Israele-Palestina: fine degli accordi!


La redazione


Il presidente palestinese, Abu Mazen, ha annunciato la fine di tutti gli accordi con Israele e gli Stati Uniti dopo l’annuncio dell’annessione della Cisgiordania. La preoccupazione della Santa Sede.


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Israeli border guards detain a Palestinian youth during a demonstration outside the Lions Gate, a main entrance to Al-Aqsa mosque compound, due to newly-implemented security measures by Israeli authorities which include metal detectors and cameras, in Jerusalem's Old City on July 17, 2017.
Israel reopened the ultra-sensitive holy site, after it was closed following an attack by Arab Israeli men in which two Israeli policemen were killed. / AFP PHOTO / AHMAD GHARABLI

RAMALLAH – Il presidente palestinese, Abu Mazen, ha annunciato la fine di tutti gli accordi con Israele e gli Stati Uniti e affermato che il primo, come potenza occupante, è responsabile dei territori che occupa.

L’annuncio arriva in un momento di particolare tensione, dopo che il governo israeliano ha annunciato l’intenzione di annettersi parte del territorio occupato della Cisgiordania, come del resto prevede il piano di pace proposto da Washington a gennaio.

L’Organizzazione per la liberazione della Palestina e lo Stato della Palestina sono da oggi esentati da tutti gli accordi e le intese con i governi americano e israeliano e da tutti gli obblighi ivi previsti, compresi quelli di sicurezza”, si legge nella dichiarazione presidenziale, pubblicato dall’agenzia statale Wafa. Abu Mazen esorta Israele ad assumersi i propri obblighi in quanto potenza occupante “con tutte le conseguenze e le ripercussioni basate sul diritto internazionale e umanitario, in particolare la Quarta Convenzione di Ginevra”.

Il che riguarda, aggiunge, le responsabilità per la sicurezza della popolazione civile nei territori occupati e delle sue proprietà, il divieto di punizioni collettive, del furto di risorse, dell’annessione di terra e di trasferimenti di popolazione dall’occupante agli occupati, che “costituiscono gravi violazioni e crimini di guerra”.

 

Un monito sulla vicenda è arrivato anche dal Vaticano.

Medio Oriente: Santa Sede ribadisce la soluzione due popoli e due Stati

La Sala Stampa vaticana informa che il capo negoziatore palestinese Erekat ha telefonato al segretario per le Relazioni con gli Stati, l’arcivescovo Gallagher, per informarlo sui “recenti sviluppi” nei Territori e “della possibilità che la sovranità israeliana venga applicata unilateralmente” ad alcune di quelle zone. La Santa Sede ribadisce il rispetto del diritto internazionale ed esprime “preoccupazione per eventuali atti che possano compromettere ulteriormente il dialogo” tra israeliani e palestinesi
Monsignor Paul Richard Gallagher, segretario per le Relazioni con gli Stati, è stato raggiunto telefonicamente da Saeb Erekat, capo negoziatore e segretario generale dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina. Lo rende noto la Sala Stampa della Santa Sede in un comunicato. Il rappresentante palestinese, si legge nella nota, ha voluto informare la Santa Sede “circa i recenti sviluppi nei Territori Palestinesi e della possibilità che la sovranità israeliana venga applicata unilateralmente a parte di dette zone, cosa che comprometterebbe ulteriormente il processo di pace”.
Preoccupazione per il dialogo

La Santa Sede ribadisce che “il rispetto del diritto internazionale, e delle rilevanti risoluzioni delle Nazioni Unite, è un elemento indispensabile affinché i due popoli possano vivere fianco a fianco in due Stati, con i confini internazionalmente riconosciuti prima del 1967”. La Santa Sede segue inoltre “attentamente” la situazione ed esprime “preoccupazione per eventuali atti che possano compromettere ulteriormente il dialogo”, auspicando che gli israeliani e i palestinesi possano trovare “di nuovo, e presto, la possibilità di negoziare direttamente un accordo, con l’aiuto della comunità internazionale, e la pace possa finalmente regnare nella Terra Santa, tanto amata da ebrei, cristiani, musulmani”.

 

Repubblica e Vaticannews

20 maggio 2020

 

 

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