Napolitano: “Nei tg c’è troppa nera e giudiziaria”
La redazione
Il presidente della Repubblica interviene sul nostro sistema televisivo e informativo con un giudizio molto duro (e motivato): in tv – osserva – si fa a gara a chi urla di più. La riflessione di Roberto Natale e Franco Siddi.
"E' un atto di sensibilità che merita ascolto l'appello ai media del Capo dello Stato perché siano più attenti alle vicende del mondo, ai suoi riflessi sulla vita delle comunità, non privilegiando solo la cronaca giudiziaria". Lo affermano in una nota il presidente della Federazione nazionale della stampa, Roberto Natale, e il segretario generale, Franco Siddi. "Da tempo la Fnsi, con moltissimi giornalisti, sollecita i responsabili dei media a non fermarsi solo sull'uscio di casa o dietro il clamore di eventi – spiegano Natale e Siddi -. Meno Avetrana spettacolarizzata, dunque, e più sguardi sul mondo. Naturalmente questa esigenza è avvertita profondamente nel quadro di una valorizzazione piena dell'autonomia professionale e dell'attenzione che il giornalismo è chiamato a dedicare alle cose che più contano per la vita delle persone. Tutto ciò senza indugiare, nella scelta delle priorità, sugli umori e sugli interessi di potenti o di gruppi ristretti".
Fonte: Ansa
2 febbraio 2011
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Il presidente della Repubblica interviene sul nostro sistema televisivo e informativo con un giudizio molto duro (e motivato): in tv – osserva – si fa a gara a chi urla di più. E aggiunge: c'è uno spazio abnorme per la cronaca nera e a quella giudiziaria. Il giudizio sull'informazione e sul giornalismo in Italia li ha espressi visitando la redazione dell'Eco di Bergamo.
«Noi abbiamo molto spesso l'informazione gridata, altro che abbassare i toni. È una gara a chi urla di più». Il capo dello Stato constata: «Ormai c'è uno spazio abnorme, nei telegiornali e nei notiziari, dedicato alla cronaca nera e giudiziaria. Queste notizie hanno preso il posto di notizie essenziali come, ad esempio, le informazioni internazionali, spesso sottaciute». Queste notizie, ha aggiunto, sono importanti perché è necessaria, «una consapevolezza più diffusa della realtà internazionale oltre che di quella italiana».
Per questo il capo dello Stato auspica «un'informazione più responsabile e pacata», un giornalismo capace di favorire «un clima generale e politico di maggiore correttezza e maggiore sobrietà». Invece, «in politica non si sono mai sentiti giudizi misurati, ma i giudizi sono sempre estremizzati in un senso o nell'altro». E questo rappresenta «un ostacolo insuperabile per la soluzione dei problemi della collettività».
E quando il direttore del quotidiano bergamasco Ettore Ongis si dice preoccupato per la deriva in cui è scivolata parte dell'informazione, il presidente degli italiani concorda: «La deriva esiste. Preoccupa come sia difficile sottrarsi a una rincorsa perversa a chi urla di più» con il risultato che l'informazione «si impoverisce ed immiserisce».
«Non è giusto caricare sul giornalismo troppe responsabilità per quello che di negativo si è prodotto nel costume del paese», ammette, ma resta il fatto che «il giornalismo è capace di influenzare il paese nel bene e nel male».
Napolitano è nella cittadina lombarda per i 150 anni dell'Italia. È intervenuto al Teatro Donizetti, dove c'era una delegazione di studenti. E Niccolò Fabrizi, presidente della Consulta Studentesca, ha ringraziato il presidente per il suo discorso di fine anno in cui pensava ai giovani.
All'uscita dell'Eco di Bergamo i bergamaschi lo hanno salutato con applausi e tanti hanno lo hanno urlato: “Grande presidente”, “Grazie per il lavoro che fa”. E qualcuno ha anche scandito un “Manda a casa Berlusconi”.
Fonte: l'Unità
2 febbraio 2011