La svendita dell’acqua pubblica


Paolo Rumiz


Guerra dell’acqua in Parlamento. "Deve restare un bene comune". Passa al Senato una legge che privatizza la gestione delle reti idriche allo sfascio.


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La svendita dell'acqua pubblica

Con le reti idriche allo sfascio, l'Italia accelera la privatizzazione dell acqua. Il Parlamento sta discutendo la legge che obbliga a mettere in gara i servizi e ridurre a quote minoritarie la mano pubblica nella gestione, ma nessuno sa dove trovarele risorse per ricuperare questo pazzesco gap infrastruttural e.

I LAVORI necessari ammontano a 62 miliardi di euro: una cifra enorme, come dieci ponti sullo Stretto. Questo mentre 8ml- lioni di cittadini non hanno accesso all'acqua potabile, 18 milioni bevono acqua non depurata e le perdite del sistema sono salite al 37%, con punte apocalittiche al Sud. Sono pi di vent'anni che si investe allumicino, non si costruiscono acquedotti e la manutenzione di quelli esistenti è quasi scomparsa dai bilanci. Un quadro da Terzo Mondo.

Il rischio è di lasciare in eredità ai nostrifi gli un patrimonio di acqua inquinata da industrie, residui fognari, chimica, arsenico o metalli pesanti. Di fronte a questo allarme concreto sembra sollevarsi nient'altro che il solito polverone. Uno scontro di teologie : con una maggioranza che crede nell'efficacia salvifica della gara d'appalto e della quotazione in Borsa, e una minoranza che invoca il principio assoluto dell'acqua bene comune . Inmezzo a tutto questo, schiacciata fra le scorrerie dei partiti e gli appetiti finanziari dei privati, una miriade di Comuni virtuosi che finora hanno gestito i servizi a basso costo e inmodo eccellente, enon intendono alienare l'acquadel sindaco , intesa come ultima trincea del governo pub blico del territorio.

Nell'agosto 2007 Tremonti aveva già sparato un decreto perlaprivatizzazione, ma si era rivelato cos? carente chenonera statopossibile emanare iregolamenti. Oggi si tenta ilbis, con una spinta in pi verso iprivati. Stavolta è d'accordo anche la lega: la quota della mano pubblica dovrà scendere al 30%. Insomma, che i Comuni in bollettavendanotutto quello chepossono. Facciano cassa, subito. E non fa niente se qualcuno grida al furto e il Contratto mondiale per l'acqua ultima trincea del pubblico servizio minaccia fuoco e fiamme. «In nessun'altraparte d'Europa attacca il presidente Emilio Molinari si vieta alla mano pubblica di conservare la maggioranza azionaria. Il rischio è che tutto finisca in mano delle grandi Spa e alle mnultinazionali. E se il servizio non funziona, invece che al tuo sindaco dovrai rivolgerti a un cali center«.

Contro il provvedimento s'è scatenata una guerra di resistenza. In Puglia il presidente della regione Niki Vendola s'è messo in collisione con gli alleati del Pd, ed hanon hasoloannunciatodivoler far ricorso contro la privatizzazione, maha deciso diripubblicizzare l'acquedotto pugliese, il pi grande e malfamato d'Europa (si dice che abbia dato pi da… mangiare che dabereaipugliesi).Al grido di l'acqua è una cosa pubblica ora si tenta la storica marciaindietro, anche se non si ha la pi pallida idea di chi (la Regione?) pagherà i debiti del carrozzone.

Intanto si moltiplicano le assemblee: Verona, Bari, Udine, Savona, Potenza, Rieti. Da Milano arrivano segnali di preoccupazione, a difesa di un'azienda comunale totalmente pubblica che finora ha mantenuto tariffe tra le pi basse d'Italia. Il mnalumore cresce nei Comuni di montagna. In Carnia anche quelli della Lega sono ai ferri corti con la giunta regionale di centrodestra. Già hanno dovuto affidare i loro servizi a una Spa-carrozzone che fa acqua da tutte le parti e alza le tariffe sen – za fare investimenti; ora non vogliono che questo preluda al passaggio aun'azienda con sede aMilano, Roma o magari all'estero. A Mezzana Montaldo (Biella) dove si gestiscono la loro rete in modo ineccepibile da oltre un secolo, non ci pensano nemmeno amollare l'acqua ad altri.

«E la fine del federalismo e dei valori del territorio persino nelle 8mllioni regioni a statuto speciale» osserva Marco Job del C.m.a diUdine. «Facevamo tutto da soli – ghigna il carnico Franceschino Barazzutti – dailemiepartiilsindaco guidavail trattore, e se necessario aggiustava lui stesso la conduttura tra il paese cia sorgente. Oggi devi chiamare i tecnici a Udine, con tempi maggiori e costi pi alti. E se devi segnalare un disservizio, devi andare a Toimezzo o Udine, mentre prima era tutto sotto casa. E' tutto chiaro: hanno fatto una Spa pubblica soio per poi passare la mano ai privati».

