Lo spettacolo insorge e sciopera. Oggi cinema, teatri e set chiusi


L'Unità


Oggi, lunedì 22 novembre si ferma il mondo dello spettacolo, che conta 250-300mila lavoratori tra maestranze, tecnici, artisti e indotto, per lo sciopero generale indetto da Cgil, Cisl, Uil.


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Lo spettacolo insorge e sciopera. Oggi cinema, teatri e set chiusi

Cinema chiusi. Nei teatri niente prove, visto che il lunedì di solito si prova e non si alza il sipario. Niente concerti nelle sale. Fermi i set del cinema e della fiction. Circhi bui e silenziosi. Messaggi di solidarietà a “Vieni via con me” e dirette tv. Lunedì 22 novembre si ferma il mondo dello spettacolo, che conta 250-300mila lavoratori tra maestranze, tecnici, artisti e indotto, per lo sciopero generale indetto da Cgil, Cisl, Uil. Domani tutto tace tranne il Carlo Felice di Genova, dove Zubin Mehta dirige un concerto con l'orchestra (che va in cassa integrazione) in solidarietà proprio con il teatro e con lo sciopero. Una protesta per salvare questo universo indispensabile alla vita civile (ed economica, visto quanti ci campano) dell'Italia.

Il Fus, il Fondo unico per lo spettacolo, con la scure di Tremonti e le vacue risposte del ministro per i beni culturali Sandro Bondi ha avuto un crollo verticale: dai 408 milioni di euro del 2010, cifra già al minimo storico, precipita per il 2011 a 262 milioni. Festival, rassegne, film, teatri, associazioni musicali si troveranno all'ultima spiaggia, anzi oltre. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Letta e Bondi hanno promesso un reintegro, ma troppe volte le parole del governo sono state smentite nei fatti dal governo stesso. Al quale artisti, tecnici, maestranze e sindacati chiedono l'approvazione delle leggi quadro di sistema dei settori dello spettacolo dal video e cine-audiovisivo e quella sulla tutela dei lavoratori del settore che, se non lavorano (e hanno pause nell'anno, è normale), non guadagnano un euro e non hanno uno straccio di ammortizzatori sociali.

Lo stesso discorso vale per il cinema: oltre al reintegro del Fus chiede e aspetta da mesi il rifinanziamento, di tax credit e tax shelter, gli sgravi fiscali per il settore. Il ministro ha affermato più volte di concordare e che giudica queste misure «indispensabili», ma poi? La politica culturale del governo è stata assente, e per questo devastante. «Le promesse non ci bastano, non possiamo più stare appesi», commenta il presidente dei Cento Autori, Andrea Purgatori. «Giovedì sera ad “Annozero” Bondi continuava a promettere e intanto al mattino c'era stato un consiglio dei ministri dal quale lui è uscito senza una briciola».

La giornata di oggi segue la protesta, clamorosa, sul tappeto rosso (lo chiamano red carpet) dell'inaugurazione del Roma Film Festival e un sit in davanti a Montecitorio. Per questa protesta Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil hanno ritrovato l'unità sindacale e promuovono manifestazioni e appuntamenti in tutta Italia. A Roma in mattinata attori, registi, autori, tecnici e sindacalisti si ritrovano al cinema Adriano in assemblea. E qui sono dati per certi Giulio Scarpati, il Lele di “Un medico in famiglia” e presidente del sindacato attori della Cgil, Sabrina Impacciatore, che leggerà un testo degli artisti, insieme a Riccardo Scamarcio, Paolo Sorrentino, Isabella Ferrari, che giovedì scorso hanno avuto avuto una vivace discussione con Bondi durante la trasmissione “Annozero”. A Milano l'appuntamento è alle 15 alla Camera del lavoro con il direttore de Il Piccolo Escobar, il sovrintendente della Scala Lissner e l'attore Toni Servillo. A Bari ci sarà un presidio davanti al Teatro Petruzzelli.

Che si sia a un passo dal baratro e senza appigli non lo comprendono solo artisti e sindacalisti. Silvano Conti, segretario nazionale della Slc-Cgil, osserva che per la prima volta la protesta ha la solidarietà di associazioni come Agis e Anica, le associazioni delle imprese. E perfino nelle dirette tv, dal Grande Fratello a Vieni via con me, dovrebbero essere letti messaggi di solidarietà. E se anche il Grande fratello si sveglia, vuol dire che tutti, ma proprio tutti, hanno da allarmarsi.

Fonte: L'Unità

21 novembre 2010

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