La tregua. Il cessate il fuoco raccontato da Y, giovane abitante della Striscia


Francesco Cavalli


Dopo 11 notti di paura la gente esce in strada contenta e urla forte perché è ancora viva. Domani inizieremo a realizzare bene ciò che è successo.


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È notte nella striscia di Gaza, questa notte appena passata quando Y. scrive per comunicare la tregua. Certo si respira dalle bombe, ma le ferite aperte da questa violenta campagna di bombardamenti non si saneranno con il fuoco cessato.

Da due ore è entrato in vigore il cessate il fuoco. Non sembra vero! Però è arrivato, con la speranza che regga e continui e ancor di più con la speranza che non si debba vivere più questo incubo. Ora la gente è in strada a festeggiare, urla e tanta musica.

È strano sentire la musica in strada dopo aver sentito solo rumori di bombe e morte per 11 giorni.

È strano prendere la decisione di svuotare lo zaino della fuga. Io ancora non ho avuto il coraggio di svuotare lo zaino e ora mi accorgo di quanto ho voglia di dormire per terra davanti alla porta di casa mia come ho fatto nelle 11 notti precedenti.

Questa notte mi accorgo di quanto ho paura di tornare a dormire nel mio letto. Questa notte non ho avuto il coraggio di uscire di casa come hanno fatto gli altri, ma come loro ho tanta voglia di urlare forte forte. Questa scena l’ho vista altre due volte prima. Alla fine di ogni attacco la gente esce a festeggiare in strada urlando. Conosco bene questa sensazione, sembra che la gente sia contenta perché ha vinto, così dice Qui nessuno ha vinto, davvero nessuno. La gente esce in strada contenta e urla forte perché è ancora viva. Nessuno credeva di uscirne vivo e invece siamo rimasti vivi.

Come nelle due volte precedenti domani inizieremo a realizzare bene ciò che è successo.

Domani vedremo meglio le nostre città distrutte.

Domani vedremo gli sfollati che sono rimasti senza case a guardarci dalle finestre delle scuole diventate centri di accoglienza.

Domani vedremo meglio come i cimiteri saranno pieni di persone che piangono davanti alle tombe dei loro cari.

Domani vedremo meglio le persone amputate che escono dagli ospedali e in quel momento ci accorgeremo che siamo usciti sani, ma sani solo fisicamente.

In quel momento ci accorgeremo di quanto abbiamo bisogno e voglia di gridare ancora più forte per il dolore che abbiamo dentro i nostri cuori che porteremo ancora per anni.

Il pensiero comune di tutti sarà: almeno questa volta è finita, godiamoci il momento, quando succederà di nuovo?

Sogni d’oro amici, vi auguro davvero sogni d’oro e non vi auguro sogni come quelli che faremo noi per mesi, per anni, perché quello che vedremo noi quando chiudiamo gli occhi sarà solo incubi.

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