Lite per una sigaretta, 16enne ucciso, colpito alla tempia dal suo migliore amico


Massimo Lugli


Shock nel centro commerciale di Parco Leonardo a Fiumicino. Simone Costa, ha barcollato ed è crollato a terra: il ragazzo è morto pochi minuti più tardi sull’ambulanza che lo portava al pronto soccorso.


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Lite per una sigaretta, 16enne ucciso, colpito alla tempia dal suo migliore amico

Un solo pugno, alla tempia, per una sigaretta negata. Simone Costa, 16 anni, ha barcollato ed è crollato a terra: il ragazzo è morto pochi minuti più tardi, sull'ambulanza che lo portava al pronto soccorso, ucciso per una lite banale dal suo migliore amico. Una tragedia assurda, una giovane vita spezzata in un pomeriggio di shopping nello scenario vagamente surreale del Parco Leonardo, il più grande centro commerciale d'Italia inaugurato 6 anni fa: 100 mila metri quadrati, 210 negozi, ristoranti, sale giochi, bar e pub, punto di ritrovo abituale di centinaia di ragazzi della zona sud di Roma e dei paesi del litorale.

Simone, "Mimì", come lo chiamavano in famiglia, aveva pranzato a Fiumicino con i genitori (il padre, Stefano, lavora in un negozio di porte blindate, la madre, Michela, è impiegata in un ufficio postale), la sorellina Elisa e uno zio, Vittorio, poi aveva incontrato la sua comitiva e, tutti insieme, i ragazzi avevano raggiunto il centro commerciale sulla Portuenze. Poche ore dopo "Mimì" era morto. Arrestato dagli agenti del commissariato di zona, nella tarda serata, Cesare, figlio del titolare di uno stabilimento balneare, l'amico di sempre di Simone, il coetaneo che ha sferrato il pugno mortale. Davanti ai poliziotti, il sedicenne non ha mai smesso di piangere.

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La disperazione della madre

Un adolescente allegro, simpatico, irreprensibile. Questo il ritratto della vittima tratteggiato dagli amici, attoniti e agghiacciati, che sono rimasti fino a notte davanti al poliambulatorio della Asl RmD di Fiumicino dove il giovane era stato trasportato in un disperato tentativo di salvargli la vita. Da un anno, "Mimì" aveva lasciato gli studi e aveva iniziato a lavorare in un negozio di parrucchiere come apprendista. "Due settimane fa aveva fatto il suo primo taglio di capelli ed era fierissimo" ricorda un amico, sconvolto. Poi, quando la salma è uscita sul furgone della polizia mortuaria, diretta all'istituto di medicina legale, la piccola folla ha salutato Simone con un lungo applauso.

Sono stati gli agenti del commissariato di Fiumicino, che hanno ascoltato numerosi testimoni, a ricostruire la dinamica del dramma. Verso le 18, la comitiva è già sparpagliata tra le vetrina e le attrazioni del Parco Leonardo. Simone, Cesare e altri amici sono seduti a un tavolino, fuori dal multisala UGC, di fronte a un ristorante giapponese. Cesare chiede una sigaretta, Simone rifiuta, vola qualche parola grossa, lo scherzo iniziale si trasforma in un diverbio. All'improvviso, Cesare sferra un pugno che si schianta sulla tempia sinistra del sedicenne. Il ragazzo va a terra. Una scena fulminea. "Eravamo qui davanti e neanche ce ne siamo accorti" dicono alcuni dipendenti del "Sushi Sen" e di un altro ristorante proprio di fronte.

Simone, però, non si rialza. E' intontito, perde sangue dal naso, lo sguardo vitreo. "Ero in sala giochi e l'ho visto a terra – ricorda Francesca, una biondina minuta che trema ancora dallo shock – ho cercato di soccorrerlo, di asciugargli il sangue ma stava malissimo". Tra la folla che continuava ad accalcarsi davanti alle vetrine sono spuntate le divise di due addetti alla sicurezza: "Abbiamo provato a rianimare il ragazzo che aveva la lingua girata – raccontano – ma dopo pochissimi minuti è intervenuto il personale sanitario di un'associazione di volontariato che fa servizio qui al Parco Leonardo". L'ambulanza è partita verso il poliambulatorio, a sirena spiegata ma i medici si sono trovati davanti a un cadavere.

Sul posto, gli agenti del vicequestore Patrizia Sposato hanno rintracciato gli amici della vittima tra cui Cesare che ha confessato immediatamente. Incredulo, distrutto, il ragazzo si è abbandonato a una straziante scena di disperazione. Dopo lunghe telefonate con la procura minorile, l'adolescente è stato arrestato per omicidio preterintenzionale e rinchiuso nel centro di prima accoglienza di via Virginia Agnelli. A Fiumicino, davanti alla Asl, l'urlo straziante della madre di Simone: "Mimì, dove sei Mimì? Non si fanno queste cose..".

Fonte: La Repubblica

12 dicembre 2011

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