La scure sugli italiani all’estero. Tagli a cultura e consolati
Umberto De Giovannangeli - L'Unità
La scure di Tremonti si abbatte sugli italiani all’estero. Quello inferto è un colpo durissimo, quasi mortale. La «scure» usata è la stessa che ha «assassinato» la Cooperazione allo sviluppo: la Finanziaria 2011.
La scure di Tremonti si abbatte sugli italiani all’estero. Quello inferto è un colpo durissimo, quasi mortale. La «scure» usata è la stessa che ha «assassinato» la Cooperazione allo sviluppo: la Finanziaria 2011. «Per gli italiani nel mondo e per le politiche migratorie si scende dai 73 milioni di quest’anno ai 59 del 2011, con una perdita secca di 14 milioni, equivalente al 20% in meno», denunciano i deputati eletti in circoscrizione estero del Pd, Gino Bucchino, Gianni Farina, Marco Fedi. «Nella previsione triennale – aggiungono – le cifre non sono meno agghiaccianti. Nel 2012 si conferma la stessa cifra del 2011, ma considerando che essa, per legge, deve comprendere le spese per le elezioni dei Comites e del Cgie, di fatto comporterà un’ulteriore decurtazione del 12%. Nel 2013 si scenderà anche nominalmente a 52 milioni, con un nuovo taglio di un altro 12%». Tabula rasa È allarme rosso. «Siamo di fronte alla cancellazione di tutto ciò che rendeva sostanziale il capitolo dedicato agli italiani all’estero e la stessa cosa sta accadendo per la Cooperazione allo sviluppo», incalza Fabio Porta eletto per i democratici nella Circoscrizione dalle comunità in Sud America. «A questo punto – rimarca Porta- comincio a chiedermi a cosa serva mantenere due direzioni generali, quella della cooperazione e quella per gli italiani all’estero, se non hanno politiche corrispondenti ed i relativi finanziamenti. Insomma, abbiamo ormai passato il livello di guardia». Nella comunità degli italiani all’estero è scattato l’allarme. Allarme rosso in una comunità, rileva Franco Narducci, vice presidente (Pd) della Commissione Esteri della Camera, che « tantissimo ha dato e tuttora dà all’Italia, ma che il Governo ha bistrattato tagliando pesantemente i fondi che servivano per promuovere i Corsi di lingua e cultura italiana, i fondi per dare un minimo di assistenza ai cittadini italiani emigrati che vivono in condizioni di estrema povertà, oppure chiudendo gli uffici consolari, ben oltre il progetto varato dal governo Prodi (che tra l’altro ha lasciato in eredità all’attuale Governo gli stanziamenti per il cosiddetto consolato digitale per i servizi online, che ora stenta a decollare), costringendo i nostri connazionali a sobbarcarsi trasferte che nessun cittadino italiano residente entro i confini nazionali accetterebbe». La Direzione generale italiani all’estero e politiche migratorie (Dgiepm) subisce un ulteriore taglio – ma si sta raschiando il fondo del barile – di 14 milioni di euro per cui nel 2011 avrà una disponibilità di soli 59 milioni di euro a fronte di 131 milioni stanziati nel 2008. «Anziché colpire gli sprechi veri – come ad esempio le milionarie sanzioni comminate dall’Ue per le nostre inadempienze o gli interessi di mora che paghiamo per i nostri ritardi – il Governo – sottolinea Narducci – attua una politica di tagli lineari che mette in pericolo persino le sedi consolari di nostra proprietà per le quali non è più possibile la messa in sicurezza e la manutenzione minima». «Una cosa è certa – conclude l’esponente dei democratici: per le poche ore di lezioni impartite nei corsi di lingua e cultura italiana all’estero le famiglie dei ragazzi (in età scolare) pagano un contributo che negli ultimi anni è costantemente cresciuto. Se poi la famiglia ha tre ragazzi che frequentano i corsi» La scure di Tremonti assesta un colpo esiziale alla promozione della nostra lingua e cultura nel mondo. Corsi depotenziati Una scelta miope, tanto più se rapportata alle scelte compiute da Paesi concorrenti dell’Italia sui mercati globali: 600 mila euro alla Dante Alighieri (un'istituzione culturale italiana che ha lo scopo di tutelare e diffondere la lingua e la cultura italiana nel mondo). fanno arrossire rispetto ai 220 milioni di euro stanziati dal Governo inglese per il British Council, ai 90 milioni stanziati dal Governo spagnolo per il Cervantes o ai 10,6 milioni di euro stanziati dalla Francia per l’Alliance Françoise. Tagli alla cultura, all’informazione, alle rete consolare, ai Comites, discriminazione sulla mancata esenzione dell’ICI per gli italiani residenti all’estero. Una dismissione generalizzata. «Quando il Presidente Berlusconi, prima delle elezioni, ci scrisse: “…di rivendicare orgogliosamente l’istituzione del Ministero per gli Italiani nel Mondo e la legge del voto all’estero… e che vi sosteremmo con sempre maggior impegno e cercheremo di intensificare il vostro legame con la Madrepatria…”, ci siamo illusi: la realtà è un’altra – denuncia Lucio Albanese, del Comites di Norimberga – . Siamo stati scaricati, abbandonati e trattati come mendicanti». Sui tagli tace il ministro degli Esteri, Franco Frattini. Ma questa non è una novità.
Fonte: l'Unità
6 novembre 2010