L’adulto bambino che piace tanto alla tv


La redazione della Marcia


I giornalisti Rai discutono di servizio pubblico e si confrontano con il mondo della scuola.


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L’adulto bambino che piace tanto alla tv

Un inedito botta e risposta fra scuola e informazione. E’ il cuore dell’incontro “La tv non distrugga la sera quello che la scuola costruisce la mattina”, che si è tenuto questo pomeriggio a Perugia. Un dibattito serrato da cui è uscita una richiesta di responsabilità reciproca per superare una situazione da tutti considerata gravissima e pericolosa.
 
“Diamoci una mano, – chiede il segretario della Fnsi Roberto Natale – la tv generalista sta distruggendo tutto, a iniziare da quello che gli insegnanti cercano di costruire nelle scuole”. Il segretario del sindacato dei giornalisti propone poi al numeroso pubblico che affolla la sala del consiglio comunale di Perugia un’equazione di indubbio interesse: “questa televisione supera l’idea del cittadino “inconsapevole” a favore dell’infantilizzazione dell’adulto, ovvero un adulto-bambino che diventi consumatore inconsapevole e forse anche elettore inconsapevole”. Come leggere altrimenti telegiornali che offrono spazi ai gelati per cani negandoli a esempio a tutto quello che avviene in una grande continente come l’Africa? Una vera e propria mina per la democrazia.
 
Una critica in gran parte condivisa dalla giornalista del tg1 Tiziana Ferrario, recentemente vittima di una vera e propria epurazione, colpevole di non essersi voluta uniformare alle idee del nuovo direttore. La Ferrario sottolinea però che parlare di tv come di un'unica realtà rischia di fare torto alla verità: “ci sono tante televisioni, c’è il satellite, c’è internet…Bisogna fare i conti con questa diversità e con lo stesso mercato. Semmai – insiste la giornalista Rai – dobbiamo fare uno sforzo per insegnare a leggere le notizie, a leggere i sommari dei tg. E qui può nascere una collaborazione fra noi giornalisti e il mondo della scuola”. E una lezione di giornalismo arriva da Santo Della Volpe del tg3 che si chiede – e chiede – come si è arrivati oggi a definire operazioni di polizia vere e proprie guerre nonostante i nostri sforzi a raccontare quello che realmente accadeva e perché notizie come quelle degli incidenti sul lavoro non trovano mai spazio sui nostri telegiornali? Della Volpe prova anche a dare delle risposte: “la politica ha piegato la società anche attraverso al televisione e riannodare quel filo è cosa difficilissima”.
Difficoltà che incontrano – secondo il rappresentante dell’Usigrai, Ottavio Olita – anche i lavoratori a rischio in stato di crisi, che per avere voce in tv si vedono costretti o a salire sulle grù o ad inscenare “l’isola dei cassaintegrati”. Olita dà poi sfogo a tutta la sua indignazione per gli esempi che la televisione propone: cosa penseranno i giovani di fronte alla manipolazione del concetto di “democrazia” che si ha con la vittoria a Sanremo grazie al televoto del giovane Scanu? Ne consegue un'amara considerazione: quale cultura mettiamo in campo per superare non Berlusconi, bensì il berlusconismo?
Cerca di tirare le conclusioni dell’incontro Flavio Lotti, e lo fa lanciando una proposta concreta: "Abbiamo il dovere di provare a pensare un percorso che mette tutti in gioco. Proviamo – afferma il coordinatore della Tavola per la pace – a decidere tutti di fare una cosa per compiere un passo in avanti. Domenica – conclude – per la prima volta anticiperemo la data della prossima Marcia della pace: facciamone un grosso appuntamento per lanciare una sfida pubblica nel campo dell’informazione. Scegliamo insieme modalità e forme".

Perugia, Palazzo dei Priori

14 maggio 2010

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