Iran, al via l’arricchimento dell’uranio. Gli Usa: “Sanzioni in poche settimane”
lastampa.it
L’Occidente: «E’ una provocazione». Ma Pechino frena: ulteriori negoziati. Ali Akbar Salehi ha confermato ufficialmente che l’Iran ha cominciato stamane le operazioni per l’arricchimento dell’uranio al 20%.
Ali Akbar Salehi, capo dell’Organizzazione iraniana per l’energia atomica, ha confermato ufficialmente che l’Iran ha cominciato stamane le operazioni per l’arricchimento dell’uranio al 20%.
Salehi, citato dall’agenzia Isna, ha detto che fra i 3 e i 5 chilogrammi di uranio arricchito al 20% saranno prodotti ogni mese, almeno il doppio quindi di quanto necessario per alimentare un reattore con finalità mediche a Teheran, pari a 1,5 chilogrammi al mese. «L’uranio già arricchito a più bassi livelli è stato trasferito da capsule da 2 tonnellate a capsule da 50 chilogrammi per essere iniettato nelle centrifughe», ha precisato Salehi, aggiungendo che l’uranio «sarà iniettato oggi stesso nelle centrifughe». Le operazioni si svolgono nell’impianto per l’arricchimento di Natanz, nella provincia centrale di Isfahan.
L’Occidente intanto moltiplica i suoi sforzi per adottare sanzioni contro Teheran. Dopo una settimana di dichiarazioni contraddittorie da parte della Repubblica islamica, la strada verso un accordo sullo scambio di combustibile nucleare sembra essere sbarrata e il braccio di ferro si inasprisce ulteriormente. Il segretario di Stato Usa, Robert Gates, ha chiesto che le sanzioni Onu contro l’Iran, per il suo programma nucleare, siano imposte «entro qualche settimana, non mesi». Il portavoce del Pentagono, Geoff Morrell, ha spiegato oggi che secondo Gates «è giunto il momento di concretizzare» le minacce di nuove sanzioni e avanzare delle proposte al Consiglio di Sicurezza dell’Onu.
Washington ha aumentato il suo pressing sugli alleati occidentali affinché si possa procedere «tutti uniti» verso un incremento delle pressioni contro Teheran, colpevole di avere «molto deluso» le aspettative riguardo alla sua collaborazione sul dossier nucleare. Una nuova proposta di sanzioni potrebbe essere presentata al Consiglio di Sicurezza dell’Onu entro la fine di febbraio, durante la presidenza di turno della Francia favorevole a posizione più rigide nei confronti di Teheran. A frenare le iniziative degli occidentali è la Cina, tradizionalmente contraria a nuove sanzioni contro l’Iran. Questa mattina il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Ma Zhaoxu, ha spiegato in conferenza stampa che il suo paese «auspica che le parti in causa aumentino gli sforzi e spingano per un progresso in direzione del dialogo e dei negoziati» con l’Iran per il suo programma nucleare. Teheran ha confermato di avere dato il via oggi alle operazioni di arricchimento dell’uranio al 20% nella sua centrale di Natanz.
Da Washington l’annuncio iraniano è stato definito «una mossa provocatoria» che «sfida le risoluzioni delle Nazioni Unite». E da Parigi il presidente francese Nicolas Sarkozy e il segretario di Stato Usa alla Difesa, Robert Gates, secondo quanto si è appreso a margine di un loro incontro, hanno concordato sulla necessità di «sanzioni forti» da imporre contro il programma nucleare dell’Iran pur «nella speranza di riprendere i negoziati». Dal canto suo il ministro della Difesa francese Hervè Morin ha precisato che Parigi e Washington intendono «lavorare» in seno al Consiglio di sicurezza dell’Onu per ottenere sanzioni contro la Repubblica islamica. Mentre il ministro degli Esteri francese, Bernard Kouchner, ha parlato di un vero e proprio «ricatto» da parte dell’Iran, mettendo tra l’altro in dubbio l’effettiva capacità di Teheran di produrre combustibile a partire da uranio arricchito al 20%.
Anche la Russia, finora contraria all’inasprimento delle sanzioni, è intervenuta per affermare che l’arricchimento dell’uranio iraniano deve avvenire all’estero. L’Iran ha rifiutato un accordo proposto in ottobre da Usa, Russia e Francia in base al quale Teheran avrebbe ottenuto dall’estero l’uranio arricchito al 20% in cambio della consegna del 70% delle sue scorte di uranio arricchito al 3,5%. In questi ultimi mesi varie autorità iraniane hanno parlato di diverse controproposte, che però non sono state concretizzate in un documento scritto all’Agenzia internazionale per l’energia atomica. Ciò ha rafforzato tra i Paesi occidentali il convincimento che l’Iran intende solo guadagnare tempo per evitare l’imposizione di dure sanzioni, soprattutto in seguito alle numerose prese di posizione contraddittorie dell’ultima settimana, che hanno alternato segnali di apertura a nette chiusure. Dalla sua sede di Vienna l’Aiea, nel confermare la notifica ricevuta da Teheran, ha espresso inquietudine dato che la decisione iraniana va contro gli sforzi che si stanno facendo per salvare la bozza d’accordo sul nucleare redatta lo scorso ottobre dalle potenze occidentali del 5+1. Martedì scorso Ahmadinejad, in un’intervista televisiva, aveva detto che il suo Paese era pronto ad un accordo.
Venerdì il ministro degli Esteri Manuchehr Mottaki ha affermato che un’intesa era ormai vicina. Il giorno dopo il presidente del Parlamento ed ex negoziatore sul nucleare, Ali Larijani, ha detto che uno scambio di uranio sarebbe stato «un imbroglio» dell’Occidente. Due giorni fa, nel dare l’annuncio dell’avvio dell’arricchimento, ancora Ahmadinejad ha aggiunto che la porta rimaneva aperta per una possibile ’cooperazione« con la comunità internazionale. Una posizione che ha ribadito ieri, sottolineando però che »l’Occidente deve mettere fine alle sue politiche coloniali«. »Non possiamo più accettare questa tendenza a prendere tempo«, ha detto oggi il ministro degli Esteri italiano Franco Frattini, che ha ricevuto Robert Gates a Roma. Mentre Kouchner ha invitato la comunità internazionale a »non essere troppo sensibile alle diverse dichiarazioni contraddittorie« delle autorità iraniane.
Fonte: lastampa.it
9 febbraio 2010