La protesta di Elin: blocca deportazione afgano


la Repubblica


Una giovane studentessa protesta in aereo contro la deportazione di un afgano e riesce a far scendere il ragazzo.


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Erin

Provare a cambiare le cose, anche se si è da soli. E non tacere anche quando tacciono gli altri. È in breve la storia Elin Ersson, una studentessa che per salvare dall’espulsione un rifugiato afgano su un aereo di linea in partenza da Göteborg e diretto a Istanbul ha usato una tecnica tutta originale: una diretta facebook.

La ragazza, impegnata negli studi per diventare assistente sociale, lunedì 23 luglio era a bordo di un volo della compagnia Swedavia Airlines quando ha annunciato che non avrebbe fatto partire l’aereo se l’uomo di origini afgane fosse rimasto a bordo.

«Sto facendo il possibile per salvare la vita di una persona. Finché una persona è in piedi, il pilota non può decollare. Tutto quello che voglio fare è fermare la deportazione e poi rispetterò le regole qui. Questo è tutto perfettamente legale e non ho commesso nessun crimine».

https://video.repubblica.it/socialnews/svezia-studentessa-blocca-volo-con-diretta-fb-per-evitare-il-rimpatrio-di-un-richiedente-asilo/311184/311824

Non sembrano essere tutti d’accordo con la protesta: nel silenzio generale, prima un assistente di volo poi un passeggero cercano di impossessarsi del suo telefono. Sembra trattarsi di questioni di tempo, hanno fretta: devono raggiungere Istanbul il prima possibile.

«Cosa è più importante, una vita o il tuo tempo? – replica Elin – voglio che scenda dall’aereo perché non è al sicuro in Afghanistan. Sto cercando di cambiare le regole del mio paese, non mi piacciono. Non è giusto mandare la gente all’inferno».

Le regole di cui parla sono una novità per il paese che più di tutti in Europa aveva accolto rifugiati. Nel 2015, ad esempio, in Svezia sono arrivati circa 163mila richiedenti asilo, il numero più alto procapite in Europa. Le cose da allora sono leggermente cambiate: il governo vuole mantenere le espulsioni dei richiedenti asilo iniziate nel 2016, soprattutto in vista delle prossime elezioni di settembre in cui il tema immigrazione sembra essere determinante per i democratici svedesi di estrema destra, in largo vantaggio secondo i sondaggi.

Nonostante le deportazioni fossero state brevemente interrotte, a seguito di due sanguinosi attentati nella capitale Kabul, il comitato svedese per la migrazione ha confermato nuovamente la sua valutazione, secondo cui il paese afgano è sicuro per i richiedenti asilo rimpatriati.

Questa volta però le autorità aeroportuali hanno dovuto fare i conti con Elin Ersson e la sua voglia di restare umana. Dopo momenti di stallo l’afgano è stato fatto scendere dall’aereo tra gli applausi dei passeggeri, la compagnia stessa conferma che l’uomo accompagnato da tre agenti di sicurezza ha lasciato il velivolo. I media locali dichiarano che però l’uomo verrà deportato in un secondo momento.

L’Espresso

25 luglio 2018

 

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