L’altra Colonia: le violenze contro le donne rifugiate
NEAR EAST NEWS AGENCY
La denuncia di Amnesty in un nuovo rapporto: le donne in fuga dalla guerra subiscono in Europa abusi sessuali da trafficanti, staff della sicurezza nei campi e altri profughi.
Si dice spesso che le donne sono le prime vittime della guerra. Lo sono anche quando scappano dalla guerra, nel cuore della fortezza Europa, quella che dice di difendere se stessa e i propri valori di libertà da fatti come quelli di Colonia. Il capodanno tedesco, sfruttato a dovere e mai veramente sviscerato e spiegato, è servito a chi vuole generare panico e repulsione verso l’arrivo di profughi in fuga dalle guerre europee. Come è stato cavalcato, è stato presto accantonato.
Cosa resta? L’ipocrisia della violenza contro le donne, che siano cittadine europee o rifugiate. Ad accendere i riflettori sull’ennesima vergogna è Amnesty International che in un rapporto pubblicato lunedì fa appello ai governi europei perché garantiscano protezione alle donne rifugiate. Perché le donne rifugiate sono le vittime di abusi e violenze sessuali nel loro lungo viaggio verso la salvezza: “Le donne e le ragazze rifugiate subiscono violenze, sfruttamento, violenze sessuali ad ogni passo del loro viaggio, compresi quelli su suolo europeo”.
L’associazione ha intervistato 40 donne siriane e irachene in Norvegia e Germania, dopo il viaggio – comune a centinaia di migliaia di profughi – dalla Grecia e dai Balcani al nord Europa. I casi più gravi si sono registrati nei campi in Ungheria, Grecia e Croazia e hanno riguardato donne che viaggiavano da sole o soltanto con i figli. Molte sono costrette a dormire negli stessi spazi e nelle stesse tende con gli uomini e ad usare gli stessi bagni, a qualsiasi ora del giorno e della notte. Alcune donne hanno raccontato di essere guardate dai membri dello staff dei campi profughi mentre andavano in bagno, altre di aver assistito a pestaggi da parte della polizia contro donne che chiedevano più cibo per i figli.
“Molte di loro hanno affermato che in quasi ogni paese attraversato hanno subito abusi fisici e sfruttamento finaziario, hanno subito pressioni per fare sesso con i trafficanti, altri rifugiati e gli staff della sicurezza – si legge nel rapporto – Se questa crisi umanitaria fosse accaduta in qualche altra parte del mondo, ci saremmo aspettati misure immediate per proteggere i gruppi più a rischio di abusi”.
A preoccupare è il comportamento di chi, per conto degli Stati ospitanti, dovrebbe garantire la sicurezza, staff e guardie: Amnesty (come prima l’Unhcr, che ad ottobre aveva denunciato casi simili) registra casi di guardie della sicurezza che offrono vestiti alle donne in cambio di “un po’ di tempo da trascorrere insieme”. Più difficile da arginare, direttamente, sono gli abusi da parte dei trafficanti che spesso chiedono sesso al posto del denaro necessario al viaggio: tanti i racconti che Amnesty ha registrato in merito, dalla Giordania alla Siria alla Turchia. Ma lo si può fare indirettamente, garantendo l’ingresso in Europa per vie legali e non pagando contrabbandieri di uomini per compiere viaggi in cui in troppi perdono la vita.
Fonte: http://nena-news.it
20 gennaio 2016