Libia, nuona strage in mare


Avvenire


Il barcone sarebbe affondato al largo della costa occidentale, in aque internazionali. E Roma invia nave Aquarius per salvare centinaia di persone su un barcone di legno. 2.772 morti nel 2017


CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+
migranti-int

Il mare fa ancora decine di vittime. Sono almeno 31 i migranti morti dopo che il loro gommone, carico di oltre cento persone dirette verso l’Europa, è affondato al largo della costa occidentale della Libia. Una ottantina di sopravvissuti, ha appreso l’agenzia Reuters, sono stati riportati in porto a Tripoli. La guardia costiera libica parla di decine di corpi in mare, di cui 31 recuperati e individua nel sovraffollamento la probabile causa della disgrazia. Di sicuro tra le vittime ci sono 3 bambini e 18 donne.

Il bilancio fornito dalla Marina libica sulla tragedia che si è consumata stamani davanti alle coste libiche fa temere una settantina di vittime. E dato che il tipo di barcone sfasciatosi a est di Tripoli in genere trasporta tra le 110 e le 120 persone, un portavoce contattato dall’ANSA ha stimato che i dispersi potrebbero essere “circa 40”.

I naufraghi tratti in salvo al largo di Gars Garabulli sono invece 44, tra cui un bambino e nove donne, ha detto il portavoce, l’ammiraglio Ayob Amr Ghasem, confermando che alcuni cadaveri sono stati sfigurati dagli squali.

Nelle stesse ore, ha appreso Avvenire, la Guardia costiera da Roma ha chiesto alla nave Aquarius, noleggiata dall’ong Sos Mediterranée e con un team di Medici senza frontiere, di intervenire con la massima urgenza in acque internazionali a est di Tripoli. E’ infatti stato individuato un barcone in legno, come non accadeva da molti mesi, caricato con almeno mezzo migliaio di migranti. Le condizioni meteo e la tipologia di natante rendono le operazioni ancora più complicate di quanto non avvenga normalmente con i già pericolosi gommoni. Non si sa se nella zona si stiano recando anche motovedette libiche.

Nonostante la positiva evoluzione sul fronte delle partenze dalla Libia, dati diffusi proprio ieri dall’Organizzazione mondiale per le migrazioni (Iom) attestano che dall’inizio dell’anno le morti lungo la “rotta mediterranea centrale”, quella che porta all’Italia, sono stati 2.772. Si tratta, come attesta l’Oim, del tratto di mare più micidiale al mondo in cui dall’inizio del 2013 sono annegate circa 15 mila persone, una media di dieci al giorno. “Il confine più pericoloso del mondo”.

Nello Scavo

Avvenire

25 novembre 2017

CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+

Lascia un commento