La tragedia di Lodi svela il popolo nascosto dei contadini stranieri


Enrico Fovanna - www.ilgiorno.it


La terra dava il pane ai nostri nonni? Oggi lo dà a chi viene dall’estero a cercare lavoro. Come la famiglia di Salerano al Lambro spazzata via dall’incendio in cascina dell’altra notte, con 4 morti e un solo sopravvissuto.


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La terra dava il pane ai nostri nonni? Oggi lo dà a chi viene dall’estero a cercare lavoro. Come la famiglia di Salerano al Lambro spazzata via dall’incendio in cascina dell’altra notte, con 4 morti e un solo sopravvissuto. Il padre agricoltore in Italia da 20 anni. I figli perfettamente integrati.
È la campagna la nuova frontiera dell’immigrazione, in Lombardia. A dirlo, tra gli altri, è il rapporto 2012 di Ismu (Iniziative e Studi Multietnicità), uno degli enti più impegnati nel monitorare i flussi migratori, nel 2011 in Lombardia il numero di stranieri impiegati in agricoltura è salito a 28mila unità, con il forte aumento del 70% rispetto all’anno precedente e quasi del 40% rispetto al 2009, prima della contrazione registrata nel 2010.
A far da traino a questa crescita dell’impegno straniero in agricoltura è la provincia di Brescia, capofila in Regione con 7,7 mila occupati nel 2011 (più del doppio dell’anno precedente), davanti a quelle di Bergamo (5 mila) e Milano-Monza (4,3 mila).

L'area cremonese-mantovana, che ancora fino al 2006 dava lavoro a un terzo degli agricoltori stranieri in Lombardia, ne accentrava nel 2011 solamente un quinto, con 3,4 mila addetti in provincia di Mantova (+37% rispetto all’anno precedente e +30% rispetto al 2006) e 2,6 mila in quella di Cremona (+25% rispetto al 2010 e +12% rispetto a5 anni prima).

«Ormai – dice il 22° Rapporto Statistico Caritas sull’immigrazione, riferito al 2012 – tra l’agricoltura e i lavoratori immigrati si è creato un legame inscindibile. Il trend è crescente e i dati dimostrano che le aziende agricole che occupano lavoratori immigrati ne beneficiano anche in termini di produttività». Il quadro è chiaro. Secondo dati Inail, gli immigrati regolarmente assunti che lavorano nel comparto agricolo sono 20.822 in Lombardia (circa il 3% dei 691.772 lavoratori nati all’estero iscritti all’Inail regionale), circa un quindicesimo dei 310.779 in Italia. Sono ben 150 i Paesi di origine, ma un addetto su 3 (quasi 7.000 in Lombardia) viene dalla Romania. Sempre per la Caritas, quasi un quarto degli stranieri residenti in Italia (il 23,5%) è iscritto nelle anagrafi della Lombardia (1.178.000 unità nel 2012) e il 10% nella sola provincia di Milano, che da sola raggruppa il 43,3% degli immigrati lombardi. Da notare che il 25,6% dei soggiornanti stranieri in Lombardia (esclusi dunque i cittadini Ue, come i romeni) è minorenne (249.457).

Tra le etnie impiegate in agricoltura, prevalgono quella indiana (specie tra i sikh) e pakistana, in particolare nell’allevamento delle mucche. Un’immagine, su tutte. In una mattina di fine agosto del 2011, a Torre de’ Picenardi, vicino a Pessina Cremonese, piccolo comune della campagna padana, erano attesi circa 3.000 sikh per l’inaugurazione del loro primo Gurdwara, il tempio. Uomini con il turbante e la lunga barba, quasi tutti di cognome Singh, con donne in coloratissime tuniche, bambini con i capelli raccolti in un fazzoletto, provenienti dai campi e dalle stalle di tutto il Nord Italia. Ne arrivarono quasi seimila, per una festa pacifica a cui vennero anche molti cremonesi, nonostante i timori e le diffidenze, accorsi a studiare questo Ufo, una comunità di indiani che da anni lavoravano come nessun altro nelle aziende agricole della campagna lombarda.

Fonte: www.ilgiorno.it

5 febbraio 2013

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