Lacrime di platino


Raffaello Zordan


L’impatto ambientale e sociale dell’industria mineraria nella provincia sudafricana del Nord Ovest. La condizione dei migranti e il basso profilo del partito di governo.


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Lacrime di platino

«Questo insediamento di baracche c'è da una decina d'anni. Vi vivono non meno di 7-8mila migranti, in gran parte uomini, arrivati in cerca di lavoro da tutta l'Africa Australe. Non ci sono né acqua né corrente elettrica. Le imprese che gestiscono in subappalto alcune attività delle miniere di platino cercano manodopera straniera perché é a più buon mercato: questa gente accetta contratti anche a brevissimo termine ed è disposta a lavorare anche per 20 rand al giorno (2 euro)».

Siamo non lontano dalla città di Rustemburg, che ospita alcune partite del Mondiale di calcio ed è la capitale della provincia sudafricana del Nord Ovest, 150 chilomentri da Johannesburg, che ama definirsi la Provincia del Platino. Chi ci parla è un militante dell'African National Congress (Anc), il partito di governo che dovrebbe avere ben a cuore situazioni del genere. Il nostro interlocutore ci spiega, infatti, che qualcosa si sta facendo: il rifornimento d'acqua viene garantito da una camion cisterna e per chi si ammala c'è una clinica mobile. Certo, ammette, sia il partito sia la grande stampa hanno un occhio di riguardo nei confronti delle imprese minerarie, a cominciare dalla Anglo Platinum che fa parte della multinazionale sudafricana Anglo American.

Per saperne di più ci rivolgiamo ad Eric Mokuoa che coordina un'attività di monitoraggio ambientale e sociale nell'area di Rustemburg. Un'azione promossa dalla Bench Marks Foundation, sorta nel 2003, che fa capo alle chiese cristiane del Sudafrica. «Il nostro obiettivo – spiega Mokoua – è verificare che ai lavoratori delle miniere, che fanno un lavoro durissimo, si applichino giusti salari. Oggi il salario medio di un minatore con contratto in regola non va oltre i 2500 rand al mese. Sono circa 250 euro e vi assicuro che non sono granché per vivere dignitosamente in questo paese».

Per quanto riguarda il monitoraggio ambientale, sono nel mirino le discariche delle miniere di platino. Chiarisce Mokoua: «Questa provincia e' a rischio. Non solo a causa dei fanghi che continuamente si accumulano in superficie come risultato dello scavo in profondità delle miniere, ma anche perché ci sono molte miniere a cielo aperto: queste ultime hanno un impatto ambientale ancora maggiore e si lasciano dietro le spalle vasti terreni inutilizzabili per attività agricole».
Il governo dice che sono importanti i posti di lavoro e che il paese ha agganciato la ripresa. Ma il Cosatu, il maggiore sindacato sudafricano e costola dell'Anc, fornisce dei numeri non proprio tranquillizzanti. Nei primi tre mesi del 2010 sono stati persi 79mila posti di lavoro, che vanno ad aggiungersi agli 870mila andati in fumo nel 2009.
Non è difficile prevedere che, a Mondiale archiviato, la tensione sociale avrà una brusca impennata.

Fonte: Nigrizia.it

25 giugno 2010

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