Infanzia negata ad un bambino su tre


la Repubblica


Il rapporto di Save the Children: oltre 50 mila piccoli uccisi in zone di guerre, troppi muoiono ancora per malattie e denutrizioni. La Repubblica Centrafricana è il Paese nel quale le condizioni di vita sono le peggiori.


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nicaragua

Vivere l’infanzia che meritano oggi è un diritto negato per 690 milioni di minori, quasi uno su 3 al mondo.

Bambine e bambini che muoiono troppo presto a causa di malattie facilmente curabili e prevenibili, che non hanno cibo adeguato per vincere la malnutrizione, che non possono studiare e andare a scuola, che sono costretti a lavorare o a sposarsi precocemente. Un quadro che si fa ancor più cupo nei paesi sferzati dai conflitti, dove in un solo anno 53 mila bambini hanno perso la vita in seguito alle violenze.

E’ uno dei risultati che emergono dal nuovo rapporto di Save the Children sulle condizioni dei bambini nel mondo, diffuso alla vigilia della giornata internazionale dei bambini, che ricorre l‘1 giugno, in occasione del centenario dell’organizzazione.

Nel 2000, si legge infatti nel rapporto, i minori derubati della propria infanzia erano 970 milioni, un numero che oggi si è ridotto di 280 milioni, assestandosi a quota 690 milioni. “Rispetto al passato, le condizioni di vita dei bambini, in tutto il pianeta, stanno facendo registrare miglioramenti enormi: si tratta di una notizia importantissima, che dimostra chiaramente che quando si intraprendono i passi giusti e si mettono in campo le azioni necessarie si possono ottenere risultati straordinari per assicurare un futuro a milioni di minori, anche nei paesi più poveri e nei contesti più complicati. Tuttavia, il lavoro è tutt’altro che compiuto perchè sono ancora troppi i bambini che continuano a essere privati dell’infanzia che meritano e che soffrono terribilmente a causa di guerre, povertà, cambiamenti climatici”, ha affermato Valerio Veri, direttore generale di Save the Children.

La Repubblica Centrafricana è il Paese al mondo dove le condizioni di vita per i bambini sono le peggiori; a seguire Niger e Ciad, con dieci stati africani, di cui sei colpiti da conflitti, a occupare gli ultimi dieci posti della classifica. Sul versante opposto, il primato dei paesi più a misura di bambino spetta a Singapore, seguito da Svezia e Finlandia, con l’Italia all’ottavo posto in graduatoria, in linea con lo scorso anno, sebbene nel nostro Paese oggi si contino 1,2 milioni di minori in povertà assoluta.

Le buone notizie: rispetto a 20 anni fa, emerge dal nuovo rapporto, si registrano 4,4 milioni di morti infantili all’anno in meno; il numero di bambini colpiti dalla malnutrizione è sceso di 49 milioni; si contano 115 milioni di bambini in meno tagliati fuori dall’educazione e 94 milioni in meno coinvolti in varie forme di lavoro minorile. E, ancora, rispetto a venti anni fa, il numero di spose bambine si è ridotto di 10 milioni e quello delle gravidanze precoci, che mettono a forte rischio le vite sia delle mamme che degli stessi bambini, di 3 milioni. Sierra leone, ruanda, etiopia e niger – con quest’ultimo che rispetto allo scorso anno ha abbandonato l’ultimo posto nella classifica elaborata da save the children – i paesi al mondo che hanno fatto registrare i maggiori progressi in termini di tutela dell’infanzia.

Le cattive notizie: sempre più bambini soffrono a causa dei conflitti – di contro, peggiorano di gran lunga le condizioni dei bambini coinvolti nelle aree di conflitto. Oggi, nel mondo, sono circa 31 milioni i minori che sono stati costretti a fuggire dalle proprie case nel tentativo di mettere in salvo la propria vita, e solo nel 2016 sono stati uccisi 53.000 bambini in seguito alle violenze, di cui il 64% in medio oriente e nord africa. Non a caso la siria figura tra gli unici tre paesi al mondo (insieme a venezuela e trinidad e tobago) dove, secondo la graduatoria di save the children, le condizioni di vita per i bambini, negli ultimi 20 anni, non hanno subito alcun tipo di miglioramento, con lo Yemen che si segnala invece per le forti difficoltà nel reperire dati aggiornati, a causa del devastante conflitto in corso nel paese ormai dal 2015.

E proprio per tenere alta l’attenzione del mondo sulle sofferenze indicibili che milioni di bambini continuano a patire nei paesi in conflitto, quest’anno, in occasione del suo centenario, Save the Children ha lanciato la campagna globale ‘stop alla guerra sui bambini’. Una campagna che tutti possono sostenere grazie al numero solidale 45533, attivo sino al 2 giugno, per dare protezione, cure e istruzione ai bambini scappati dagli orrori della guerra. Si possono donare 2 euro inviando un sms dal proprio cellulare oppure si possono donare 5 o 10 euro chiamando lo stesso numero da rete fissa con tim, vodafone, wind tre, fastweb e tiscali. Sempre da rete fissa è inoltre possibile donare 5 euro chiamando con twt, convergenze e postemobile.

La Repubblica

29 maggio 2019

 

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