestazione che chiederà prioritariamente alcune cose in una data simbolica, il 10 dicembre, sessantesimo anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
E allora "cara Rai i diritti umani hanno bisogno di te" è scritto nel manifesto dell'iniziativa . Di una televisione e un'informazione libera, sincera e plurale, attenta ai bisogni vitali delle persone e dei popoli: il cibo, l'acqua, la scuola, la salute, un lavoro dignitoso".
"Cara Rai l'Italia e gli italiani hanno bisogno di te. Per uscire dalla grave crisi sociale, economica, culturale ed etica che stiamo vivendo per costruire un'Italia migliore in un mondo migliore, serve un forte investimento culturale per promuovere una nuova scala di valori, per rafforzare i valori della nonviolenza, del rispetto degli altri, della legalità della solidarietà , della giustizia sociale, dell'equità , della partecipazione. Serve far crescere ogni giorno conoscenza e memoria. Serve dare valore alle cose e ai comportamenti che contano".
"Cara Rai, tu sei un servizio pubblico, come la scuola e la sanità. Sei un bene pubblico indispensabile per la nostra libertà, la nostra democrazia e per il nostro benessere. Per questo ti vogliamo cambiare, difendere e rafforzare. Per questo ti vogliamo liberare dal controllo e dai condizionamenti del governo, dei partiti e dei poteri forti".
"Ti chiediamo di dar voce a chi non ha mai voce. Ti chiediamo di illuminare la vita delle persone e di difendere i loro fondamentali diritti, qualunque sia il colore della loro pelle. Ti chiediamo di farlo tutti i giorni. Non ti chiediamo molto. Ti chiediamo solo di fare il tuo dovere di servizio pubblico".
Per portare avanti queste ragioni sarà un dovere per tutti noi esserci.
Editoriale di Michele Cervo
Fonte: Articolo21
24 novembre 2008