Israele: rilasciato un palestinese di 12 anni dopo otto giorni di prigione e condannato alla deportazione
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Un tribunale israeliano ha rilasciato su cauzione il dodicenne Karam Khaled Da’ana di al-Khalil (Hebron) dopo avergli fatto scontare otto giorni di carcere, mettendolo anche in cella d’isolamento.
Karam era stato sequestrato lo scorso 21 settembre dalle truppe israeliane dopo essere stato attaccato dai coloni vicino alla sua scuola, ed era stato processato con l'accusa di aver lanciato pietre ai suoi assalitori e ai soldati israeliani. La famiglia ha pagato 2.000 shekel israeliani (circa 400 €, ndr) per il suo rilascio.
Il sequestro del ragazzino è stato condannato dal presidente dell'Associazione per i detenuti palestinesi Amjad Najjar, che l'ha considerata “un precedente pericoloso”.
Inizialmente, subito dopo l'arresto, “il giudice del tribunale israeliano aveva deciso di rilasciare Karam dietro pagamento di una somma di 2.000 shekel israeliani, senonché la procura militare si è opposta con decisione al verdetto. Questo ha comportato il prolungamento della seduta per diverse ore, finché il tribunale dell'occupazione non ha pronunciato una sentenza molto strana, che stabiliva l'allontanamento del bambino dalla sua famiglia fino alla fine dei provvedimenti giudiziari a suo carico”, come ha spiegato l'Associazione.
“Il processo del piccolo Karam non rappresenta alcuna legalità giudiziaria, non si basa su alcun criterio morale e infrange tutti gli accordi internazionali che proibiscono la detenzione dei minori”, ha quindi aggiunto l'ente, che ha proseguito sottolineando che il tribunale dell'occupazione è “l'unico al mondo a permettere che un bambino di 12 anni venga arrestato e processato” basandosi su ordini militari emanati in Israele.
Secondo la Wafa, l'agenzia stampa palestinese, a Karam non sarà comunque permesso di stare nella sua casa di al-Khalil finché tutte le procedure giudiziarie non saranno terminate.
Fonte: InfoPal
29 settembre 2010