Mobilitazione migrante
Laura Eduati
Contro lo sfruttamento degli schiavi e contro la sanatoria-truffa: oggi un incontro al ministero coi rappresentanti degli stranieri.
Dallo sciopero delle rotonde di Caserta al corteo della Fiom. La mobilitazione nazionale dei migranti arriva al Viminale per un presidio di due giorni che si concluderà oggi e prevede domani la partecipazione alla manifestazione indetta dai metalmeccanici.
La campagna “Diamo soggiorno ai diritti” è promossa dalle reti antirazziste e include, oggi, un nuovo incontro al ministero dell’interno dove rappresentanti degli stranieri e associazioni chiederanno “misure di buon senso” per alleviare quella che Mimma D’Amico del centro sociale ex-canapificio di Caserta definisce “l’insopportabile esistenza dei migranti”.
Il punto centrale, come sempre, è la mancanza del permesso di soggiorno che di fatto relega gli stranieri in una sorta di “diritto separato” come accade ai braccianti in Nero di Castel Volturno, Foggia e Rosarno, costretti alla transumanza agricola per paghe miserevoli.
La perdita del lavoro per i regolari, invece, significa il ritorno alla condizione di clandestinità e questo nonostante molti migranti vivano in Italia da molti anni e abbiano spesso famiglia. A questi si aggiungono le migliaia di persone che avrebbero voluto ottenere la regolarizzazione attraverso la norma pensata per l’emersione delle colf e delle badanti, lo scorso anno, rimaste però escluse nonostante abbiano pagato centinaia di euro per inoltrare la domanda.
“Sono state presentate trecentomila domande ma almeno un terzo sono state rigettate perché i datori di lavoro non si presentano alla convocazione delle Prefetture, oppure perché mancavano i requisiti”, spiega il Comitato immigrati in Italia, che suggerisce al governo di adottare una circolare del Viminale risalente alla sanatoria del 2002, che incluse i migranti abbandonati dai datori di lavoro durante l’iter di regolarizzazione. Rita Bernardini dei Radicali annuncia una proposta di legge –cofirmata dal PD- che estenda la concessione del permesso di soggiorno anche ad altre categorie lavorative “perché nella realtà vediamo famiglie spezzate, dove la moglie ottiene il permesso in quanto colf mentre il marito che lavora in cantiere rimane illegale e a rischio espulsione” e, come secondo punto, prolunghi il permesso di soggiorno per ricerca lavoro per evitare che i migranti cadano nel reato di clandestinità. Un reato che intasa i tribunali e obbliga i magistrati a occuparsi di fascicoli riguardanti persone che, loro malgrado, non hanno i documenti in regola per rimanere in Italia. Senza contare che, ricorda ancora Bernardini, “nelle carceri un’altissima percentuale sono stranieri detenuti soltanto perché senza permesso di soggiorno”.
Al Vicinale la rete antirazzista esporrà dunque i punti focali di intervento, già richiesti mesi orsono e rimasti però senza risposta: l’estensione dell’art 18, pensato per le vittime della tratta, ai lavoratori che denunciano condizioni di sfruttamento; una verifica sul recepimento da parte del Parlamento della direttiva europea che sanzionerebbe i datori di lavoro che sfruttano il lavoro migrante; la trasposizione in decreto legislativo della direttiva europea sui rimpatri dalla quale Roberto Maroni ha tratto unicamente l’estensione della detenzione nei Cie fino a sei mesi ma non la protezione della categorie vulnerabili.
La mobilitazione nazionale raccoglie anche le istanze ata come i lavoratori delle campagne del Sud a quella più integrata come coloro che, ottenuto il permesso o la Carta di soggiorno, chiedono ora il diritto di voto o lo snellimento delle procedure burocratiche per la cittadinanza. “In molti casi, dopo dieci anni richiesti, dobbiamo aspettare anche quattro o cinque anni prima di vedere la nostra pratica accettata”, denuncia il Comitato immigrati che ieri ha promosso un corteo a Roma contro “la truffa della sanatoria”. Al presidio e alla manifestazione della Fiom saranno presenti anche duecento africani giunti da Rosarno dopo la cacciata di Gennaio, e pronti a riprendere il lavoro di raccolta delle arance nella Piana di Gioia Tauro. Sono tutti richiedenti asilo ai quali le commissioni territoriali hanno negato per sempre la possibilità di ottenere almeno la protezione umanitaria. La rete antirazzista calcola che, tra i braccianti africani, almeno duemila vivano nelle stesse condizioni. Action annuncia che dal primo al venti Novembre organizzerà un presidio sanitario a Rosarno insieme con DaSud e lancia l’allarme sui controlli massicci anti-migranti nella cittadina calabrese che si prepara a votare il nuovo sindaco.
Per rifocillare e dare sostegno, al sit-in davanti al Vicinale saranno presenti le Brigate di Solidaritetà attiva del Prc. Stefano Galieni, responsabile nazionale immigrazione di Rifondazione, lancia un appello a tutte le forze politiche per una “offensiva contro l’ipotesi di un tea-party berlusconiano con a capo Daniela Santanchè perché questo sarebbe un disastro per i migranti”. Nelle stesse ore Walter Veltroni rilancia il permesso di soggiorno a punti già contenuto nel pacchetto sicurezza di Roberto Maroni che, infatti, accetta il dialogo col Pd sulla questione. E intanto promette un Cie in Veneto entro la fine dell’anno.
Fonte: Liberazione
15 ottobre 2010