Migranti e diritti umani: per l’Italia 92 “raccomandazioni” Onu


Misna


Vanno dalla tutela dei migranti e dei richiedenti asilo alla condizione dei detenuti e delle minoranze rom e sinti, le 92 raccomandazioni a cui l’Italia dovrà dare una risposta il prossimo Giugno di fronte alla plenaria del Consiglio per i diritti umani dell’Onu.


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Migranti e diritti umani: per l'Italia 92 "raccomandazioni" Onu

Lo ha stabilito l’organismo delle Nazioni Unite al termine della prima sessione di esame del nostro paese nell’ambito della “Revisione periodica universale” (Upr), un complesso studio che valuta il grado di rispetto dei diritti umani e di democrazia di ogni paese membro. Al Consiglio è stato sottolineato in particolare il ritardo nell’adempimento da parte italiana della risoluzione 48/134 del 1993 con cui l’Assemblea Generale dell’Onu prescrisse la costituzione di un’Autorità indipendente per la promozione e la tutela dei diritti umani; interrogativi sono legati inoltre ai ritardi di Roma nel recepire il Protocollo opzionale alla Convenzione contro la tortura e nel ratificare la Convenzione del Consiglio d’Europa contro la tratta di esseri umani. Nel documento del Consiglio dell’Onu per i diritti umani, di 15 pagine, si denunciano “numerosi episodi di razzismo e xenofobia”, compresi casi che hanno avuto come protagonisti politici italiani, e “l’adozione a partire dal Maggio 2008 di diverse leggi dai contorni evidentemente discriminatori ai danni di minoranze etniche”; al governo italiano si chiede in particolare di interrompere immediatamente la raccolta di impronte digitali di rom e sinti e di “distruggere eventuali dati raccolti in contraddizione con le norme del diritto internazionale sull’uguaglianza e i pari diritti dei cittadini”. Ulteriori raccomandazioni pongono attenzione sulla tutela dei minori, sulle discriminazioni di genere nel mercato del lavoro, sulla “scarsa partecipazione” delle donne alla vita politica italiana e sulla libertà dei media. Finora la “Revisione periodica universale” ha riguardato 96 paesi. L’esame, della durata di tre ore, è condotto dai rappresentanti dei 47 stati membri e si basa su tre documenti: un rapporto preparato dai responsabili del paese esaminato, un documento preparato dall’Ufficio dell’Alto commissario dell’Onu per i diritti umani e un testo redatto a partire dalle osservazioni delle locali associazioni per i diritti umani.

Fonte: misna.org
12 Febbraio 2010

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