La diaspora rom si aggira per l’Europa


Giorgio Salvetti


Dove andranno i rom cacciati dalla Francia? L’esodo propagandato da Parigi scatena le fobie dei paesi vicini, Italia e Spagna per prime.


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La diaspora rom si aggira per l'Europa

Dove andranno i rom cacciati dalla Francia? Neppure i falchi francesi credono all'ipotesi che vadano in Romania e Bulgaria e ci restino. E allora? Molto probabilmente alcuni di loro, se ci riusciranno, prenderanno i soldi del governo francese, spariranno per un po', faranno i nomadi e torneranno a casa loro. In Francia. L'esodo propagandato da Parigi è però sufficiente a scatenare le fobie dei paesi vicini. Italia e Spagna per prime. Da noi a temere di più l'invasione zingare sono i torinesi. Nei giorni scorsi l'allarme è stato lanciato dall'assessore alla polizia municipale del comune di Torino, Domenico Mangone, che con una lettera ha chiesto aiuto a prefettura, provincia e regione. Mangone parte dalla constatazione che le presenze nei campi torinesi non sono diminuite come di solito avviene d'estate. E in questa situazione di sovraffollamento nuovi arrivi dalla Francia porterebbero al collasso. «Se anche arrivasse da noi l'1% dei rom espulsi da Sarkozy – teme l'assessore – per noi sarebbe un grosso problema, per questo ho chiesto di intensificare i controlli». In Spagna invece la paura dell'invasione dei «gitanos» non pare avere ancora attecchito. Le politiche anti-rom sono meno severe e gli spagnoli non perdono occasione di criticare la politica di Sarkozy e del suo ministro dell'immigrazione Eric Besson.
In Italia fino a questo momento l'esodo dei rom espulsi non si sta verificando. Lo ammettono anche gli uomini del nucleo rom della polizia municipale di Torino. In una delle due circoscrizioni di loro competenza non si registrano arrivi dalla Francia. Nell'altra sono state contate cinque persone che hanno transitato le Alpi. Una madre, una figlia e altri tre uomini. E' stata inoltre trovata e salvata una ragazzina minorenne costretta a prostituirsi che era transitata dalla Francia. I pochi sfollati si sarebbero stabiliti nel campo abusivo sul Lungo Stura Lazio, uno dei luoghi più poveri e degradati di Torino. Nei campi da sempre si vedono auto con targhe francesi. Alcuni sostengono che si tratterebbe di macchine rubate o registrate oltralpe, altri dicono che si tratta di auto di proprietà dei rom francesi che come i nostri sinti da sempre vivono in Francia e che ogni tanto passano le Alpi. Non sarebbero quindi dei rom rumeni più poveri e costretti a vivere in situazioni di degrado o delinquenza. Gli agenti del nucleo nomadi ci tengono a precisare che l'attenzione è alta. Il problema però, più che l'arrivo dei francesi, è quello di sempre, ovvero l'allucinante situazione dei campi dove si vive in baracche assediate dai topi e dove certo, anche se ci fosse, un «profugo» rom francese farebbe di tutto per non farsi notare. Ieri il nucleo dei vigili di Torino era impegnato in un sequestro a seguito di furti nella zona.
A questo punto le ipotesi sono due. La prima è che l'esodo sia solo rimandato. Forse i rom francesi prima di spostarsi attendono di incassare i soldi promessi dal governo francese. In questo caso le piccole presenze registrate in Italia sarebbero avanguardie con il compito di preparare il terreno. L'altra ipotesi, più verosimile, è che i rom francesi non si rifugeranno in massa in Italia, caso mai una parte si dirigerà in Spagna. «Conoscono bene l'avversione e la repressione che dovrebbero subire da noi – spiega Carla Osella, dell'associazione Zingari Oggi di Torino – non credo che verrano qui. La scorsa settimana ero in Romania dove abbiamo incontrato i rappresentanti delle comunità di tutta Europa. Dai primi dati che abbiamo per ora dalla Francia sarebbe partiti due gruppi, uno di 150 persone e l'altro di 200 persone. Non credo che ci sarà una diaspora». Al momento neppure gli uomini vicini al governatore leghista Roberto Cota sono molto preoccupati. «Tra noi ne parliamo, il problema degli zingari a Torino c'è eccome, ma per quanto riguarda l'invasione dalla Francia fino ad oggi ci appare un allarme estivo». E proprio a Torino dovrebbero conoscere bene quanto sia fallimentare tentare di cacciare queste popolazioni con quattro soldi. Qualche anno fa ai rom kossovari erano stati promessi 200 euro in cambio della loro dipartita, ma l'operazione fallì. Tornarono tutti.

Fonte: ilManifesto 

19 agosto 2010

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