Mondo arabo, esplode la protesta: scontri e vittime
l'Unità.it
“L’onda lunga della protesta nel mondo musulmano ha raggiunto oggi anche la Libia ma scontri e manifestazioni si segnalano anche in altri Paesi, come Iran, Yemen e Bahrein, dove la rivolta è in atto da tempo”.
L'onda lunga della protesta nel mondo musulmano ha raggiunto oggi anche la Libia ma scontri e manifestazioni si segnalano anche in altri Paesi, come Iran, Yemen e Bahrein, dove la rivolta è in atto da tempo.
LA DIRETTA
BAHREIN: GIORNALISTA AMERICANO ABC MALMENATO IN PIAZZA
Un giornalista americano che copriva le manifetsazioni del Bahrein per la tv Abc è stato malmenato durante una violenta carica della Piazza della Perla a Manama. Lo ha annucniato la stessa tv secondo la quale Miguel Marquez era in collegamento telefonico con la redazione quando si è sentito gridare: «No, no,no, Sono giornalista…Vado, Vado, mi picchiano». Il collegamento è stato interrotto bruscamente e poi Marquez ha spiegato che si è visto sottrarre la cinepresa ed è stato picchiato da un gruppo di balordi nella pizza che ospitava le manifestazioni antiregime di questa notte.
BAHREIN: ESERCITO, EVITARE CENTRO MANAMA
L'esercito ha lanciato un appello invitando gli abitanti di Manama ad evitare le strade centrali della capitale del Bahrein, teatro degli scontri di queste ore. Lo ha annunciato un portavoce del ministero dell'Interno in tv.
LIBIA: SITI OPPOSIZIONE, ALMENO 9 MORTI AD AL BEIDA
È di almeno 9 morti, 13 secondo altre fonti, il bilancio degli scontri nella città di Al Beida, nell'est del Paese tra dimostranti antigovernativi e forze dell'ordine. Lo riferiscono i siti di opposizione libici.
LIBIA: FONTI UFFICIALI SMENTISCONO I MORTI
Fonti bene informate ufficiali in Cirenaica smentiscono la notizia di morti a al Beida diffusa nella notte da siti di opposizione e ripresa da diversi blogger su Twitter. «Nostri informatori nella zona di confine con l'Egitto riferiscono di qualche manifestazione di poco conto con qualche ferito», hanno specificato le fonti. La notizia sui morti, hanno precisato le fonti, «è stata messa online da un giornalista di base a Londra».
BAHREIN, BLINDATI IN PIAZZA A MANAMA: 5 MORTI
Decine di blindati dell'esercito hanno preso posizione ai bordi della piazza delle Perle di Manama, in Bahrein, ove le forze governative hanno disperso questa notte manifestanti contro il regime causando, secondo l'ultimo bilancio fornito da al Jazira, cinque morti. Lo riferiscono testimoni.
BAHREIN, RAID DELLA POLIZIA, ALMENO 100 FERITI
Un violento raid della polizia del Bahrein nella capitale Manama ha causato la morte di quattro manifestanti antigovernativi e 95 feriti. Veicoli blindati sono stati dispiegati nella capitale lungo l'autostrada verso piazza pearl, nel tentativo da parte del governo di mettere fine ai tre giorni di proteste antiregime. lo riferiscono all'afp alcuni testimoni. La polizia ha fatto irruzione nella notte nella piazza spazzando via le tende fissate dai dimostranti, riuniti a manama nel terzo giorno di proteste antigovernative. le autorità del Bahrein, sfidando gli appelli alla moderazione lanciati dagli stati uniti, hanno reso noto che l'intervento delle forze armate a piazza Pearl è avvenuto «dopo aver esaurito tutte le possibilità di dialogo». l'opposizione sciita ha condannato l'attacco come «un atto selvaggio e ingiustificato contro una riunione pacifica».
YEMEN, ANCORA SCONTRI A SANÀA: CINQUE FERITI
Cinque persone sono rimaste ferite negli scontri scoppiati oggi a Sanàa tra manifestanti e sostenitori del regime, nel quinto giorno consecutivo di proteste contro il Presidente Ali Abdallah Saleh. I manifestanti, soprattutto studenti, sono stati attaccati all'uscita dell'Università dai simpatizzanti del partito di governo, Congresso popolare generale, armati di bastoni e pietre. Le forze dell'ordine sono intervenute sparando in aria, per separare i due gruppi.
LIBIA, DUEMILA IN PIAZZA A BENGASI: SCONTRI
Decine di persone sono rimaste ferite – e secondo notizie non confermate una o due sarebbero morte – la notte scorsa a Bengasi, nell'est della Libia, quando circa duemila persone che protestavano contro l'arresto di un attivista per i diritti umani si sono scontrate con le forze dell'ordine e contro-manifestanti sostenitori di Muammar Gheddafi, mentre per oggi è attesa una 'giornata della collera', convocata via internet dell'opposizione libica. Le violenze in Libia sono scoppiate mentre il resto del Nordafrica era oggi relativamente calmo.
