In Pakistan inferno senza fine. “In arrivo nuove inondazioni”


La Stampa


In milioni sono senza un tetto. L’Onu: «Gli aiuti non bastano». L’Oms avverte: allarme epidemie.


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In Pakistan inferno senza fine. "In arrivo nuove inondazioni"

Non accenna a placarsi l’emergenza maltempo in Pakistan, colpito dalle peggiori inondazioni della sua storia che finora hanno sommerso un quinto del Paese: le piogge incessanti e l’acqua che continua a salire hanno costretto alla fuga circa 200.000 persone solo nelle ultime 24 ore, facendo salire a oltre 4 milioni il numero degli sfollati.

Il maltempo flagella anche Cina e Corea del Nord, dove le autorità hanno fatto evacuare oltre 130.000 persone: nel martoriato Gansu, al confine tra i due Paesi, hanno smesso di cercare i 350 dispersi considerati ormai tutti morti che si aggiungono ai 1.400 dell’ultimo mese. Secondo quanto riportano media internazionali come Cnn e Bbc, dopo settimane di piogge che hanno ucciso oltre 1.500 persone e provocato danni a circa 20 milioni di pachistani, l’acqua sta seminando ora terrore a sud, nella provincia del Sindh, dove quattro distretti sono praticamente sommersi, comprese le aree urbane. E oltre 200.000 persone nelle ultime ore stanno cercando riparo nelle zone più alte, per scappare dall’acqua.

Evacuata una città di 100.000 abitanti, Shahdadkot, anche se mancano i mezzi per trasportare le persone fuori dalla località ormai quasi del tutto sommersa da acqua e fango. E mentre la comunità internazionale ha stanziato oltre 800 milioni di dollari di aiuti, l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) lancia l’allarme sul diffondersi di epidemie, date le scarsissime condizioni igieniche in cui vivono gli sfollati, ammassati negli unici edifici rimasti agibili, come le scuole, ma senza servizi igienici sufficienti. Secondo le cifre dell’Oms, oltre 204.000 sono stati colpiti da diarree acute, 263.000 da malattie della pelle come la scabbia e 205.000 da patologie respiratorie dovute alle acque che esalano vapori nocivi.

Anche in Cina le forti piogge continuano a fare danni: nella provincia nord orientale del Liaoning, al confine con la Corea del Nord, 4 persone sono morte, una risulta dispersa e 127.000 sono state fatte evacuare negli ultimi due giorni. Nella sola città di Dandong (2,4 milioni di abitanti) sono 64.000 le persone che hanno dovuto abbandonare le proprie abitazioni, molte delle quali distrutte. E il governo del Gansu ha emesso un’ordinanza vietando di continuare a cercare i dispersi, perchè i corpi ormai in decomposizione potrebbero agevolare il diffondersi di epidemie. Situazione difficile anche in Corea del Nord, ai confini con la Cina, dove sono circa 5.000 le persone evacuate a causa dell’allagamento di città come Sinuiju e delle zone limitrofe. E il centro di meteorologia della Cina ha fatto sapere che altre violente piogge sono attese per le prossime 24 ore.

Fonte: La Stampa

22 agosto 2010

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