Monito di Obama a Corea del Nord e Iran
l'Unità.it
Tappa in Francia per il presidente americano Barack Obama; ha detto che spera di veder emergere negoziati «seriamente costruttivi» entro la fine dell’anno tra israeliani e palestinesi «basati sulla soluzione dei due stati».
Tappa in Francia per il presidente americano Barack Obama. Il presidente americano ha detto che spera di veder emergere negoziati «seriamente costruttivi» entro la fine dell'anno tra israeliani e palestinesi «basati sulla soluzione dei due stati». Obama ha aggiunto che oltre ad Israele ed i palestinesi «anche i paesi arabi» dovranno fare la loro parte.
Arrivando a Caen, il presidente statunitense ha anche lanciato un monito a Iran e Corea del nord sulla corsa al nucleare bellico. Obama ha detto che «sarebbe molto pericoloso» vedere l'Iran in possesso di armi nucleari e che occorre una politica di «dura diplomazia» nei confronti di Teheran. Obama, durante una conferenza stampa congiunta col presidente francese Nicolas Sarkozy, ha poi detto che non intende rinunciare alla sua «apertura di dialogo» verso Teheran ma ha ammesso che le risposte finora non sono state molto positive. «Un Iran con armi nucleari sarebbe un pericolo per tutti – ha detto Obama – compresi gli stessi iraniani».
Analogo monito è arrivato dal presidente americano nei confronti della Corea del Nord. Gli Stati Uniti, ha sottolineato, non possono mentenere all'infinito con la Corea del Nord una politica «che premia le provocazioni». «Sono favorevole ad un approccio diplomatico ma questo deve vedere anche una risposta dalla controparte, cosa che ancora non è avvenuta nel caso della Corea del Nord, che col suo comportamento continua a destabilizzare la regione», ha detto Obama.
La tappa francese è stata anche l'occasione per Obama per far sapere di essere favorevole all'ingresso della Turchia nella Ue, ma non appartenendo gli Usa alla Unione Europea il suo è «solo un punto di vista». «So che il presidente Nicolas Sarkozy la pensa diversamente di me su questo punto – ha detto Obama – ma penso che sia importante sottolineare l'enorme contributo dato dalla Turchia all'operato della Nato».
Nel suo discorso ai veterani riuniti al cimitero Colleville-sur-mer, vicino Caen, dove sono sepolti 9387 soldati americani, Obama ha detto che lo sbarco degli alleati in Normandia e la seconda guerra mondiale sono serviti a salvare il mondo dal male e dalla tirannia. «Viviamo in un mondo – ha detto Obama – di valori in competizione tra loro e in mezzo ai dubbi su quale sia la verità. In questo mondo è difficile che qualche cosa emerga come universale per tutta l'umanità. La Seconda guerra mondiale ci è riuscita». Obama ha anche sottolineato come «molti dei progressi che hanno definito il ventesimo secolo, in entrambe le sponde dell'Atlantico, sono venuti da una striscia di sabbia lunga sei miglia e larga due». Obama ha quindi voluto rendere omaggio a suo nonno, Stanley Dunham, che arrivò in Normandia un mese dopo il D-Day, e a suo zio Charles Payne, che era nella prima divisione dell'esercito Usa durante la guerra. «Nessun uomo che ha diviso il sangue o ha perso un fratello può dire che la guerra sia un bene. Ma tutti sappiamo che quella guerra è stata essenziale». «Non sono – ha concluso – il primo presidente che ricorda questo anniversario. E probabilmente non sarò l'ultimo».
Fonte: Unità.it
6 giugno 2009