Privatizzare è l'ultima speranza di adeguarci ali'Europa, puntualizzailgoverno. Maquivieneilbello. ?proprio l'enormità dei costi di questo adeguamento a falsare la gara. »Senza certezza sul futuro del servizio e con simili costi fissi nessuna banca al mondo finanzierà le piccole imprese, e cos? tiniranno per vincere le grandi aziende quotate, capaci di autofinanziarsi e di imporsi semplicemente con la forza del nome», spiegaAntonioMassarutto dell'università di Udine. Altra cosa che pu? falsare i giochi è la mancanza di garanzie sul rispetto delle regole. »Sianmo in Italia» brontola Roberto Passino, presidente del Co- viri, Comitato vigiianza risorse idriche: »Prima si lamentavano perché non funzionavamo, e ora che abbiamo rimesso le cose aposto, tutti si lamentano perché funzioniamo». Un problema di comportamento, insomma. Di cultura e responsabilità.

Pubblico o privato? »Non importacheigatti siano bianchi oneri scherza Passino citandoMarx l'importante è che mangino i topi». Quello che conta è il controllo. In Inghilterra l'azienda pubblica è stata privatizzata al cento per cento, ma ia Spa che ha vinto la gara oraha sul collo ilfiato di un'authority ventiquattrore su ventiquat tro. Le modifiche del contratto sono impossibili. Ogni cinque anni le tariffe vanno discusse daccapo.

Massarutto: »L'anomalia italiana è che ci si illude che la gara basti a lavarepi bianco. Nonèvero niente. Serve uno strumento di controllo e garanzia che impedisca furbate o fughe speculative>'. Figurarsi se poi l'azienda firma un contratto che include non solo la gestione, ma anche gli investimenti immensi che il settore richiede.

Altra anomalia: abbiamo le tariffe pi basse d'Europa. Questo perché a differenza di Francia o Germania – finoranessunoha osato scaricare sulle tariffe il costo di questo immenso arretrato di lavo – ri. Viviamo in uno strano Paese, dove si protesta perle bollette dell'acqua, ma non si osa dir nulla su quelle del gas e dell'elettricità, che invece sono udite – le pi alte del Continente. Dire che gli acquedotti si debbano pagare conle tasse è quantomeno spericolato, osserva Giuseppe Altamore autore di grandi libri sulla questione idricain Italia: »Nonvedo cosa ci sia di giusto nelfatto che io debba pagare il servizio idrico anche per gli evasor fiscali». Nell'incertezza sul futuro, il ritardo aumenta, e sulle nostre spalle cresce la previsione di una batosta stimata per ora sui 115 euro pro-capite l'anno.

DECRETO Nel Dl sulla riforma dei servizi pubblici il governo propone di privatizzare le risorse idriche EMEtJDAMENTO Al Senato il Pd propone un emendamentocompromesso:

gestione ai privati, proprietà pubblica IL VOTO La proposta del senatore Pd Filippo Bubbico passa con un voto bipartisan di maggioranza e opposizione LA CAMERA Ora il provvedimento passa alla Cameradei deputati per l'approvazione definitiva *** Coviri, E c.nsmd in Ztafla k mlllrdl dl metri 6uh1 Acqua distribuita Acqua consumata metri cubi aWanno per abitante C zne si baspota le hllometrl In acquedotto In fognatura Z addetti Gli italimii sevfti milioni fl mercato Milioni di euro Il giro daffari Gli investimenti in Italia annui Le differenze in bolletta da città a città Servizio idrico integrato (acqua + fognatura + depurazione), spesa annuale in euro, calcolato per una famiglia di 3 persone che consuma 192 metri cubi l'anno DOVE COSTA Dl PIÙ Agrigento 445 Arezzo 363 Prato 352 Pistoia 352 Firenze 352 Livorno 349 Rovigo 340 Grosseto 329 Siena 329 Reggio Emilia 329 DOVE COSTA Dl MENO Milano 106 Isernia 11 O Benevento 119 Lecco 123 Cuneo 127 Pordenone 131 Udine 132 Lodi 138 Aosta 147 Venezia 155 Fonte: www.cttadaanzaattiva.it Vuso do*est1c* Bagno o doccia Usi sanitari Bucato Lavaggio stoviglie costi Media italiana euro al litro euro al litro euro al litro OGGI NEL 2010 NEL 2020 Le italiane pi importanti Maggiori società italiane nel settore, fatturato 2006 in euro per 1.000 mc d'acqua trattati Acea (Italia oentralel 1 .1 99,1 Aceagas (Italia centrale) 1.000,9 Acquedotto Pugliese 1.088,9 (Puglia) Asm{Pamia) 795,5 ara Emilia Romagna) 1.635,4 Iride (Genova) 1,574,0 Smatauque pvt. (Torino) 980,2 La ripartizione dei consumi Valori annui in milioni di metri cubi Consumi per usi civili 4.161 Usi agricoli (stimab) Usi industriali (stimati) 13.000 46 agncoltura 17 % 18 19 forniture produzione pubbliche idroelettrica La risorse idriche nazionali Per area geografica 65 % 20 Sud e isole 15 Centro.

Fonte: Repubblica

5 novembre 2009

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