Ma proteste antigovernative sono proseguite nello Yemen, con due morti ad Aden, e nel Bahrein, dove la popolazione sciita chiede alla dinastia sunnita maggior partecipazione al potere. I disordini nella seconda città della Libia, e capoluogo della Cirenaica – a circa 1.000 km da Tripoli – hanno innescato oggi la pronta reazione del regime, con raduni a sostegno di Gheddafi in diverse città mentre sono stati scarcerati 110 militanti del 'Gruppo islamico combattentè. Il leader libico, che è stato esortato da Amnesty International a tollerare le proteste, in particolare si è concesso un bagno di folla all'inaugurazione di uno stadio a Tripoli.
Da Bruxelles l'alto rappresentante della politica estera della Ue Catherine Ashton ha chiesto alle autorità libiche di dare ascolto «alle richieste dei manifestanti e alle voci della società civile». Secondo informazioni concordanti giunte da Bengasi – spesso focolaio di tensioni contro il regime di Gheddafi – a protestare erano in maggior parte famigliari di detenuti uccisi nella repressione di una rivolta nel carcere Abu Slim di Tripoli nel 1996 (oltre mille morti), che chiedevano la liberazione del legale che li rappresenta, Fethi Tarbel, arrestato per «aver diffuso false informazioni», e poi rilasciato dopo poche ore. A questi si sarebbero poi aggiunti altri dimostranti, che, al grido di «Gheddafi vattene», «Libia libera», «Il popolo è stanco della corruzione», hanno innescato l'intervento delle forze di sicurezza.
Gli scontri hanno causato 38 feriti, ha riferito il direttore dell'ospedale Al Jalaa di Bengasi, il quale ha poi detto al giornale di Bengasi Qurina – ritenuto vicino al figlio del colonnello, Saif al Islam – che tutti sono stati dimessi e che nessuno è morto. Due siti online, Libya al Youm e Al Manara hanno invece parlato rispettivamente di una e due vittime. Per Gheddafi invece la giornata si Š conclusa con la trionfale inaugurazione di un nuovo stadio dell' Al Ahli davanti a 16.000 persone, tutti tifosi della prima squadra di calcio libica. Il colonnello è apparso «radioso e allegro», riferisce la stampa, e si sono levati più volte cori inneggianti il suo nome.
Nella capitale, nella stessa Bengasi, ma anche a Sirte, Sebha, Misurata, di masse di persone scese nella strade in un mare di bandiere verdi e innalzando fotografie di Gheddafi, per proclamare la loro fedeltà al regime e al suo leader. Da Londra, l'organizzazione per la difesa dei diritti umani Amnesty International si è appellata al governo libico affinch‚ «metta fine alla repressione delle manifestazioni» in corso nel paese nordafricano raggiunto dal movimento di protesta contro i regimi autoritari dell'area. E sempre all'estero è basata la 'Conferenza nazionale dell'opposizione libica', che con un tam tam su internet – analogo a quello che ha scatenato le rivoluzioni in Tunisia ed Egitto – ha indetto per domani una 'giornata della collerà in tutta la Libia, esortando la popolazione a scendere in piazza. Per domani sono state comunque adottate rigide misure di sicurezza, soprattutto nella turbolenta Cirenaica, dove sarebbero state effettuate retate preventive a Bengasi e ad Al Bayda, più a ovest.
Ieri poi, sono stati liberati 110 militanti dell'integralista 'Gruppo islamico combattente' libico: una scarcerazione prevista da tempo, nell'ambito di una serie di analoghi provvedimenti eseguiti nell'ultimo anno nell'ambito di un «programma di riabilitazione» della Fondazione caritatevole Gheddafi e della Lega libica per i diritti umani.
– IRAN: nuovi scontri tra sostenitori del regime e dell'opposizione a Teheran, durante i funerali delle due vittime delle violenze di lunedì scorso. Lo ha reso noto la tv di stato. La dinamica degli incidenti è ancora confusa ed entrambe le fazioni rivendicano l'appartenenza di una delle due vittime, uno studente universitario. Una fonte giudiziaria ha intanto annunciato che i leader dell'opposizione Mir Hossein Mussavi e Mehdi Karrubi saranno processati. Intanto, il ministro degli Esteri israeliano Avigdor Lieberman, ha denunciato che due navi militari iraniane si apprestano a passare attraverso il canale di Suez per raggiungere la Siria. È il segnale che «l'autostima dell'Iran sta crescendo», ha detto il capo della diplomazia israeliana, rimproverando alla comunità internazionale di non aver saputo prevenire l'episodio. 'Israele non tollererà provocazioni simili per sempre', ha aggiunto.
– EGITTO: il ministro della Salute ha annunciato che vi sono state 365 vittime nella rivolta cominciata il 25 gennaio scorso che ha portato alla caduta del regime di Hosni Mubarak.
– BAHREIN: migliaia di persone hanno manifestato per il terzo giorno consecutivo nel piccolo Bahrein per chiedere una profonda riforma istituzionale. Allo stesso tempo, centinaia di persone hanno partecipato ai funerali di un giovane rimasto ucciso ieri negli scontri con la polizia.
– YEMEN: anche dallo Yemen continuando ad arrivare notizie di scontri tra polizia e manifestanti, che reclamano a gran voce le dimissioni del presidente Ali Abdallah Saleh, al potere da 32 anni. La protesta si è estesa dalla capitale Sanaa ad Aden, dove oggi due manifestanti sono rimasti uccisi dalle forze di sicurezza.
Fonte: www.unita.it
17 febbraio 2011