La libertà non si baratta con l’ordine


amelia rossi


Monito di Mattarella che ieri ha partecipato alla manifestazione per il 25 aprile e oggi ha firmato la legge sulla legittima difesa.


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milano25aprile

«La storia insegna che quando i popoli barattano la propria libertà in cambio di promesse di ordine e di tutela, gli avvenimenti prendono sempre una piega tragica e distruttiva».

Ha usato queste parole il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, per esaltare l’importanza della memoria. Le ha pronunciate ieri a Vittorio Veneto, nella fase conclusiva della visita nella città trevigiana scelta per celebrare il 25 aprile, festa nazionale della Liberazione dal nazifascismo.

In questa data nel 1945 — ha detto il capo dello stato che si era già espresso in termini di “secondo Risorgimento” al Quirinale il 24 aprile — «vede la luce l’Italia che ripudia la guerra e s’impegna attivamente per la pace». Il presidente italiano ha esaltato la Resistenza ricordando la pluralità delle figure che vi presero parte, «azionisti, socialisti, liberali, comunisti, cattolici, monarchici e anche molti ex fascisti delusi», e sotolineando che «oggi come allora c’è bisogno di donne e uomini liberi».

Da nord a sud numerose sono state ieri le manifestazioni nelle maggiori città italiane per celebrare il 74° anniversario della Liberazione dal nazifascismo. A Milano, città insignita nel 1948 della Medaglia d’oro al valor militare, hanno sfilato oltre 70.000 persone, esprimendo sdegno per lo striscione inneggiante al fascismo esposto il giorno precedente vicino a piazzale Loreto.

Questa mattina poi Mattarella ha firmato la legge sulla legittima difesa, inviando però contemporaneamente una lettera ai presidenti delle camere e al presidente del consiglio. Nella missiva afferma che «la nuova normativa non indebolisce né attenua la primaria ed esclusiva responsabilità dello Stato nella tutela della incolumità e della sicurezza dei cittadini, esercitata e assicurata attraverso l’azione generosa ed efficace delle Forze di Polizia».

Inoltre il capo dello stato sottolinea che la condizione reale di «grave turbamento» richiesta dalla legge per autorizzare la legittima difesa debba essere rilevata dagli inquirenti oggettivamente, ritenendola un punto fondamentale.

Osservatore Romano

26 aprile 2019

 

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