L’Africa in piedi, in dialogo con l’Europa


Nicola Perrone - Cipsi


Fas (Femmes Africa Solidaritè) è l’associazione di donne africane candidata al Premio Nobel per la pace 2010 nel corso del convegno del Meeting internazionale di Ancona.


CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+
L'Africa in piedi, in dialogo con l'Europa

Aminata Traoré: “Il mondo è diventato una gigantesca prigione. I nostri figli vengono a morire sulle vostre sponde. La ricchezza dell’Africa è fondata su valori non monetari, sull’essere umano”.
Richard S. Odingo: “Le conseguenze dei cambiamenti climatici sull’Africa sono sempre più gravi e l’appuntamento di Copenhagen non lascia ben sperare.

Ancona, 15 novembre 2009 – Venerdì sera ad Ancona, nell’ambito dell’VIII convegno di ChiAma l’Africa “L’Africa in piedi, in dialogo con l’Europa”, è stata presentata ufficialmente l’associazione di donne africane candidata al Premio nobel per la pace 2010: Femmes Africa Solidaritè, rappresentata dalla direttrice esecutiva Bineta Diop. L’associazione è impegnata in 35 paesi africani per la pace, lo sviluppo, l’alimentazione. Lavora in molti paesi che vivono situazioni di conflitti sostenendo le donne e la ripresa economica. Si batte per l’uguaglianza di genere in Africa e per la promozione dei diritti delle donne volta alla costruzione di un nuovo ordine sociale. Il suo obiettivo è rendere autonome le donne africane, perché hanno un ruolo di leader nella costruzione del continente. Bineta Diop, nel commentare la candidatura dell’associazione, ha dichiarato: “Le donne africane – tutte, quelle dei villaggi, dei mercati, le contadine… – meritano questo premio perché sono le attrici del cambiamento, della costruzione della pace, del lavoro, dello sviluppo sostenibile e del diritto alla vita in Africa”.
Tra i primi firmatari dell’appello che verrà presentato a febbraio alla Commissione per l’assegnazione dei Premi nobel, Richard S. Odingo, premio nobel per la pace 2007; Fiorello Gramillano, sindaco di Ancona; Raffaelle Bucciarelli della regione Marche e altri rappresentanti delle istituzioni e degli enti locali.
Nel corso della serata, è intervenuta la scrittrice e politica maliana Aminata Traoré, che ha appassionato il pubblico in sala con la sua analisi dell’Africa nel Terzo millennio. “L’Africa non ha futuro fuori del futuro del mondo. Noi apparteniamo al mondo. Africa ed Europa debbono convivere nel rispetto reciproco. Il presente invece è il diritto alla vita, il rispetto, la libertà di circolazione tra i paesi, il godere dei diritti elementari. Purtroppo oggi il mondo è diventato una gigantesca prigione: da una parte ci sono i ricchi e dall’altra gli esclusi che sono costretti a rimanere lontano. I muri fanno diventare l’Europa una fortezza. La crisi odierna ha conseguenze gravissime sui dominati africani, ciò che avviene è lo sfruttamento delle risorse e delle ricchezze minerarie del nostro continente. Siamo oggetto dei desideri, ma umiliate. I nostri figli vengono a morire sulle vostre sponde. Il futuro dipende oggi dalla solidarietà dei popoli del mondo. Dobbiamo spezzare l’idea di un’Africa povera e riscoprire quei valori non monetari su cui si basa la società africana. Le donne in particolare, con le loro braccia sostengono il tessuto economico e sociale del continente. L’Africa ha bisogno delle loro braccia per costruire una vera cooperazione basta sulla speranza, la solidarietà e la volontà politica. La nostra ricchezza è quella dell’essere umano: in ognuno di noi vive e batte un cuore che vuole dare il meglio di sé. Voi europei non cacciate gli africani e aiutateci a creare le condizioni per vivere in Africa. Voi, se avete paura dell’altro, non sarete mai liberi”.
Il Premio Nobel per la pace 2007 Richard S. Odingo, ha voluto sottolineare nel suo intervento i rischi derivanti dall’aumento della temperatura terrestre, in particolare per il continente africano: “La situazione è peggiore di quanto si pensi. Noi africani diventeremo più poveri e avremo grandi problemi. Le migrazioni aumenteranno così come la miseria. Ci sarà maggiore sofferenza. Le principali conseguenze dei cambiamenti climatici sono fame, carenza e guerre per l’acqua, malattie, alluvioni… La prossima conferenza di Copenhagen, nei documenti preparatori, non lascia speranze ad un futuro migliore. Non ho alcuna voglia di andare a Copenhagen”.
 
Il convegno è andato avanti con storie e racconti di donne, di pace, di giovani e di immigrazione. Le conclusioni dei lavori sono previste nella mattinata di domani. Il Meeting internazionale “L’Europa con l’Africa” è stato promosso da: Coordinamento nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani, Coordinamento nazionale degli Enti Locali per e con l’Africa, Regione Marche, Provincia di Ancona, Comune di Ancona, ChiAma L’Africa, CIPSI e Tavola della Pace.
 

CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+

Lascia un commento