Intercettazioni: e se anche rischiassi la galera? G. Antonio Stella: “pubblicherei”


Ugo Dinello


Gian Antonio Stella parla in questa intervista di: “Una cosa indecente che va chiamata con il suo nome: censura”.


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Intercettazioni: e se anche rischiassi la galera? G. Antonio Stella: "pubblicherei"

"Una cosa indecente che va chiamata con il suo nome: censura". L'uomo dall'ironia garbata per antonomasia, Gian Antonio Stella, il giornalista del "Corriere della Sera" che riesce a mettere alla berlina i potenti senza mai farli urlare al complotto, dopo aver letto cosa prevede il disegno di legge Alfano, lascia il fioretto e afferra la clava. Quel disegno che mente anche nel nome (parla di "tutela della privacy" quando invece mira a impedire alla stampa di seguire qualsiasi "attività d'indagine" cioè qualsiasi tipo di notizia, soprattutto quelle sgradite ai potenti) gli fa perdere, solo per un istante, il consueto aplomb. Non l'ironia. E soprattutto non la voglia di opporvisi.
"Una cosa indecente. Se fanno una legge in cui si stabilisce che il magistrato, o il brigadiere, o il cancelliere o l'avvocato che passa le notizie ai giornalisti – se non lo può fare, perchè mica è detto che l'avvocato non lo possa fare – e ammesso che vengano incastrati con prove ritenute "inoppugnabili", perfino per l'avvocato Ghedini, perfino per l'avvocato Longo, o per l'avvocato Previti, o per l'avvocato Sammanco (tutti legali di Berlusconi ndr), se fosse incastrato persino per queste persone e decidessero di dargli 10 anni di galera, facciano. Perché se c'è una legge che stabilisce che non si possono diffondere le notizie per tutelare il segreto istruttorio è giusto che ci sia una punizione. Ma che vengano puniti dei giornalisti perché pubblicano delle notizie che riescono a procurarsi, beh, questo è indecente. E se questo disegno passasse è l'anticamera della censura. Bisogna chiamare le cose con il loro nome e allora lo chiamino "disegno di legge sulla censura". E a quel punto anche chi come me è sempre stato molto, ma molto, ma molto riottoso a fare paragoni fra Silvio Berlusconi e il duce – e secondo me sono paragoni per ora improponibili – beh, se passasse questa legge l'unico precedente che avrebbe nella storia sarebbe proprio la censura fascista".
 
Brutale. E a te? Cioè, se dopo questa legge capitasse di avere per le mani…

"Pubblicherei.."

… una notizia che..

"…pubblicherei…"

… ti fa andare in galera se…

"… pubblicherei…"
 
E se il tuo editore ti dicesse: "Caro Gian Antonio, scusa ma io di pagare un milione di euro di multa per raccontare la verità agli italiani non ho proprio l'intenzione". Perché sarà questa una delle armi della censura. Multare gli editori "disobbedienti". Che fai?

"Beh, in quel caso si aprirà un contenzioso tra me e il mio editore. Sarebbe la prima volta".
 
Perchè quello degli editori è un bel capitolo…

"Su questo bisogna essere molto chiari. La storia di questi anni ci ha dimostrato che i giornali e le tivù del gruppo Berlusconi sono stati molto, mooolto generosi di intercettazioni fornite ai loro lettori. Diciamo la verita: quando ha potuto usare le intercettazioni tutto il gruppo che ruota intorno al presidente del Consiglio Berlusconi altroché se le ha usate. Caspita se le ha usate. Vogliamo ricordarci le campagne di stampa su Fassino intercettato sulla banca?".
 
E pure intercettazioni abusive….

"Appunto, vogliamo ricordarci tutti gli altri casi? Ma ce ne sono stati decine. Tanto è vero che quando sono venute fuori le prime voci sul giro di vite in questo settore, persino Vittorio Feltri fece dei pezzi durissimi contro quest'ipotesi. Difatti io sono sicuro che Vittorio Feltri, se uomo d'onore come credo sia, tornerà su questo tema opponendosi a questo disegno di legge. Perché è un tema che lui ha già affrontato duramente e lo ha detto in modo molto chiaro. Ricordo una polemica tra lui e la dirigente di Mediaset passata alla Rai e intercettata, Deborah Bergamini, fu una polemica durissima. Io condivido totalmente quello che ha scritto Vittorio Feltri quella volta. Quindi condivido totalmente ciò che pensava il direttore scelto da Silvio Berlusconi per il giornale di suo fratello".

Ricominci a divertirti…

"Sì, perché è molto divertente vivere in un Paese in cui il garantismo vale solo per Berlusconi e non per i ragazzi di Emergency e le "intercettazioni infami" sono solo quelle che riguardano lui e non quelle che riguardano gli avversari. E' davvero molto divertente questo paese. C'è un'idea dell'uguaglianza dei cittadini che è assai bizzarra".

Fonte: Articolo21

21 aprile 2010

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