Legge sul conflitto di interessi addio
Giuseppe Giuletti - articolo21.org
Come era largamente prevedibile la Camera ha deciso di respingere tutti gli emendamenti che tendevano almeno ad attenuare gli effetti del conflitto di interesse sul regolare svolgimento delle competizioni elettorali.
Come era largamente prevedibile la Camera ha deciso di respingere tutti gli emendamenti che tendevano non a risolvere, ma almeno ad attenuare gli effetti del conflitto di interesse sul regolare svolgimento delle competizioni elettorali.
I parlamentari di Sel, a cominciare dal capogruppo Gennaro Migliore, quelli di 5 stelle, alcuni deputati del gruppo misto, da Pisicchio a Tabacci, hanno presentato delle modifiche di assoluto buon senso e relative, in primo luogo, alla definizione dei casi di ineleggibilità.
Questi emendamenti, che non sono la risoluzione del conflitto di interessi, si erano resi necessari perché, subito dopo le scorse elezioni, un vasto schieramento, Pd compreso, aveva sostenuto la necessità di eliminare ogni eventuale ambiguità dalla legge del 1957 quella che definisce i casi di ineleggibilità.
La norma,infatti, esclude la eleggibilità dei titolari di concessioni pubbliche e tra queste ovviamente rientrano quelle radiotelevisive, anzi queste lo sono ancor di più perché il titolare può incidere sulla formazione del consenso in modo più rilevante del titolare di una farmacia comunale…
Nel ventennio, al contrario sono stati ritenuti incompatibili i farmacisti e compatibile Berlusconi, perché l’ineleggibile non sarebbe il proprietario bensì l’amministratore delegato, in questo caso Confalonieri.
L’espediente truffaldino fu inventato per non infastidire il cavaliere e sempre reiterato, a conferma di un patto persistente, e capace di attraversare governi e maggioranze diverse.
Questa volta é andata in onda la replica di un vecchio programma. Gli emendamenti,che miravano solo ad impedire nuovi trucchi ed altri imbrogli, é stato respinto, a favore hanno votato solo in 157, pochissimi i dissidenti, a conferma che questo é davvero un tema esplosivo; chi prova solo a sfiorare i fili del conflitto di interesse rischia di restare bruciato.
Questa volta il voto contrario é ancora più grave.
Non ci avevano detto che il cavaliere era omai fuori dai giochi,addirittura incandidabile?
Qual è la difficoltà a definire una norma che non avrebbe avuto effetto su Berlusconi? Oppure le cose non stanno così e magari non si voleva fare dispetto ai suoi familiari in rampa di lancio? Oppure sono in arrivo altri editori di ogni risma e colore?
Sia come sia sia si é persa l’ennesima occasione per rispettare un impegno e per definire un noma non contro qualcuno, ma a favore dell’interesse generale.
Sotto questo profilo, spiace dirlo, il cosiddetto Nuovo si é mosso in assoluta sintonia con il Vecchio.
Un grazie, infine, a quei parlamentari di qualsiasi segno e colore, che non hanno esitato a condurre una battaglia civile nel pieno rispetto dello stato di diritto e dei valori costituzionali.
Fonte: www.articolo21.org
7 marzo 2014