L’Emilia-Romagna per i diritti umani e la solidarietà
La redazione
Monica Donini, presidente dell’Assemblea legislativa regionale, racconta come un ente locale può impegnarsi e fare rete in materia di pace e integrazione multiculturale. Anche attraverso un portale
Un portale, “Pace e diritti umani”, che raccoglie tutto quello che le istituzioni locali e il mondo dell’associazionismo fanno per costruire una rete in materia di cooperazione internazionale, educazione alla non violenza, integrazione multietnica, promozione dei diritti e della solidarietà fra i popoli. Monica Donini, presidente dell’Assemblea legislativa regionale dell’Emilia-Romagna, racconta così l’impegno del suo territorio. Un lavoro che si ispira alla legge regionale n. 12 del 24 giugno 2002 “Interventi per la cooperazione con i paesi in via di sviluppo e di transizione, la solidarietà internazionale e la promozione di una cultura di pace” e che negli anni si è concretizzato in varie forme: dal finanziamento di progetti in Africa, Brasile, Palestina o nell’Est europeo alla concessione del patrocinio, dall’organizzazione di convegni al lavoro con le scuole, fino all’istituzione del concorso “René Cassin”, che premia le migliori tesi di laurea sul tema dei diritti umani delle facoltà di Giurisprudenza e Scienze politiche dell’Emilia-Romagna.
“Quest’anno poi la Regione parteciperà di nuovo alla marcia Perugia-Assisi, rendendosi inoltre disponibile ad ‘adottare’ un popolo, a ospitare alcune delegazioni straniere e a organizzare eventi collaterali – spiega Monica Donini –. L’Emilia-Romagna, infine, sta dandosi da fare anche per arrivare alla prima Conferenza mondiale delle vittime di guerra e terrorismo che dovrebbe tenersi a New York”. Ma la filosofia di fondo che sta alla base di ogni intervento regionale, continua la presidente dell’Assemblea legislativa, “è che la Regione non dovrebbe mai sovrapporsi alle altre istituzioni ma fare da collegamento tra gli enti locali, le ong e il Terzo settore”. E ancora: “l’Emilia-Romagna deve imparare a coniugare, e già lo sta facendo, le politiche di integrazione sociale con quelle di cooperazione decentrata, in modo che i cittadini immigrati diventino parte attiva nei processi di sviluppo dei loro paesi d’origine”. Un ultima considerazione la Donini la fa sui temi della Ue della memoria: “anche loro sono importanti, perché il ricordo di quanto è avvenuto in questi ultimi 70 anni in Europa è il miglior antidoto contro ogni conflitto”.