Migliaia di fiaccole per Giulio Regeni
Il Gazzettino
A un anno dalla sua scomparsa, una folla di più di 1500 persone sono accorse a Fiumicello per ricordare Giulio. I genitori: Giulio è diventato un simbolo.
Alle 19.41 la folla di centinaia di persone accorse per ricordare Giulio Regeni in Piazzale dei Tigli, davanti al municipio di Fiumicello, ha levato al cielo le candele che erano state precedentemente distribuite. «Sogna, ragazzo, sogna» di Roberto Vecchioni, che a lungo questa sera è stata diffusa dagli altoparlanti, si è interrotta, e il sindaco del paese, Ennio Scridel, ha tenuto un breve discorso in cui ha ricordato la figura del giovane, e citando “La ginestra” di Giacomo Leopardi ha detto che «adesso tocca all’Egitto» accertare la verità sulla tragedia del ricercatore friulano. Subito dopo, allo scoccare delle 19.41, ha chiesto di accendere le candele e a levarle in alto. Dopo un minuto di silenzio, il sindaco ha invitato la folla a seguire le testimonianze nel centro ricreativo “Giulio Regeni”. Tra i presenti numerosi sindaci e l’assistente per l’Egitto della famiglia Regeni, Ahmed Abdallah: «Sono in pericolo, ma non ho paura» ha detto. Nei prossimi giorni comunque Abdallah tornerà in Egitto. Oltre 1.500 persone hanno preso parte alla manifestazione secondo gli organizzatori. «Siamo qui per ringraziarvi per il sostegno che ci avete dato e che continuate a darci». Così si sono espressi stasera Claudio e Paola Regeni, i genitori di Giulio, salutando la folla dal palco del Centro ricreativo. «Quando siamo tornati quella triste sera da Il Cairo sapevamo che c’era già stata una fiaccolata qui. Questo ci ha sostenuto», ha detto Claudio.
I GENITORI: GIULIO E’ DIVENTATO UN SIMBOLO
«Quanto è emerso nel tempo, grazie alla biografia di Giulio, è la sua forza e disponibilità verso gli altri. La sua incessante ricerca di dialogo e confronto, con se stesso e con gli altri. La sua competenza e onestà». Lo affermano all’unisono i genitori a un anno dalla scomparsa del giovane ricercatore friulano torturato e ucciso al Cairo. «Noi non ci siamo mai sottratti a nulla, pur di ottenere la verità e dunque giustizia. Sappiamo essere pazienti ma siamo inarrestabili; è stato necessario, doveroso, importante e fruttuoso il richiamo dell’ambasciatore dall’Egitto». In ogni caso – proseguono – «abbiamo visto proprio tutto il male del mondo che continua a svelarsi pian piano».
«Giulio continua a fare cose: la sua storia e la sua biografia parlano da sole e continuano a fare cose»: lo hanno detto i genitori rispondendo alle domande di Bianca Berlinguer a “Carta bianca” su RaiTre, in collegamento da uno studio allestito vicino al municipio di Fiumicello. «Giulio non sarà dimenticato tanto facilmente, soprattutto in Egitto dove è diventato un simbolo, ma anche in Italia se abbiamo ancora e avremo in futuro il sostegno che abbiamo avuto finora», hanno concluso i genitori auspicando di arrivare «a scoprire chi e perché ha ucciso Giulio».
Fonte: www.ilgazzettino.it
25 gennaio 2017