Monti in Libia per riallacciare i rapporti e dare il via al dopo Gheddafi
Il Fatto Quotidiano
Oltre 100 soldati italiani saranno inviati in territorio libico per addestrare le nuove truppe del Cnt, mentre 250-300 militari libici verranno in Italia per seguire dei corsi di formazione. Per Eni garantiti 300 mila barili di petrolio al giorno.
Monti a Tripoli per riallacciare i rapporti tra Italia e Libia, dopo la caduta del regime di Gheddafi e del governo Berlusconi. ”L’Italia per lunghi anni è stata un partner importantissimo per il nostro Paese”, ha affermato il premier del Cnt libico, Abdel Rahim Al Kib, a colloquio con il Presidente del Consiglio, il ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola e degli Esteri Giulio Terzi. “Le nostre relazioni sono andate oltre l’economia – ha aggiunto Al-Kib – e questo rapporto sarà sicuramente forte anche in futuro”. Monti ha ricordato che “l’Italia ha contribuito al successo della rivoluzione e ha dato la convinta disponibilità per la stabilizzazione democratica e la ricostruzione della Libia”.
Il presidente del Consiglio ha quindi annunciato che è stata siglata una lettera d’intenti tra i ministri della Difesa di Italia e Libia. Il documento, ha sottolineato Monti, prevede la “conferma delle relazioni speciali tra Italia e Libia, il sostegno alla stabilizzazione democratica, alla ricostruzione della Libia e la disponibilità delle Forze Armate italiane all’avvio di una collaborazione nel settore della sicurezza attraverso interventi a medio e lungo termine”. In particolare Di Paola ha stabilito, con il collega libico Osama al-Juwali, che il nostro paese s’impegnerà a promuovere la cooperazione nell’assistenza alle autorità della Nuova Libia. Oltre 100 soldati italiani saranno inviati in territorio libico per addestrare le nuove truppe di Tripoli, mentre 250-300 militari libici verranno in Italia per seguire dei corsi di formazione. L’Italia s’è impegnata anche a compiere l’attività di sminamento delle aree a rischio nel Paese, la bonifica dei porti (tra cui Tripoli e Misurata), dei materiali e relitti legati alla guerra nonché il controllo elettronico dei confini.
Presente nella capitale libica anche Paolo Scaroni, amministratore delegato di Eni, che ha partecipato agli incontri tra i ministri e ha siglato l’intesa di “far arrivare la produzione di petrolio in Libia a 300mila barili al giorno, con una prospettiva di ulteriore crescita”.
E in giornata è stato riaperto ufficialmente il nuovo consolato italiano a Tripoli: “Il rapporto di amicizia tra Italia e Libia resta forte – ha sottolineato al-Keib – e la richiesta di perdono per il colonialismo resta valida ed è accettata”. E la volontà del presidente del Consiglio, Mario Monti, di coinvolgere la Libia sempre di più nei processi di integrazione del Mediterraneo si è espressa anche con l’invito, da parte del Ministro Terzi rivolto al suo omologo Ashour bin Khayal, al vertice del Mediterraneo del 5+5 del 20 febbraio a Napoli. Obiettivo del titolare della Farnesina è quello di “incoraggiare il processo di integrazione nella regione che favorisce lo sviluppo e che è nell’interesse dell’Italia e dell’Europa”.
Fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it
21 Gennaio 2012