Naufragio di migranti in mare, poche speranze per i 270 dispersi
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Il naufragio di mercoledì è il più grave dopo quello del 22 marzo, quando un barcone con 335 somali ed eritrei, salpato dalla Libia, è sparito nel nulla.
Più di 200 persone, forse 270, sono disperse al largo delle coste tunisine dopo il naufragio di un barcone in avaria, avvenuto mercoledì. I migranti, in fuga dal conflitto in Libia, erano diretti a Lampedusa: l'imbarcazione si è rovesciata quando i fuggitivi a bordo, presi dal panico per il mare grosso, si sono ammassati su una fiancata. Impossibile dire con precisione quanti di loro siano finiti in mare – non c'è un elenco dei passeggeri, solo le testimonianze confuse dei sopravvissuti – ma circa 600 sono stati tratti in salvo e portati nel campo profughi di Choucha, nel sud della Tunisia.
E' stata la guardia costiera tunisina a dare notizia del naufragio confermando appunto di aver ripescato 570 persone. I soccorritori contattati dai giornalisti in serata affermavano di aver perduto le speranze di ritrovare sopravvissuti, visto che le condizioni meteo impediscono per il momento qualsiasi operazione in mare. "Il mare mosso impedisce i soccorsi, il massimo che possiamo sperare è di riuscire a ripescare i cadaveri sabato mattina" ha dichiarato alla France Presse il colonnello Tahar Landoulsi, capo della guardia costiera di Sfax, nel Sud della Tunisia. "Abbiamo pochissime chance di trovare sopravvissuti" ha tagliato corto.
Gli 800 a bordo della nave naufragata mercoledì erano in massima parte sub-sahariani, ma anche asiatici, partiti dalla Libia. Il motore del barcone è andato in panne a 36 chilometri dalle isole tunisine Kerkennah, ma il mare grosso ha impedito alle unità della Guardia costiera e dell'esercito tunisino di avvicinarsi per portare soccorso. Il panico ha quindi assalito i clandestini quando hanno visto che le operazioni di trasbordo si stavano allungando perché, non potendo i mezzi più grossi accostare, a fare la spola erano solo i gommoni Zodiac.
Fra i 570-580 migranti evacuati, c'erano 9 bambini piccoli, 91 donne e 470-480 uomini stando alle autorità. Di questi, circa 200 erano nigeriani. Alcuni feriti e due donne incinta sono state ricoverati all'ospedale di Sfax. Due dei migranti tratti in salvo sono deceduti; gli altri sono stati trasferiti nel campo profughi presso il confine tunisino-libico, a oltre 300 chilometri da Sfax.
Il naufragio di mercoledì è il più grave dopo quello del 22 marzo, quando un barcone con 335 somali ed eritrei, salpato dalla Libia, è sparito nel nulla. Appena un mese fa, un barcone con oltre 600 migranti era naufragato all'alba davanti alle coste libiche, nei pressi di Tripoli. Centinaia i dispersi. Due notti fa, 150 migranti erano riusciti a raggiungere Otranto, dopo un viaggio in mare durato giorni e giorni.
Fonte: www.tmnews.it
3 giugno 2011