L’arcobaleno copre il Lodigiano: in 2mila marciano per la pace
Angelika Ratzinger – Il Cittadino
Tre province si sono mobilitate domenica 5 ottobre per l’appuntamento. «Questa non è una parata, non è un momento per ritrovarsi una volta all’anno, ma significa promuovere un’opera di sensibilizzazione fatta di iniziative».
Zaino in spalla e scarponi biciclette, moto, passeggini, carrozzine per i disabili, ognuno a modo suo e tutti insieme per un unico scopo: la pace. La sesta edizione della marcia lodigiana, organizzata dalla rete di associazioni riunite sotto il logo di Lodi solidale, ha raccolto ieri un’adesione trasversale, dagli anziani ai bambini, dalle circa 60 associazioni laiche e cattoliche (presenti alcuni membri dei gruppi scout) ai sindacati, dai rappresentanti della comunità islamica ai ragazzi di Tam Tam d’Afrique con i loro bonghi.
Partenza da piazza San Francesco dove circa 40 sindaci e rappresentanti delle amministrazioni comunali hanno aperto il corteo. Tra i tanti anche Simone Uggetti sindaco di Lodi, con il vicesindaco Simonetta Pozzoli, l’assessore alla pace Andrea Ferrari e il presidente della Provincia Mauro Soldati. Lo storico “bandierone arcobaleno” (circa 25 metri di lunghezza) è stato srotolato e agitato dai giovani come un’onda pronta ad allungarsi sulla strada e a raggiungere tutti con il suo messaggio di pace: così alle 9.30 i manifestanti hanno mosso i primi passi verso ponte Napoleone Bonaparte, procedendo in direzione Pandino, destinazione finale della camminata.
All’arrivo, intorno alle 13.30, i lodigiani sono stati raggiunti da altri due gruppi di marciatori, partiti sempre in mattinata da piazza della Libertà a Paullo e da piazza Garibaldi a Crema, per un totale di circa duemila presenze.
Questa la stima di Anna Bianchi, una delle organizzatrici, che ha collaborato con Luigi Lacchini, storico promotore della manifestazione, e con molti altri.
Stanchi e accaldati, i partecipanti provenienti dalle tre località, si sono ritrovati lungo via Roma per fare poi il loro ingresso trionfale nel parco del castello di Pandino, dove ad attenderli c’erano gli stand delle associazioni, i punti ristoro organizzati dalla Pro loco e il palco centrale ai piedi del quale i gonfaloni della pace hanno creato un lungo tappeto.
Il primo a prendere la parola è stato Andrea Ferrari che attualmente è anche Coordinatore nazionale
enti locali per la pace: «Parlare di pace nei nostri territori vuol dire ragionare come una città coesa, solidale, accogliente. Questa non è una parata, non è un momento per ritrovarsi una volta all’anno, ma significa promuovere un’opera di sensibilizzazione fatta di tante iniziative di formazione». Ha poi invitato lodigiani e cremaschi ad unirsi alla Perugia-Assisi di domenica 19 ottobre: «Marceremo con l’idea di Aldo Capitini, ideatore della manifestazione nel 1961». Dal palco hanno lanciato il loro messaggio anche Piero Piraccini, rappresentante della Tavola della pace nazionale, Maria Luise Polig e Paola Vailati, rispettivamente sindaco di Pandino e assessore a Crema.
A chiudere il cerchio degli interventi, prima di lasciare spazio all’esibizione della folk band “Ciapa la cioca”, è intervenuto Antonio Pizzinato, presidente onorario Anpi Lombardia: «Tre province si sono mobilitate per la pace che oggi è il problema fondamentale dell’umanità, non solo nei singoli paesi, ma in tutto il mondo». I bambini sterminati a Gaza, i migranti vittime dei naufragi, il rischio causato dagli arsenali nucleari: immagini ripercorse da Pizzinato, lasciando intendere che la strada verso la pace è ancora lunga.
Fonte: il Cittadino
6 ottobre 2014