Istat: nel 2010 in Italia oltre 8,2 milioni di poveri
Redattore Sociale
Si tratta del 13,8% dell’intera popolazione. Il dato è “sostanzialmente stabile”. Segnali di peggioramento si osservano però tra le famiglie di 5 o più componenti (dal 24,9% al 29,9%), soprattutto al Centro, tra quelle con membri aggregati e di monogenito.
Istat: in Italia oltre tre milioni di persone in povertà assoluta (4,6% delle famiglie)
In generale, la povertà risulta sostanzialmente stabile rispetto al 2009. Sono relativamente povere 2.734.000 famiglie, per un totale di 8 milioni e 272 mila persone. L’incidenza cresce nel Mezzogiorno.
La Fondazione Zancan commenta i numeri odierni sulla povertà: “La crisi è pesante. Tutti stiamo peggio, la situazione delle famiglie si è aggravata e la manovra economica sta mettendo a dura prova il sistema paese”
La povertà continua a essere maggiormente diffusa nel Mezzogiorno, tra le famiglie più ampie, in particolare con tre o più figli, soprattutto se minorenni. Bene anche l’Emilia Romagna, con un incidenza di povertà del 4,5%
Il segretario, Pietro Cerrito: “Preoccupante consolidarsi della povertà. Nonostante questo, la manovra del governo interviene sulle agevolazioni fiscali e sulle prestazioni assistenziali non per la giusta loro razionale riorganizzazione ma per fare cassa”
La povertà assoluta resta stabile in Italia
Rapporto Istat 2010. Le persone in condizione di povertà assoluta sono 3 milioni e 129 mila, il 5,2% dell’intera popolazione. Ma il dato risulta invariato rispetto al 2009, sia a livello nazionale sia nelle singole ripartizioni geografiche.
Due famiglie su cinque costrette a 'tagliare' la spesa alimentare e tre su dieci che comprano soltanto promozioni, sempre piu' frequenti nella nostra catena distributiva.
Fonte: Redattore Sociale
15 luglio 2011
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Il Governo che nel programma aveva messo il "quoziente familiare" ora si dà alla macelleria sociale. primo bersaglio, le famiglie.
La manovra economica varata dal Governo per la correzione dei conti pubblici si era presentata male e si sta concludendo peggio. A ogni famiglia dovrebbe costare in media mille euro in due anni, tra tagli di detrazioni, deduzioni e altri vantaggi fiscali. La pessima metafora utilizzata dal ministro dell’Economia, quella del Titanic in cui non si salvarono nemmeno i passeggeri di prima classe, a parte la iella che potrebbe evocare, non rende l’idea di un caso più unico che raro di vampirismo fiscale che toglie alle famiglie più deboli per proteggere i ricchi, in un’Italia che ha tre milioni di persone che vivono in povertà assoluta.
La macelleria familiare della manovra di un Governo che prometteva nel suo programma il quoziente familiare non ha risparmiato nulla: detrazioni per i figli e il coniuge a carico, spese mediche, contributi previdenziali e assistenziali, asili, interessi sui mutui, Onlus, assicurazioni per la vita, ristrutturazioni edilizie, pensioni di reversibilità. Proprio così: nemmeno le vedove hanno risparmiato. Eppure nei naufragi l’ordine di salvataggio è “prima le donne e i bambini”.
Fonte: Famiglia Cristiana
15 luglio 2011