“No CensureRai”, la protesta a via Teulada


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No censureRai”, “Berlusconi: Minzolini ti assolve, la storia ti condannerà”. Sono alcuni degli slogan che appaiono sugli striscioni alla manifestazione davanti alla sede della Rai di via Teulada contro lo stop ai talk show fino al voto deciso ieri dal cda. Floris, più basso di così impossibile. Santoro, il 25 marzo provo ad andare in onda. Vespa, ammiro Santoro ma tutti rispettino le regole.


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"No CensureRai", la protesta a via Teulada

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

"No censureRai", "Berlusconi: Minzolini ti assolve, la storia ti condannera"'. Sono alcuni degli slogan che appaiono sugli striscioni alla manifestazione davanti alla sede della Rai di via Teulada contro lo stop ai talk show fino al voto deciso ieri dal cda. All'iniziativa di protesta, appena iniziata, sono presenti i consiglieri di amministrazione Rai Nino Rizzo Nervo e Giorgio Van Straten, il presidente della Federazione nazionale della stampa Roberto Natale e il segretario Franco Siddi, il responsabile comunicazioni del Pd Paolo Gentiloni, conduttori e giornalisti come Michele Santoro, Giovanni Floris, Andrea Vianello, Corradino Mineo, Piero Badaloni.

Santoro, il 25 marzo provo ad andare in onda
"Noi dobbiamo rispettare le regole allora i politici presentino le liste secondo le regole, diano l'esempio". Michele Santoro a via Teulada per la manifestazione promossa dall'Fnsi contro la decisione di oscurare i talk show politici attacca il centrodestra per la vicenda delle liste per le regionali. "Siamo qui perche' siamo diversi ma vorremmo essere uguali agli altri – dice il conduttore di Annozero – io non voglio essere un avatar della televisione. L'unica buona legge sulla liberta' di stampa e' nessuna legge sulla liberta' di stampa". Santoro annuncia poi che il 25 marzo ci sara' "uno sciopero bianco sulla liberta' di espressione, saremo in una piazza di una citta' italiana e sara' una trasmissione straordinaria" e anche se non potra' andare in onda sulla Rai si trovera' una formula attraverso il Web.

Floris, più in basso di così impossibile
"La politica deve dimenticarsi l'idea di poter scegliere chi va in onda. Per non scegliere, ha chiuso tutti. Piu' in basso di cosi' non si puo": lo ha detto Giovanni Floris dal palco della manifestazione a via Teulada contro lo stop ai talk show. Per Floris, la Rai "rinuncia al suo core business e al servizio pubblico". E "in fondo al regolamento sulla par condicio – ha aggiunto – si trova la Costituzione, che vale per tutti. Tutti i giornalisti approfitteranno dell'articolo 21 che tutela tutti, dalla A di Annunziata a Floris, Minzolini fino a Vespa", ha detto tra i fischi rivolti al direttore del Tg1 e al conduttore di Porta a Porta.

Bersani, sarà un boomerang per Berlusconi
"Penso che Berlusconi abbia sbagliato i calcoli. Credo che sara' un boomerang. Neanche in Iran si puo' fermare l'informazione". Lo ha sottolineato il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, presente alla manifestazione di via Teulada contro lo stop ai talk show Rai in campagna elettorale. "Vista con gli occhi dell'Europa, la cosa che sta succedendo e' incredibile", ha aggiunto Bersani. "Non esiste in nessun Paese occidentale. Ma questa serata dimostra che una reazione e' possibile. Questa iniziativa di Berlusconi dimostra debolezza e nervosismo. Lui ci ha abituati a sentire racconti di cose meravigliose, di miracoli. A disturbarlo – ha concluso – e' l'indagine libera di giornalisti con la schiena dritta che possono parlare della societa' com'e' realmente".

Vespa, ammiro Santoro ma tutti rispettino le regole
"Dal punto di vista professionale sono un grande ammiratore di Santoro, ma tutti devono rispettare le regole". Cosi' Bruno Vespa alla manifestazione davanti alla sede Rai di via Teulada contro lo stop ai talk show durante la campagna elettorale; espa aveva appena finito di registrare una puntata di Porta a porta che andra' in onda tra un mese". Vespa e' salito a sorpresa sul palco dove aveva appena parlato Michele Santoro che ha invitato i manifestanti a lasciarlo parlare, visto che molti avevano fischiato contro il giornalista Rai. "Questo provvedimento – ha detto Vespa – e' molto pericoloso, e' un boomerang, una bruttissima pagina di democrazia". Vespa ha ricordato che nel 2001, "ai tempi del famoso Editto bulgaro, fui tra quelli che si schierarono perche' lui e Biagi andassero in onda. Recentemente Porta a Porta e' stata cancellata da Rai International. Non c'e' stata alcuna manifestazione di protesta". Ma, non senza le proteste dei manifestanti, ha aggiunto: "diciamo che le regole sono magari sbagliate, ma se esistono, sono abituato a rispettarle. Lavoro in Rai da 40 anni e non mi convincerete mai del contrario. Bisogna combattere perche' le regole cambino, ma – ha concluso – la democrazia non e' solo un diritto ma anche un dovere". E, con una punta di polemica, visto che la sua dichiarazione era stata contestata, ha detto "mi auguro che questa sia l'ultima occasione in cui si impedisce a qualcuno di parlare". Prima dell'intervento di Vespa, Santoro aveva affermato: "noi siamo per la tolleranza e difendiamo chi non la pensa come noi. Sono qui per difendere il diritto di Bruno Vespa di andare in onda" ricevendo gli applausi della folla.

Video comunicato dell'Usigrai nei tg della sera
"I giornalisti della Rai dicono un 'no' fermo ed indignato alla cancellazione per circa un mese, nel periodo elettorale, dei talk show di approfondimento giornalistico": inizia cosi' il testo del video comunicato Usigrai in onda in tutti i tg serali della Rai. "'Diritto di sapere, dovere di informare' – prosegue – e' sempre questo il principio che ci muove, osservando le conseguenze di un regolamento, a giudizio dell'Usigrai, mal scritto dalla Commissione parlamentare di vigilanza e peggio applicato dal Consiglio di amministrazione della Rai a maggioranza, su proposta del Direttore Generale e col voto contrario del Presidente". "La nostra protesta, contro quello che appare evidentemente un bavaglio, si articolera' nelle forme piu' varie. Chiediamo un immediato complessivo ripensamento di tutte le decisioni che oltre a svilire l'articolo 21 della Costituzione, determinano un danno economico per l'azienda di Servizio Pubblico radiotelevisivo. Speriamo che il nostro appello dia voce anche alla delusione di chi aspettava quelle trasmissioni cancellate".

Fonte: Rainews24

3 marzo 2010

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