La nuova era Trump


Tiziana Ferrario


“America First”, Trump nel discorso di insediamento, ha ribadito molti slogan dei suoi comizi elettorali e quell’“America prima di tutto” è suonato a molti sinistro, anche fuori dai confini degli Stati Uniti.


CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+
nuovaeratrump

Scorro i commenti della stampa americana  sul discorso di insediamento di Trump mentre a Washington le donne marciano contro il presidente. L’America è entrata in una nuova era con Obama che è partito per una breve vacanza con Michelle, Trump che ha trascorso la sua prima notte con Melania alla Casa Bianca e le donne americane    che tornano a parlare dei loro diritti come non accadeva da tempo. Il paese è diviso e la stampa americana  è lo specchio di questa frattura. “Arriva l’inverno” ha titolato il liberal Huffington Post. “ Tutto comincia oggi” invece il titolo del conservatore Drudge Report. “L’inaugurazione del Presidente Trump” scrive  asettico a sorpresa Breibart news da dove proviente  quel controverso Steven Bannon che Trump si è scelto come capo stratega. il sito superconservatore  si è già sbilanciato abbastanza durante la campagna elettorale contribuendo a diffondere notizie controverse fiancheggiando i movimenti della destra xenofoba e razzista. Chi si aspettava un Trump presidenziale, almeno nel discorso di insediamento è stato deluso. Trump ha ribadito molti slogan dei suoi comizi elettorali e  quell’ “America First”, “l’America prima di tutto” è suonato a molti sinistro, anche fuori dai confini degli Stati Uniti. “ Abbiamo reso altri paesi ricchi,mentre la classe media soffriva” ha aggiunto senza prendere alcun impegno a sostegno di quei  valori, la democrazia e la  libertà, che hanno reso grande l’America, e per la difesa  dei quali purtroppo sono stati fatti anche errori nel passato, come la guerra in Iraq. Valori però che hanno messo al riparo gli Stati Uniti da svolte autoritarie, aperti alle diversità e all’innovazione.

L’unico impegno che Trump pensa di condividere con quello che ha definito il mondo civilizzato è la lotta contro “il terrorismo islamico radicale”. Con quale strategia non l’ha precisato. Per il resto è passata l’immagine di un paese che si chiude a ricco per proteggersi: “Ci riprenderemo le nostre frontiere, il nostro benessere, i nostri sogni” . Due le ricette proposte: compra americano assumi americani. Ce la farà? Il mondo aspetta di sapere le prossime mosse. I media americani  mettono a confronto le foto  dell’inaugurazione di Trump con quella di Obama dove risalta la differenza di folla oceanica che aveva invaso Washington nel 2008 per l’insediamento del primo presidente nero. Alcuni leader democratici come il senatore  icona nera John Lewis non hanno voluto partecipare, molti artisti si sono rifiutati di esibirsi. Chi ha scelto di esserci è stata Hillary Clinton, che Trump ha insultato pesantemente durante la corsa per la Casa Bianca, arrivando ad invitare persino ad un dibattito presidenziale 4  donne che affermavano di essere state molestate dall’ex presidente Clinton. Hillary, vestita di bianco, seduta accanto al marito Bill, tra gli altri ex presidenti e first ladies ha seguito tutta la cerimonia. Non deve essere stata una decisione facile. Guardando la sua espressione e determinazione mi sono tornate alla mente le parole che ha più volte citato durante la campagna elettorale quando ricordava gli insegnamenti della tanto amata madre, rimasta orfana da bambina e povera. E’ stata la mia guida , ricordava nei comizi, non si è mai arresa. Non è importante come si cade,mi diceva, ma come ci si rialza”. Hillary dopo la dura botta di novembre sta cercando di rialzarsi. Poteva restare a casa, evitare di andare a rendere omaggio alla persona che l’aveva offesa, ma è fatta così.

Fonte: www.articolo21.org

21 gennaio 2017
 

CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+

Lascia un commento