Liberiamo l’acqua dalla Borsa!
La redazione
Dalla messa dell’acqua in Borsa, che ha sancito la finanziarizzazione di un bene essenziale e drammaticamente scarso, assoggettandone la disponibilità alla logica di mercato e di profitto, nulla è cambiato e nessun passo indietro è stato compiuto. Cosa possiamo fare?
Il 7 dicembre 2020 l’acqua è stata quotata nella Borsa di Chicago, su iniziativa del più potente fondo d’investimento speculativo mondiale, il Black Rock, suscitando forti reazioni di opposizione e di critica in tutto il mondo.
L’Associazione Internazionale “Agorà degli Abitanti della Terra”, con sede in Belgio, ha lanciato la campagna “Liberiamo l’acqua dalla Borsa” in Argentina, Belgio, Brasile, Cile, Francia, Italia, Québec, con il progetto di allargarla sempre di più ed il Forum Italiano dei movimenti per l’Acqua aveva lanciato una petizione di successo.
Il 25 ottobre scorso, proseguendo nella linea imposta dal BlackRock, la Borsa di New York ha deciso di aprire una nuova classe di attivi finanziari, gestiti da una nuova categoria d’imprese le “Natural Assets Companies” (NAC), una vera e propria monetizzazione generale della natura sotto tutela della Borsa, per comprarsi pezzi di Pianeta da cui estrarre profitti. Se questa appropriazione finanziaria privata della natura non sarà arrestata, l’acqua e l’insieme del mondo naturale, saranno totalmente, in pochi anni, nelle mani di ristretti gruppi finanziari.
Dalla messa dell’acqua in Borsa, che ha sancito la finanziarizzazione di un bene essenziale e drammaticamente scarso, assoggettandone la disponibilità alla logica di mercato e di profitto, nulla è cambiato e nessun passo indietro è stato compiuto.
Scarsità per taluni, è ricchezza per altri secondo il dogma liberista.
Nel mentre 2,2 miliardi di persone non hanno ancora un accesso minimo vitale all’acqua potabile e 3,4 miliardi non dispongono di servizi igienici di base, cosa fa la finanza?
Interviene pesantemente per “governare” la penuria idrica ed assicurare così, grazie ad un prezzo speculativo, anzitutto la disponibilità dell’acqua alle imprese private grandi utilizzatrici e produttrici di profitto. Uno scandalo!
Sottoporre l’acqua alla speculazione finanziaria apre a scenari ancora peggiori che, inevitabilmente, porteranno all’emarginazione di territori, popolazioni, piccoli agricoltori e piccole imprese, aggravando la crisi globale ecosistemica, climatica, economica, sociale e sanitaria.
E’ urgente una svolta globale innovativa in tutela dell’acqua e dell’ambiente ed in difesa beni comuni della Terra essenziali per la vita di tutti,.
Per il Relatore Onu Arrojo-Agudo, la crisi dell’acqua trae origine da due fallimenti:
• Il primo è l’insostenibilità che abbiamo determinato a danno dei nostri ecosistemi acquatici, trasformando l’acqua nel più pericoloso vettore di malattie e morte mai conosciuto al mondo.
• Il secondo ha a che fare con le diseguaglianze e la povertà, prodotte da un sistema socio-economico “immorale” che ha privatizzato e sottomesso tutto alle sragionevoli ed inumane “leggi del mercato” e della speculazione borsistica (le leggi del più forte).
L’acqua è la madre di tutti i diritti: la sua quotazione in borsa renderà vana, nei fatti, la fondamentale risoluzione dell’Assemblea Generale dell’ONU del 2010 sul diritto universale all’acqua.
Inoltre, nel nostro paese rappresenterà un ulteriore schiaffo al voto di 27 milioni di cittadine/i italiane/i che nel 2011 si espressero nel referendum dicendo che l’acqua doveva uscire dal mercato e che non si poteva fare profitto su questo bene.
Per questo esigiamo dai poteri pubblici italiani, decisioni prioritarie
1. Che vengano immediatamente vietate le transazioni finanziarie sull’acqua;
2. Il divieto alle società di gestione dei servizi idrici di essere quotate in Borsa: zero Borsa per l’acqua bene comune e servizio pubblico mondiale;
3. Che si rigetti la monetizzazione della natura e venga riconosciuto il diritto dei fiumi, mari, laghi, ghiacciai e loro ecosistemi, di esistere in quanto tali, come beni universali della vita. Il valore della vita non è il prezzo;
4. Che venga formalmente stralciato l’art. 6 dal Ddl Concorrenza che mette in discussione alla base la funzione pubblica e sociale dei Comuni, costringendoli di fatto al ruolo di enti unicamente deputati a mettere sul mercato i servizi pubblici di propria titolarità, con grave pregiudizio dei propri doveri di garanti dei diritti della comunità di riferimento;
5. Che si sleghi l’agroalimentare dalla logica del profitto, incentivando le produzioni vegetali e locali che abbisognano di meno acqua rispetto a quelle zootecniche e favorendo così un utilizzo razionale e responsabile delle risorse idriche a fini alimentari.
In aggiunta, invitiamo i cittadini ad agire affinché:
• il principio “chi inquina paga” venga sostituito dal principio “è vietato inquinare”;
• si crei il Consiglio mondiale dei cittadini per la comune sicurezza idrica della Terra e la costituzione dell’Assemblea Mondiale dell’Acqua;
• siano intraprese azioni legali contro gli Stati che non salvaguardano e non garantiscono la rigenerazione delle acque, della vita, e lasciano alla monetizzazione della natura l’impostura della protezione del mondo naturale;
• venga messa fine al Capitalismo predatorio di terre ed altre risorse del pianeta;
• Che venga promosso, anche in concorso con gli enti locali, l’avvio di una discussione pubblica sul ruolo dei Comuni, dei servizi pubblici, dei beni comuni e della democrazia di prossimità dentro un contesto di ripensamento del modello sociale dettato dalla necessità di affrontare la diseguaglianza sociale e la crisi climatica, evidenziate dalla pandemia;
• Nuova tariffazione dei servizi idrici: la tariffa non deve prevedere profitti né remunerazione del capitale in alcuna forma. Garantire ad ogni cittadino il quantitativo minimo vitale (50 l/g/ab) stabilendo che sia a carico della fiscalità generale. L‘acqua è da tempo ridotta a merce e ora è trattata come un avere finanziario su cui speculare.
NON DOBBIAMO ABBANDONARE LA CENTRALITA’ DEI DIRITTI UNIVERSALI, DELLA GIUSTIZIA, DEL BENESSERE PER TUTTI E TUTTE.
La campagna internazionale è promossa in Italia da Agorà degli Abitanti della Terra-Acqua Bene Comune comitato milanese-Laudato Sì-Costituzione Beni Comuni-Pax Christi-Monastero del bene comune-Mamme No Pfas-Emmaus Italia-Movimento Blu-Transform! Italia-Animal Save Italia-Radio Itineraria.
(adesioni in continuo aggiornamento)