Nel Mediterraneo si continua a morire


L’Osservatore Romano


Mentre il g20 riconosce che la questione migrazione non è solo europea, ma «questione globale», nella speranza che però seguano anche gesti concreti.


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Migranti morti nel Mediterraneo

È una tragedia infinita quella che si sta consumando nel Mediterraneo. I corpi di altri 15 migranti sono stati infatti recuperati ieri nel corso di diverse operazioni di salvataggio nel Canale di Sicilia. E la rotta marina continua a essere la più battuta nonostante i rischi della traversata.

E a fermare il disumano traffico non bastano le operazioni contro i trafficanti di esseri umani, l’ultima delle quali stamane ha portato all’arresto di 15 persone, delle 21 ricercate, in un’operazione tra le polizie di Italia, Belgio, Svezia e Francia. Tutto ciò mentre anche il g20 riconosce che quella delle migrazioni è «questione globale», nella speranza che però seguano anche gesti concreti. Nelle ultime ore si sono contati almeno 2700 interventi di soccorso nel Mediterraneo, un’attività che procede in parallelo con gli sbarchi dei migranti che si riesce a mettere in salvo sulle coste italiane, soprattutto al sud e in Sardegna. Oggi circa mille persone sono giunte a Palermo. E proprio per trovare una modalità di smistamento nelle diverse regioni, stamani il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha convocato le autorità locali e i rappresentanti dell’Associazione nazionale sindaci d’Italia (Anci). Non si tratta solo di trasferire chi arriva dal sud al nord ma anche di assicurare un certo smistamento al settentrione. In Piemonte, ad esempio, ottocento nuovi arrivi si sono registrati nel fine settimana, altri cento sono attesi per oggi, e entro qualche giorno saranno 2365 i richiedenti asilo che approderanno nella regione. Ma sono sempre gli stessi piccoli comuni a mettersi a disposizione mentre su altri non gravita nessun migrante. Restano critiche nel frattempo alcune situazioni in Grecia. Sette migranti, siriani e pachistani, sono rimasti feriti, tra cui cinque minorenni, in scontri avvenuti nel campo profughi di Moria sull’isola di Lesbo.

Fonte: http://www.osservatoreromano.va

6 settembre 2016

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