La svolta nucleare
Franco Frattini, ministro degli Affari Esteri
Su "La Stampa" Frattini scrive: "In un contesto di estrema fluidità ed imprevedibilità dei rapporti internazionali il nuovo multipolarismo economico e politico rischia oggi di essere accompagnato da un crescente «multipolarismo nucleare», che se non verrà tempestivamente contenuto e sufficientemente regolato, rischia di mettere a repentaglio la sicurezza dell’umanità".
ROMA – La proliferazione delle armi di distruzione di massa, in primis quelle nucleari è la principale minaccia alla nostra esistenza nel XXI secolo. Abbiamo avuto difficoltà ad accorgercene, avendo vissuto per quasi mezzo secolo sotto la prevedibilità della deterrenza bipolare. A vent’anni dalla fine della Guerra fredda questo scenario è però totalmente cambiato.
In un contesto di estrema fluidità ed imprevedibilità dei rapporti internazionali il nuovo multipolarismo economico e politico rischia oggi di essere accompagnato da un crescente «multipolarismo nucleare», che se non verrà tempestivamente contenuto e sufficientemente regolato, rischia di mettere a repentaglio la sicurezza dell’umanità. Tanto più che la corsa al nucleare si manifesta con maggiore intensità proprio in quelle aree dove le tensioni internazionali sono maggiori, dal Golfo all’Estremo Oriente asiatico.
Un mondo ad alta densità di Stati nucleari, anche se dotati di arsenali limitati e non comparabili a quelli delle due ex superpotenze, sarebbe caratterizzato dall’imprevedibilità e dall’incertezza sul nostro domani. E ciò anche perché la proliferazione nucleare non interessa più esclusivamente gli Stati.
Nel mondo di oggi, centrifugo ed interdipendente allo stesso tempo, è diventato più facile per individui, gruppi terroristici ed attori non statali impossessarsi clandestinamente di materiale utilizzabile per la fabbricazione di armi nucleari.
Cosa si può fare per arginare questa minaccia che ci riguarda tutti? Deve cambiare innanzitutto la nostra impostazione al problema della proliferazione: non possiamo agire più «caso per caso» e in maniera reattiva di fronte alla minaccia di questo o quel Paese che dichiara di voler sviluppare capacità nucleari sfidando o insinuandosi nelle maglie del regime normativo internazionale esistente, il Trattato di Non Proliferazione (Tnp), definito oltre quarant’anni fa, in un contesto storico assai diverso da quello attuale. C’è bisogno di rafforzare ed universalizzare il regime normativo multilaterale che fa capo al Tnp, adattandolo alla realtà complessa del XXI secolo. In particolare abbiamo bisogno di compiere più chiari e coraggiosi passi in avanti in tutti e tre i settori che compongono il Tnp: la non proliferazione, il disarmo e l’uso pacifico dell’energia nucleare.
Innanzitutto, essendo oggi diventato più facile proliferare, le regole del Tnp devono essere rese più rigorose e i poteri di controllo ed ispettivi dell’Aiea, l’Agenzia di supervisione nucleare, rafforzati. È a tal fine necessario rendere universali i Protocolli Aggiuntivi dell’Aiea, i quali aumentano la capacità di verifica dell’Agenzia e, quindi, riducono il rischio che materiale e tecnologie nucleari vengano dirottati a fini militari. Dopo il precedente nordcoreano del 2003, bisognerà anche studiare un regime di salvaguardie che possa sopravvivere all’eventualità in cui uno Stato decida di ritirarsi unilateralmente dal Tnp. In secondo luogo in un mondo dove aumentano le esigenze da parte di un maggior numero di Paesi di utilizzo dell’energia nucleare, sia per garantire la sicurezza degli approvvigionamenti energetici che per rendere il consumo di energia compatibile con gli standards ambientali, c’è l’esigenza di creare meccanismi multilaterali affidabili, che governino la produzione e distribuzione del combustibile nucleare. La creazione di una banca internazionale del combustibile nucleare, posta sotto il controllo dell’Aiea, risponderebbe a queste esigenze. Infine, occorre che regole e strumenti per prevenire la proliferazione siano accompagnati da un impegno condiviso delle attuali potenze nucleari a procedere gradualmente sulla strada del disarmo, in quello che era nello spirito e nella lettera (l’art.VI) del Tnp.
La svolta annunciata dalla nuova amministrazione americana e dal presidente Obama nel suo discorso a Praga il 5 aprile scorso ha creato una storica finestra di opportunità che è responsabilità di tutti cercare di cogliere. L’entrata in vigore del Ctbt, il Trattato contro gli esperimenti nucleari, e l’avvio del negoziato per un Trattato che proibisca in maniera verificabile la produzione di materiale fissile sono i punti di partenza di qualsiasi credibile sforzo verso il disarmo. L’altra condizione indispensabile, dove da parte americana sono emersi nuovi segnali incoraggianti, è il rilancio del negoziato tra Stati Uniti e Russia per definire un regime «postStart» (il Trattato Start scadrà nel dicembre di quest’anno) con una drastica riduzione del numero di testate nucleari in possesso di ciascuna delle due potenze. Infine, condizione indispensabile per un disarmo credibile, è che vi siano analogo impegno e volontà politica anche da parte delle altre potenze nucleari.
L’Italia, in quanto Presidente del G8, ed in sintonia con i principi della Strategia contro la proliferazione dell’Unione Europea, intende incoraggiare attivamente la creazione di un contesto favorevole per giungere a progressi significativi in tutti i tre settori del Tnp, anche in vista della Conferenza di Riesame del Trattato, che prenderà avvio nell’aprile del 2010. Non possiamo l’anno prossimo permetterci un nuovo fallimento come quello testimoniato nella Conferenza di Riesame del 2005.
Riteniamo sia necessario, in vista della Conferenza del 2010, mobilitare le energie di governi, esperti e società civile per creare la necessaria massa critica di consenso internazionale per realizzare una svolta sul tema del nucleare. La Conferenza che si svolge da oggi a Roma con la partecipazione di uomini politici di grande fama internazionale, tra i quali l’ex Segretario di Stato Schultz ed il presidente Gorbaciov si propone di dare ulteriore forza e chiarezza alla nostra visione di un mondo sicuro ed il più possibile de-nuclearizzato. L’incontro di Roma ha l’obiettivo di approfondire il dialogo sulla prospettiva di un mondo libero da armi nucleari e sui passi concreti necessari per realizzarla. Sarà una tappa importante verso il Vertice della Maddalena dove è nostra intenzione promuovere al massimo livello l’impegno politico dei governi del G8 sulla non proliferazione.
Franco Frattini, ministro degli Affari Esteri
Fonte: La Stampa
16 aprile 2009