Mettiamo fine alla tratta di esseri umani!


UNHCR


Oggi, in occasione della Giornata mondiale contro il traffico di esseri umani, pubblichiamo la Dichiarazione della Relatrice speciale ONU sul traffico di esseri umani, in particolare di donne e bambini, Maria Grazia Giammarinaro, che sollecita gli Stati ad incrementare i propri sforzi a sostegno delle vittime del traffico.


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trattaDonna


Contro la tratta degli esseri umani

 

“E’ cruciale che gli Stati investano in soluzioni di lungo periodo che garantiscano inclusione sociale a quanti sopravvivono alla tratta di esseri umani. Ciò implica l’adozione di solide procedure da parte degli Stati per consentire alle vittime accesso alla giustizia e provvedimenti compensativi.

Occorrono cambiamenti radicali nell’approccio che gli Stati hanno verso migrazioni e traffico di esseri umani. Politiche migratorie restrittive e xenophobe, criminalizzazione dei migranti, di ONG e di quanti prestano aiuto umanitario, sono incompatibili con un’azione efficace contro il traffico di esseri umani.

Uomini politici che alimentano odio, erigono muri, giustificano la detenzione di minori e impediscono l’ingresso di migranti indifesi operano contro gli interessi dei loro stessi Stati.

Ciò che occorre è una migrazione sicura, ordinata e regolare, che includa misure per l’integrazione sociale dei migranti.

Questo è cruciale anche per le vittime della tratta, comprese le donne che soffrono discriminazione, violenza di genere e sfruttamento, e i minori, soggetti a abusi durante il loro viaggio solitario. La realtà è che politiche migratorie restrittive producono irregolarità e vulnerabilità, alimentando sfruttamento e traffico. L’inclusione sociale resta dunque la sola giusta risposta.

Chi scampa al traffico ha bisogno di solidarietà e di un ambiente sociale favorevole, che gli permetta di riprendere il controllo della propria vita, un processo che di certo richiede risorse finanziarie. Il diritto a efficaci misure compensative è al centro di un approccio che sia centrato sulla vittima e sia fondato sui diritti umani, e che consenta di riconoscere le prerogative delle vittime del traffico e la loro piena fruizione dei diritti umani.

Tuttavia, ad oggi, tale compensazione rimane una delle misure meno attuate tra quelle contemplate dal Protocollo di Palermo, con particolare riguardo ai minori vittime del traffico di esseri umani.
L’accesso alle misure di rimedio non si limita alle compensazioni, ma si estende alla restituzione, che implica la riunificazione familiare e il ripristino di impieghi per le vittime, e alle garanzie di non ripetizione. Ciò include una forte componente preventiva, che richiede che gli Stati affrontino le radici profonde del traffico di esseri umani.

In questo contesto i meccanismi di reclamo nel settore privato sono uno strumento importante. Sforzi maggiori dovrebbero essere fatti per prestare ascolto alle voci dei lavoratori qualora casi di traffico e di serio sfruttamento vengano identificati nelle filiere delle attività commerciali, per permettere di trovare soluzioni alternative praticabili per il loro impiego.

Sollecito gli Stati a rimuovere gli ostacoli che impediscono l’accesso delle vittime alla giustizia, concedendo status di residenza alle persone che sono state oggetto di traffici, e assicurando che non siano detenuti o perseguiti per attività illegali in cui possano essere rimasti coinvolti in conseguenza del traffico di cui sono state vittime. In tali casi, le condanne dovrebbero essere cancellate dalle loro fedine penali.

Occorre un progetto che conferisca prerogative ai sopravvissuti della tratta di esseri umani, fondato su educazione e formazione, che apra nuovi percorsi volti all’apprendimento di nuove competenze in vista di opportunità professionali. In particolare per le donne, un tale processo dovrebbe esplorare soluzioni innovative in aree non tradizionali dell’educazione e dell’impiego, piuttosto che limitarsi a attività tradizionali basate sul genere.

Il percorso che conduce a riacquistare integrità fisica e psicologica, autostima e indipendenza da parte di quanti siano stati oggetto di serie violazioni dei diritti umani è lungo. Ritengo comunque che includere in maniera efficace i sopravvissuti nella società e valutarne potenziale, perizia e competenza possano dare loro un’opportunità di ricostruire e cambiare le proprie vite, prevenire il rischio di cadere di nuovo vittime della tratta e contribuire attivamente allo smantellamento delle reti criminali.”
 
(traduzione non ufficiale a cura di UNRIC/Italia – www.unric.org/it)

Maria Grazia Giammarinaro (Italia) è stata nominata Relatrice Speciale sul traffico di esseri umani, in particolare donne e bambini,dal Consiglio dei Diritti Umani nel giugno 2014 ,per promuovere la prevenzione del traffico di esseri umani in tutte le sue forme, e incoraggiare misure a sostegno e tutela dei diritti umani delle vittime. Giudice dal 1991, Maria Grazia Giammarinaro lavora attualmente al Tribunale Civile di Roma. E’ stata Rappresentante speciale e Co-ordinatrice per la lotta al traffico di esseri umani dell’OSCE e ha prestato Servizio della Direzione Generale della Commissione Europea per Giustizia, libertà e sicurezza a Bruxelles, in qualità di responsabile per la lotta contro il traffico di esseri umani e lo sfruttamento sessuale dei minori. Giammarinaro ha contribuito alla redazione della Direttiva EU sulla prevenzione e lotta contro il traffico di esseri umani e per la tutela delle sue vittime.
The Special Rapporteurs are part of what is known as the Special Procedures of the Human Rights Council. Special Procedures, the largest body of independent experts in the UN Human Rights system, is the general name of the Council’s independent fact-finding and monitoring mechanisms that address either specific country situations or thematic issues in all parts of the world. Special Procedures experts work on a voluntary basis; they are not UN staff and do not receive a salary for their work. They are independent from any government or organization and serve in their individual capacity.

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