Lo “jus scholae” atteso da un milione di ragazzi/e!
RaiNews
Oggi alla camera si discute lo ‘Ius scholae’, per dare la cittadinanza ai figli di immigrati che hanno completato almeno cinque anni di scuola. In commissione il centrodestra si divide, la Lega vota contro insieme a Fdi, FI si spacca
Oggi pomeriggio l’Aula della Camera si troverà a discutere del cosiddetto ‘ius scholae‘, una proposta di legge sulla cittadinanza per i figli degli immigrati.
Il testo punta a riconoscere il ruolo della scuola consentendo a quasi un milione di ragazzi under 18 (nati in Italia o arrivati entro i 12 anni) la possibilità di chiedere la cittadinanza italiana dopo aver frequentato “almeno 5 anni di scuola”.
Dare ai ragazzi la cittadinanza anche prima della maggiore età mette d’accordo tutto il centrosinistra, ma ha diviso il centrodestra: ieri nel voto della commissione Affari costituzionali che ha approvato il mandato al relatore Giuseppe Brescia, la Lega ha votato contro il testo insieme a Fdi. Forza Italia si, Annagrazia Calabria ha votato contro e Renata Polverini a favore.
Lega e Fratelli d’Italia si sono opposti in ogni modo: la cittadinanza “non è un biglietto a premi” e “si decide a 18 anni”, ha detto Matteo Salvini, mentre per Fdi si tratta di “uno ius soli mascherato”. “Nel testo unico Pd-M5s la manifestazione di volontà è dei genitori stranieri e non dei ragazzi, il minore non è neppure ascoltato o considerato, ma diventa uno strumento per un lasciapassare alla cittadinanza facile” dicono i deputati di Fdi Emanuele Prisco e Augusta Montaruli.
È stato un percorso durato anni, ricco di attese e di speranze per centinaia di migliaia di ragazzi e ragazze che da italiani a tutti gli effetti non ne avevano il riconoscimento ufficiale. Anni anche di polemiche e di rimandi, nella scorsa legislatura si provò a sostituire la legge attuale, basata sullo ‘ius sanguinis’, con quella dello ‘ius soli’; prima ancora, nel 2019, venne proposto il cosiddetto ‘ius culturae’, molto simile all’attuale proposta di legge.
Lo ‘ius scholae’ è in pratica la stessa: un minore potrà acquistare su richiesta la cittadinanza se abbia risieduto legalmente e senza interruzioni in Italia e abbia frequentato regolarmente per almeno 5 anni uno o più cicli scolastici. “È un passo importante e positivo: tra le tante leggi inadeguate e fuori dal tempo che è urgente cambiare c’è sicuramente questa”, commenta Riccardo Magi, deputato e presidente di Più Europa.
“Siamo riusciti, nonostante le difficoltà e l’ostruzionismo di Lega e FdI, a fare un importante passo avanti. La strada è ancora lunga, ma la direzione è quella giusta” dichiara il deputato democratico Matteo Mauri, responsabile Pd per le politiche sulla cittadinanza.
In realtà la cittadinanza non scatterà automaticamente alla conclusione del ciclo di studi, ma dovrà essere richiesta dal bambino o da uno dei genitori. Alla Lega non è bastato: “Prove tecniche di sharia in Italia. Con un emendamento a dir poco folle del Pd al cosiddetto ‘Ius scholae’, si vorrebbe consentire a un solo genitore straniero, residente nel nostro Paese, la possibilità di chiedere e ottenere la cittadinanza italiana per il proprio figlio indipendentemente dalla volontà del coniuge e del diretto interessato. Roba da matti”. dichiarano i deputati della Lega in commissione Affari costituzionali.
“Finalmente si va in aula, davanti a tutti gli italiani, per iniziare a saldare un debito con migliaia di ragazzi che si sentono italiani, ma che non sono riconosciuti come tali dallo Stato”. Così Giuseppe Brescia (M5S), presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera e relatore del provvedimento, “Lo ‘ius scholae’ è una risposta pragmatica e semplice a una richiesta di cambiamento diffusa. Non toglie nulla a nessuno, ma aggiunge e crea le condizioni per una società più inclusiva e giusta”.
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29 giugno 2022