Medio Oriente: Il movimento per la pace deve tornare in piazza


Asca


Tante iniziative in questi giorni in attesa della Manifestazione Nazionale per la pace in Medio Oriente di sabato 17 gennaio. Il movimento per la pace in Italia "prisma nel quale si riflettono persone, soggetti e culture diverse" deve farsi sentire. Vieni anche tu ad Assisi!


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Medio Oriente: Il movimento per la pace deve tornare in piazza

Roma, 9 gen – Gazebo in pieno centro di Roma, con tanto di bandiere Arcobaleno e banchetti per raccogliere firme per la cessazione della guerra a Gaza, una manifestazione a Bologna, iniziative in parrocchie e tra le associazioni in molte parti d'Italia. Addirittura l'invito venuto da Pax Christi a tutti i fedeli a prevedere preghiere nelle messe domenicali. Tutto questo in attesa della manifestazione nazionale di sabato 17 gennaio ad Assisi ''per la pace in Medio Oriente''. La prima dopo l'inizio della guerra in Iraq. 

Il movimento per la pace in Italia torna a far parlare di se' e a strappare anche l'onore di qualche articolo sui giornali. Un pacifismo, quello nostrano, che ha vissuto 'sottotraccia' per quasi un anno e che ora, anche in presenza del profondo mutamento del quadro politico nazionale e certamente con meno intelocutori nel Palazzo, prova a rinserrare le fila e a far sentire la propria voce sulla guerra scatenata nei territori palestinesi dall'esercito israeliano.

 Un movimento, fatto di tante sigle e tante anime (si va dai sindacati, al mondo associativo sia laico che cattolico), che sembra non aver ancora, pero', sciolto alcuni dei nodi che si e' portato dietro soprattutto dal G8 di Genova in avanti, ne' e' riuscito ad archiviare le critiche di ''pacifismo a senso unico'' e di mobilitarsi solo quando al centro delle vicende ci sono Usa o Israele, che gli piovono addosso puntualmente dagli ambienti della destra.

 Fatto sta che proprio l'appuntamento di Assisi potra' rappresentare una sorta di cartina di tornasole della capacita' di mobilitarsi del mondo della pace e soprattutto di trovare un linguaggio comune.

''Il movimento per la pace – conferma all'ASCA il presidente delle Acli e nuovo portavoce del Forum del Terzo settore, Andrea Olivero – ha una forte volonta' di ripresentarsi in modo chiaro e unitario, con un pensiero comune ed una rigorosa visione della non-violenza come unica strada da perseguire''. Una scelta, secondo Olivero, resa chiara dalla stessa piattaforma della manifestazione di Assisi ''piu' netta che nel passato. Soprattutto – argomenta – per la scelta di una modalita' non di parte ma di terzieta' per quanto riguarda le parti in conflitto. Su questo punto – dice – non siamo disposti piu', e qui so' di rappresentare il pensiero delle altre sigle, a patteggiare. Se si va in piazza lo si fa convinti di essere terzi rispetto ai protagonisti dei conflitti e questo non perche' ci si dimentica dei torti e delle ragioni ma perche' vi e' qualcosa di piu' importante: le ragioni e la tutela delle popolazioni piu' indifese''. 

Piu' sfumata sembra essere la posizione del portavoce della Tavola per la pace, Flavio Lotti. ''Innanzitutto – dice – piu' che di movimento, preferisco parlare di prisma nel quale si riflettono persone, soggetti e culture diverse che, pero', si ritrovano intorno al bene della pace. In Italia esiste una pluralita' di culture a confronto anche su questi temi ed e' vero che, soprattutto negli ultimi anni, ci sono state espressioni che non hanno visto nella scelta non-violenta l'obiettivo da percorerre e perseguire. Ma noi non siamo giudici di nessuno ne' possiamo identificare questi gruppi con l'intero movimento. Poi – aggiunge Lotti – se brucio una bandiera in piazza la responsabilita' e' personale e non di un intero movimento''. Nette, invece, le parole di condanna per proposte, come quella venuta da un Cub, di boicottare i negozi ebrei per solidarieta' con il popolo palestinese. ''Si tratta di una idea assolutamente sbagliata e pericolosa e, quindi, da non percorrere e condannare. Mi sembra, al di la' di ogni altra considerazione, di un modo per importare in Italia e in Europa una guerra che da 60 anni insanguina il Medio Oriente.

Intanto i pacifisti rimandano al mittente l'accusa di risvegliarsi solo in determinate occasioni e citano, solo per fare un esempio, le oltre 700 manifestazioni tenute, in un anno, in tutta Italia in occasione delle celebrazioni della Dichiarazione dei diritti dell'uomo dell'Onu, o le azioni concrete di aiuto in paesi come il Kosovo, l'Africa o la stessa Terra Santa. ''Un lavoro concreto e quotidiano – rivendica Olivero – che ci fa sentire coerenti, prima di tutto con noi stessi, quando denunciamo gli effetti terribili dei conflitti sulle popolazioni civili''.

Intanto gli organizzatori fanno sapere di aver ricevuto gia' centinaia di adesioni per la manifestazione di Assisi alla quale hanno gia' aderito numerose sigle. Tra queste, il Coordinamento nazionale enti locali per la pace, le Ong, Banca etica, Legambiente, Pax Christi Cgil e Libera.



Fonte: Asca

9 gennaio 2009

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