Libertà di stampa: Reporter Senza Frontiere, in Italia è a rischio
Rassegna.it
“Troppe pressioni sui media, Silvio Berlusconi rischia di finire nella lista dei predatori della libertà di stampa”. A dirlo è Jean-Francois Julliard, segretario generale di Reporters sans frontierès, in una conferenza stampa ospitata ieri dalla Fnsi.
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“Troppe pressioni sui media, Silvio Berlusconi rischia di finire nella lista dei predatori della libertà di stampa”. A dirlo è Jean-Francois Julliard, segretario generale dell’organizzazione internazionale Reporters sans frontierès, in una conferenza stampa ospitata dalla Fnsi. Tra le iniziative annunciate nell’occasione, la richiesta di un incontro con il premier e una lettera a tutti i senatori perché non approvino così com’è il ddl Alfano sulle
intercettazioni.
Julliard, che sarà presente domani anche alla manifestazione nazionale della Fnsi a Roma, non usa mezzi termini: “L’Italia è il paese dell’Unione europea dove la libertà di stampa è più gravemente minacciata e Silvio Berlusconi, se non mette fine alla sua campagna contro i media rischia di ritrovarsi nella lista dei predatori della libertà di stampa in compagnia di personaggi come Gheddafi e Putin”.
Sono tre gli elementi che suscitano l’allarme di Rsf: “Le azioni legali contro alcuni giornali italiani e stranieri”, perché “un primo ministro deve avere una soglia più alta di tolleranza alle critiche; le pressioni sui media pubblici”, perché “non è accettabile che Berlusconi abbia tanto da dire sui programmi della Rai, questo non è degno di un paese democratico e membro della Ue” e infine “l’appello molto grave, rivolto dal premier agli imprenditori, al boicottaggio pubblicitario di alcuni giornali, in particolare Repubblica”. Un episodio che Julliard giudica “allucinante: gli unici precedenti che ricordo sono avvenuti in Bielorussia e Zimbabwe”.
In conclusione un avvertimento: nel prossimo “Indice della libertà di stampa” pubblicato annualmente da Reporters sans frontières, “l’Italia, che era quarantatreesima, non guadagnerà certo posizioni e rischia – dice Julliard – di essere la nazione dell’Unione europea con il posto più basso in classifica”.
Fonte: Rassegna.it
2 ottobre 2009