Istat: a rischio povertà il 18,2% dei residenti in italia


Redattore Sociale


“Reddito e condizioni di vita”. In riferimento al 2010, il 6,9% si trova in condizioni di “grave deprivazione materiale” e il 10,2% vive in famiglie caratterizzate da una bassa intensità di lavoro.


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Istat: a rischio povertà il 18,2% dei residenti in italia

Roma – Oltre il 18% degli italiani e’ a rischio poverta’. È quanto sostiene l’Istat che, con riferimento al 2010, in una nota su ‘Reddito e condizioni di vita’, scrive: “Il 18,2% delle persone residenti in Italia e’, secondo la definizione Eurostat, a ‘rischio di poverta”, il 6,9% si trova in condizioni di ‘grave deprivazione materiale’ e il 10,2% vive in famiglie caratterizzate da una bassa intensita’ di lavoro. L’indicatore sintetico del rischio di poverta’ e di esclusione sociale, che considera vulnerabile chi si trova in almeno una di queste tre condizioni, e’ pari al 24,5%, un livello analogo a quello del 2009. Nel biennio 2009-2010 risultano sostanzialmente stabili in Italia sia il ‘rischio di poverta” (dal 18,4% al 18,2 %), sia quello di ‘grave deprivazione materiale’ (dal 7% al 6,9 %), mentre e’ aumentata dall’8,8% al 10,2 % la quota di persone che vivono in famiglie a bassa intensita’ di lavoro, dove cioe’ le persone di 18-59 anni di eta’ lavorano meno di un quinto del tempo”. In Italia e in Francia “e’ piu’ marcato il rischio di poverta’ per i giovani fra i 18 e i 24 anni, rispetto alle generazioni piu’ anziane. In Italia, inoltre, e’ piu’ alto il rischio di poverta’ per i minori di 18 anni”.
Nel 2010 il 16% delle famiglie residenti in Italia ha dichiarato di arrivare con molta difficolta’ alla fine del mese. L’8,9% si e’ trovato in arretrato con il pagamento delle bollette; l’11,2% con l’affitto o il mutuo; l’11,5% non ha potuto riscaldare adeguatamente l’abitazione. Il 12,9% delle famiglie abitanti nel Mezzogiorno e’ gravemente deprivato, valore piu’ che doppio rispetto al Centro (5,6%) e piu’ che triplo rispetto al Nord (3,7%). Il 50% delle famiglie residenti in Italia ha percepito nel 2009 un reddito netto non superiore a 24.544 euro l’anno (circa 2.050 al mese). Nel Sud e nelle Isole, meta’ delle famiglie ha guadagnato meno di 20.600 euro (circa 1.700 euro mensili). La quota di reddito totale del 20% piu’ ricco delle famiglie residenti in Italia e’ pari al 37,2%, mentre al 20% piu’ povero spetta l’8,2% del reddito”.
Con riferimento ai redditi 2009, “la disuguaglianza, misurata dall’indice di concentrazione di Gini, mostra un valore superiore alla media europea nella ripartizione Sud e Isole (0,32) e inferiore nel Centro (0,29) e nel Nord (0,29). Su scala nazionale l’indice di Gini e’ pari allo 0,31, lievemente superiore alla media europea (0,30). Se tuttavia si includono i fitti imputati nel reddito, la diseguaglianza risulta minore (0,29). Entrambi i valori sono stabili rispetto al 2008”.

Fonte: Redattore Sociale/Dire

29 dicembre 2011

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Istat, Coldiretti: “Sempre più italiani nei discount”

Roma – Sempre piu’ italiani fanno ricorso ai discount. È quanto afferma la Coldiretti che ha diffuso i risultati di un’indagine divulgata in occasione della diffusione dei dati Istat. “Con l’aumento del rischio di poverta’, il 25% degli italiani ha aumentato nel 2011 la propria frequenza nei discount alimentari- si legge nella nota-. Si evidenzia la tendenza da parte di un crescente segmento della popolazione ad acquistare prodotti alimentari a basso prezzo nei discount, a cui pero’ puo’ corrispondere anche una bassa qualita’ con il rischio che il risparmio sia solo apparente. Risparmiare oltre un certo limite sul cibo puo’ significare nutrirsi di alimenti che possono avere contenuto scadente con effetti negativi sul piano nutrizionale, sulla salute e sul benessere delle persone”.
L’aumento degli acquisti nei discount “e’ accompagnato dal fenomeno di riduzione significativa dei negozi tradizionali che determina anche evidenti effetti negativi legati alla riduzione dei servizi di prossimita’ ma anche un indebolimento del sistema relazionale, dell’intelaiatura sociale e spesso anche della stessa sicurezza sociale dei centri urbani”. A contrastare lo spopolamento dei centri urbani “va segnalata peraltro la crescente presenza di mercati degli agricoltori e di Botteghe di Campagna Amica. Una opportunita’ per i produttori e per i consumatori che- conclude la Coldiretti- va anche a sostegno della storia, della cultura e della vivibilita’ dei centri urbani”.

Fonte: Redattore Sociale/Dire

29 dicembre 2011

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