In Italia è straniero solo il 3% degli studenti universitari


Redattore Sociale


Un numero che relega la nazione all’ultimo scalino della graduatoria Ocse, allontanandola dalla media europea, 4,8%, e distanziandola di molto dalla media Ocse, 8,5%.


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In Italia è straniero solo il 3% degli studenti universitari

Roma – La presenza negli atenei italiani di studenti stranieri non supera il 3% del monte iscritti. Un numero che relega la nazione all’ultimo scalino della graduatoria Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), allontanandola dalla media europea, 4,8%, e distanziandola di molto dalla media Ocse, 8,5%. E questo nonostante il numero di questi studenti sia quasi triplicato, +174%, rispetto al 2000 e sia perfettamente in linea con il trend di crescita dei 33 paesi aderenti all’organizzazione.

Questi dati, frutto di un’elaborazione su dati Ocse 2010 fatta dall’universita’ Roma Tre, sono stati presentati ieri nello stesso ateneo, in occasione dell’inaugurazione del master in ‘Human development and food security’, cui potranno iscriversi gratuitamente sei studenti di origini straniere grazie alla compartecipazione economica di Money Gram al progetto formativo. Le sei borse di studio MoneyGram, si legge nella nota, per la partecipazione al Master “sono state assegnate secondo criteri di merito a studenti, attivi nell’ambito della cooperazione internazionale”. MoneyGram, si legge, “eroga questi aiuti nell’ottica di contribuire allo sviluppo di adeguate professionalita’ nei principali paesi di destinazione delle rimesse degli immigrati, settore che rappresenta il suo core business”.

Secondo i numeri, con il 20% il Regno Unito e’ la meta preferita degli studenti stranieri in Europa. I britannici distaccano la Francia, 11,2%, che fa quasi il paio con la Germania, 10,9%. Consola in parte l’Italia la posizione degli spagnoli, con il 3,6%. “Per quanto riguarda il nostro Paese, cio’ e’ dovuto- spiegano i fautori di questo ‘Osservatorio sugli studenti stranieri’- a diverse ragioni, come scarsita’ di alloggi, assenza di corsi di lingua inglese interni agli atenei, e normative di settore troppo restrittive”. “Motivi in cui rintracciare- riferiscono- le cause di questo fenomeno, considerando il fatto che dal 2000 gli iscritti di nazionalita’ diversa e’ appunto quasi triplicato”.

Fonte: www.redattoresociale.it
15 Ottobre 2010

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