Istigazione al razzismo alla festa leghista. Condannato Giancarlo Gentilini


Corriere.it


Frasi sugli emigrati che deliquono e relazione con le moschee. Al prosindaco di Treviso 4mila euro di ammenda e tre anni di divieto dai comizi.


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Istigazione al razzismo alla festa leghista. Condannato Giancarlo Gentilini

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

VENEZIA – Il prosindaco di Treviso Giancarlo Gentilini è stato condannato, con la sospensione delle pene, con rito abbreviato, a 4 mila euro di multa e al divieto per tre anni di partecipare a comizi politici dal tribunale di Venezia per alcune frasi pronunciate durante la festa della Lega nel capoluogo lagunare nel settembre del 2008.

Prima del comizio conclusivo della festa delle Lega da parte di Umberto Bossi, Gentilini dal palco aveva usato parole forti nei confronti degli immigrati che delinquono e sulla possibile realizzazione di moschee. L’accusa, sostenuta dal procuratore della Repubblica Vittorio Borraccetti, aveva chiesto 6mila euro di multa, pari a 1 anno e 5 mesi di reclusione. Il gip Luca Marini ha in parte accolto le richieste del procuratore che aveva indagato Gentilini per propaganda ed istigazione al razzismo.

Il difensore di Gentilini, l’avvocato Luigi Ravagnan del Foro di Venezia, ha già annunciato il ricorso in appello. Per Ravagnan nelle frasi «non c’era nessuna maliziosità contro le razze, bensì il sostegno ad idee ben note del mio assistito finalizzate all’integrazione tra etnie diverse». Per Gentilini le accuse a lui mosse sono state il frutto «di chi è abituato ad andare all’assalto e ad esporsi porgendo il proprio petto mentre qualcuno è pronto a spararmi alle spalle».

Fonte: Corriere.it

26 ottobre 2009(ultima modifica: 27 ottobre 2009)

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