La scuola riparte tra le proteste


Rassegna.it


Quasi otto milioni di alunni chiamati a tornare sui banchi di scuola, tra tagli all’organico, accorpamenti e strette di cinghia. Manifestazioni, sit-in e flash-mob in tutta Italia. Studenti e docenti si danno il cambio sotto il ministero dell’Istruzione.


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La scuola riparte tra le proteste

La scuola italiana riparte, tra le novità. E ripartono anche le proteste, in tutta Italia. Soprattutto a Roma dove, nel primo giorno di ritorno fra i banchi, sono già in programma due sit-in di contestazione sotto al ministero dell'Istruzione e iniziative autonome degli studenti.

LE NOVITA'

Le novità che a partire da oggi aspettano i 7 milioni 830 mila alunni chiamati a tornare sui banchi di scuola, infatti, sono molte, e non molto gradite. In tanti, soprattutto chi frequenta le elementari al sud, troveranno il loro istituto accorpato: 900 delle attuali 10.500 istituzioni scolastiche verranno unite a sedi scolastiche con almeno 500 alunni.

Secondo `Tuttoscuola'
tutto ciò comporterà non poche conseguenze: verrà eliminato il 30 per cento dell'organico di dirigente scolastico. Salterà anche l'11 per cento dei posti di direttore amministrativo (1.130 posti) e verranno tagliati 1.100 posti di assistente amministrativo.

A tutte le scuole, inoltre, il Miur ha chiesto di 'tirare la cinghia',
riducendo ulteriormente il cosiddetto Fis (fondo d'istituto), attraverso cui preside e docenti, sentite le Rsu, finanziano le attività progettuali extra-didattiche, le visite culturali ed i corsi di recupero.

Sul fronte dell'offerta formativa, l'anno scolastico 2011-2012 introdurrà gli Istituti tecnici superiori (Its): si tratta di corsi biennali di livello postsecondario, quindi da svolgere dopo il diploma, parallelo ai percorsi accademici. Le famiglie degli alunni disabili potranno però contare su una quota nazionale record di insegnanti di sostegno, pari ad oltre 94 mila docenti.

Come dichiarato di recente dal ministro Gelmini, durante la conferenza d'inizio anno, "il dato è però destinato a crescere". Questo perché la quantità di specializzati sull'assistenza agli alunni disabili appare ancora inferiore alle esigenze. Il risultato è che anche quest'anno molte famiglie – probabilmente a migliaia – avranno non pochi problemi a vedersi concedere la quota massima di ore di sostegno settimanali, ad esempio 18 alle superiori.

 Anche per il 2011/2012,
poi, da viale Trastevere hanno confermato il diktat contro le classi ghetto: la percentuale massima di alunni stranieri per classe potrà essere del 30 per cento. Una disposizione, però, che non potrà essere applicata in tutti i casi: nei poli industriali (in particolare di Veneto, Emilia e Toscana) e nelle città (su tutte Torino, Milano e Roma) con un'alta densità di famiglie di origini non italiane la presenza di alunni stranieri sarà inevitabilmente alta.

I numeri sugli alunni stranieri,
del resto, sono evidenti: nell'ultimo decennio sono passati da 147mila ad oltre 700mila. Con il risultato che, secondo la fondazione Migrantes, vicina alla Cei, anche nel prossimo anno scolastico almeno in 2mila casi il loro numero supererà il tetto del 30% imposto dal Miur.

LE PROTESTE

Stamattina, poco dopo le 8, davanti all'istituto superiori Montessori di via Livenza i ragazzi della Rete degli studenti hanno inscenato un flash mob con scontrini, calcolatrici, numeri in formato gigante per "fare i conti dei tagli. Vogliamo far vedere i danni che questo governo ha causato alle nostre scuole e al nostro futuro". Le classi pollaio (troppo affollate), la diminuzione dell'organico e dei fondi sono il cruccio dei giovani e dei loro insegnanti in queste ore.

Sempre a Roma,
la Federazione degli studenti sarà davanti agli istituti Farnesina e Russel per distribuire le guide 'Don't panic' per mettere tutti i ragazzi a conoscenza dei loro diritti. Anche al ministero l'avvio dell'anno sarà caldo. Stamattina, dopo le 12, arriveranno sulle gradinate del Miur i docenti di latino e greco del liceo classico rimasti senza cattedre o con meno ore perché il ministro Gelmini ha aperto le porte del ginnasio anche ai loro colleghi che insegnano italiano e latino in altri indirizzi. Viceversa per i prof di latino e greco non sarà possibile spostarsi su altri indirizzi in caso restino senza cattedre. Di qui la protesta.

Nel pomeriggio, dalle 15,
i docenti si daranno il cambio con gli studenti dell'Uds (Unione studenti) che arriveranno al ministero per un "assedio rumoroso" con pentole, strumenti musicali e trombette. "Vogliamo suonarle al ministro", dice una nota dell'Uds. "Dal sud al nord classi pollaio, edilizia scolastica, caro libri, diritto allo studio sono solo alcuni dei problemi che viviamo nelle scuole- spiega l'Uds- ma stiamo già cominciando a risolvere, mobilitandoci e vincendo battaglie". Quella di oggi, però, solo la prima tappa di un percorso di proteste che culminerà, il 7 ottobre, nella prima data nazionale di mobilitazione studentesca a cui hanno già aderito diverse altre associazioni.

Fonte: Rassegna.it

12 settembre 2011

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