Con le fiaccole in mano e il cuore in gola


la Repubblica


Migliaia alla fiaccolata per Willy. Una barbara uccisione che ha commosso e scosso l’Italia. La comunità e il Sindaco chiedono giustizia.


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Willy

PALIANO. Era un giorno terribile per sospendere il raccoglimento con cui sono chiusi in casa, socchiudendo la porta sul clamore esploso dopo la morte del loro Willy. Era il giorno dell’autopsia, eppure Lucia e Armando Monteiro Duarte, il papà e la mamma del ragazzo che ha commosso l’Italia con la sua dolcezza e con il suo coraggio, hanno partecipato alla fiaccolata partita alle 21 dal palazzo comunale di Paiano e conclusa più di un’ora dopo davanti al convento dei Cappuccini.

Il solito esempio di compostezza e fermezza, un abbraccio alla comunità e poi di nuovo in casa nel loro dolore.

Duemila persone con le fiaccole in mano e con il cuore in gola, e loro camminano silenti dietro un quadro di Willy in smoking sollevato sopra le teste dallo zio, accanto alla zia e ai cugini, accanto soprattutto alla sorella minore di Willy, non una lacrima di fronte alle telecamere, non un sospiro, non un gesto di rabbia per qualche eccesso di chi tenta di avere una loro parola da opporre al fiume di orrore che arriva dalle carte dell’inchiesta.

 

Decine di persone della comunità sono al centro del corteo, accanto all’ambasciatore di Capoverde che sfila con una candela in mano. Gli applausi dalle finestre, le lacrime dei vicini di casa anziani sulla soglia, poi giù fino al piazzale davanti al convento, che non può contenere che una piccola parte della folla venuta a ricordare Willy. “Qui nessuno è Dio con la vita degli altri. Ti auguriamo buon viaggio fratello, che sia fatta giustizia”. “Il tuo secondo nome era Felix, felicità, e tu la sapevi donare senza che nessuno te lo chiedesse”, dicono gli amici indossando la maglietta bianca “Ciao Willy”.

La indossa pure il sindaco, Domenico Alfieri: “La nostra comunità respinge sentimenti di rabbia e vendetta, ma chiede solo giustizia”. “Grazie perché con la musica sempre accesa in macchina, e con il tuo sorriso, eri sempre con noi pronto a riportarci a casa”. “Eri troppo buono per stare in un mondo marcio, hanno deciso di portarti in un posto migliore affidandoti il compito di proteggerti”.

Papà, mamma e sorellina sono seduti davanti alle strisce tricolori dei sindaci: “Al papà Armando e alla mamma il nostro ringraziamento per averci fatto conoscere un ragazzo unico”.

La Repubblica
9 settembre 2020

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