Mobilitazione permanente
Roberto Natale
C’è una parte consistente della società italiana che il diritto di sapere lo vuole difendere con una determinazione almeno pari a quella con cui Berlusconi lo vuole affossare. Si mobilita, si organizza, protesta, lista a lutto i suoi blog…
Non vengono soltanto cattive notizie dalle cronache sul disegno di legge Alfano. La reazione dell'informazione italiana dice che è cresciuta la consapevolezza dell'attacco letale al diritto-dovere di informare; dice che non sta passando la campagna mistificatoria che vuole ammantare l'operazione-bavaglio sotto le nobili insegne della difesa dellaprivacy.
Due settimane fa, l'inconsueta mobilitazione dei direttori di testata, molte prime pagine di ieri, così come le prese di posizione di tante redazioni: in forme diverse – con scelte a volte nette, a volte più sfumate – il giornalismo italiano lancia l'allarme e fa sapere che non si rassegna affatto a vedere timbrato frettolosamente il testo dalla Camera nella stessa pericolosissima versione uscita dal Senato.
E' anche per questo che il sindacato ha scelto di collocare al 9 luglio la giornata in cui l'informazione si fermerà: perché nelle quattro settimane che mancano allo sciopero ogni occasione venga sfruttata, ogni spiraglio venga allargato per riportare la discussione sul terreno di un vero bilanciamento fra diritto alla riservatezza e diritto all'informazione. La proposta c'è, se solo la maggioranza vorrà ragionarne venendo fuori dal recinto nel quale si è asserragliata al Senato: l'udienza-stralcio consentirebbe di evitare incursioni improprie dei giornalisti nella vita privata salvaguardando al tempo stesso la necessità di continuare a raccontare fatti di assoluta rilevanza pubblica.
L'elenco delle notizie che il testo Alfano impedirebbe di dare ha una forza con la quale si dovranno misurare anche i deputati, nei prossimi giorni. Anche loro dovranno tornare a spiegare il significato dell'insensata norma che ci obbligherà a fare il riassunto di atti ormai pubblici, o a tacere per anni di intercettazioni che nel frattempo rischieranno di entrare in circolazione in forma allusiva o ricattatoria.
Su queste linee è nata e si è consolidata una alleanza fra giornalisti e cittadini. Martedì prossimo tornerà a riunirsi quell'insieme di sigle che già aveva dato vita alla grande manifestazione del 3 ottobre in piazza del Popolo. Si definiranno data, luogo e contenuti di una nuova mobilitazione nazionale. Ormai c'è una parte consistente della società italiana che il diritto di sapere lo vuole difendere con una determinazione almeno pari a quella con cui Berlusconi lo vuole affossare. Si mobilita, si organizza, protesta, lista a lutto i suoi blog, fa rete e combatte. Questo movimento è attrezzato per manifestare in Italia, per far sentire la sua voce in Europa. Il ricorso alla Corte di Strasburgo – sarà presentato un attimo dopo l'approvazione della legge – può far saltare, in tempi non lunghi, la legge italiana. Abbiamo fiato, ragioni, alleanze per vincere questa partita.
Roberto Natale, Presidente Fnsi
Fonte: ilManifesto
12 giugno 2010