Iraq, l’Ue torni dalle ferie
Globalist
Mentre a Baghdad resta alta la tensione, il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius tuona: serve con un’urgenza una riunione con tutti i paesi europei.
Tuona il ministro degli Esteri francesi Laurent Fabius, che ad una radio ha lanciato una 'tirata d'orecchie' all'Unione Europea: «Ho chiesto con la ministra italiana Mogherini che venga convocata d'urgenza» una riunione dei ministri degli Esteri Ue sull'Iraq «e mi aspetto che l'urgenza venga rispettata. So bene che in Occidente è periodo di vacanze, ma quando la gente muore, anzi crepa, bisogna tornare dalle ferie».
Obama. Il presidente americano Barack Obama ha salutato come «un passo importante» l'incarico affidato allo sciita Haidar al Abadi per la formazione del nuovo governo iracheno. Il leader della Casa Bianca ha esortato al Abadi a formare al più presto «un governo inclusivo per tutti gli iracheni», sottolineando che il suo compito è di riconquistare la fiducia di tutti i cittadini. Obama, che ha parlato dall'isola di Marthàs Vinyard dove trascorre le vacanze, ha volutamente ignorato il primo ministro uscente Nur al Maliki, per anni alleato di Washington e ora evidentemente scaricato. Maliki contesta la validità della nomina di al Abadi da parte del presidente iracheno Fuad Massoum, ma Obama ha fatto capire di considerarla del tutto legale. «In base alla costituzione irachena -ha affermato- questo è un passo importante verso la formazioni di un governo che possa unire le diverse comunità dell'Iraq».
Frattini. «In Iraq siamo di fronte a un genocidio che non può essere stroncato con i soli bombardamenti, mirati, americani. Anche l`Italia sia della partita». Così l'ex ministro degli Esteri Franco Frattini intervistato dal quotidiano Libero. «Premesso che, nella cornice di una copertura europea e internazionale spetterebbe al governo italiano decidere come comportarsi, credo tuttavia che sarebbe difficile sottrarsi ad una missione militare per aprire le vie di fughe a sostegno dei profughi», precisa Frattini. «Tutti sono bravi a riempirsi la bocca con l'invio degli aiuti umanitari», prosegue l'ex ministro, «ma se gli aiuti cadono in un territorio occupato dai terroristi, finiscono nelle loro mani». Da qui l`invito dell`ex capo della Farnesina a dar vita nel più breve tempo possibile a una «coalizione internazionale che da un lato blocchi l`avanzata dell'Isis e dall`altro aiuti i peshmerga curdi, con la fornitura di armi, a riconquistare il loro territorio». «Dobbiamo spegnere l'incendio, ma senza tornare con i piedi sul territorio iracheno» precisa Frattini. «Condivido l`apertura sull'aiuto ai curdi. Tuttavia, se ci fosse una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell`Onu che autorizzasse, con la condivisione dell`Unione europea, l`impiego di tutti i mezzi necessari per un intervento di natura umanitaria per liberare le vie di fuga per i profughi e bloccare l'avanzata dei terroristi, per l`Italia sarebbe difficile sottrarsi. Anzi, fermo restando il via libera del Consiglio supremo di difesa, io auspicherei che il nostro Paese fosse della partita con i propri aerei. Sarebbe vergognoso, ancora una volta, limitarsi a chiamare Washington quando c`è da premere il bottone»
Fonte: http://www.globalist.ch
12 Agosto 2014